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Notizie Flash (21/4/2020)

Pontecagnano - Misure restrittive Covid-19: uomo di 44 anni va in spiaggia con il calesse e viene sanzionato dalla Guardia di Finanza.

Salerno- Uomo vende pesce a bordo del suo furgoncino nei pressi di un supermercato senza le previste autorizzazioni: sanzionato con una multa di 5.000 euro dalla Guardia di Finanza.

Sala Consilina- Attiva Unità Speciale di Continuità Assistenziale.

Sant'Angelo a Fasanella- Uomo di 70 anni trovato morto in casa.

Roccapiemonte- Misure restrittive Covid-19: disposta chiusura negozi per sabato 25 e domenica 26 aprile 2020.

Inserito da Golfonetwork martedì 21 aprile 2020 alle 18:57 commenti( 0 ) -

Moti del Cilento del 1828 - La storia negata - Successe il ´48 (video)

Moti del Cilento del 1828 - La storia negata - Successe il ´48
www.telearcobaleno1.it

Inserito da Golfonetwork martedì 21 aprile 2020 alle 18:47 commenti( 0 ) -

Emergenza coronavirus, appello Uil Fpl provinciale al questore di Salerno

Emergenza coronavirus, appello della Uil Fpl provinciale al questore di Salerno, prefetto e sindaci del territorio: “Chiarezza sull'indennità di ordine pubblico per gli agenti della polizia locale che stanno operando per il bene della comunità”
Indennità di ordine pubblico, sua cumulabilità e periodo di attribuzione per gli agenti di polizia locale. Il segretario generale della Uil Fpl provinciale, Donato Salvato, chiede chiarezza a sindaci del Salernitano, presidente della Provincia, prefetto e questore di Salerno.
"Devo prendere atto che gli operatori di polizia locale sono considerati solo un'appendice nelle attività di controllo del territorio quando si tratta di riconoscere i giusti diritti per le attività svolte, in sinergia con le altre forze dei polizia e spesso in sostituzione delle stesse", ha detto Salvato. "La polizia locale, purtroppo per la qualificazione normativa risalente a oltre 30 anni fa, dovrebbe sopperire a compiti di secondo ordine. Ma non così e certamente si può verificare i lavoro degli agenti, spesso in condizioni organiche deficitarie. Nessuna differenza operativa si riscontra tra loro e le altre forze di polizia. Appare mortificante riscontrare pregiudizi atavici, che poi nella quotidianità non esistono".
Ecco perché Salvato chiede chiarezza sull'incompatibilità dell'indennità di operatore pubblico, eccezionalmente riconosciuta al personale di polizia locale per fronteggiare l'emergenza Covid-19, con il riconoscimento di altre indennità per servizi esterni. "Tale indicazione, sebbene supportata inizialmente da riferimenti provenienti dal ministero dell'Interno, risulta essere stata emarginata da successive note con il capo della Polizia di Stato che definisce "cumulabili le indennità erogate da soggetti terzi". Tuttavia, si evidenza incomprensibile la decisione che sarebbe assunta in provincia di Salerno, dove, diversamente previsto per gli altri operatori di polizia per i quali la corresponsione parte dal 9 marzo, per gli agenti di polizia locale la decorrenza sarebbe stabilità in una data successiva. Appare pertanto anomala e penalizzante tale decisione qualora fosse confermata. Ecco perché serve un confronto con le rappresentanze sindacali della provincia a sostegno delle rivendicazioni espresse per gli agenti di polizia locale".
(Uil Fpl Salerno)


Donato Salvato

Inserito da Golfonetwork martedì 21 aprile 2020 alle 12:59 commenti( 0 ) -

Avv. Falci: Il «mio» processo Tortora (VI Parte)
A fine giugno/inizio luglio, terminato il dibattimento vero e proprio, anche se, come si è visto c’era stato poco da dibattersi di fronte al muro di gomma dei “non confermo e non smentisco”, la parola venne data al P.M. il dott. Diego Marmo per la sua requisitoria: era iniziata la fase processuale della “discussione” della causa. Il Presidente indicò una serie di udienze successive alla requisitoria dedicate alle “arringhe” degli avvocati e ci esortò a metterci d’accordo tra di noi in ordine al turno di ciascuno intervento. Si raccomandò che tutto terminasse per la fine del mese di luglio perché avrebbe voluto emettere la sentenza prima della fase di sospensione feriale che ha inizio il 1 agosto.
E’ chiaro che quell’invito fu disatteso perché non tutti gli avvocati poterono, o vollero rispettare il proprio turno di intervento e fu perciò necessario proseguire il processo anche a settembre fino al 17, giorno in cui fu pubblicata la sentenza mediante lettura del dispositivo in udienza.
C’è da dire che questa della “discussione” è una questione in cui gli avvocati sono alquanto intransigenti. C’è una sorta di gelosia e di preclusione a far intervenire qualcuno, fosse anche il Presidente del Tribunale o della Corte, in questa fase che viene da sempre considerata il cuore della nostra professione.
Il giudice non può “permettersi” di dare regole e imporre orari e giorni all’esercizio di una funzione che è solo ed esclusivamente nostra.
E’ una cosa nostra che non ammette incursioni da parte di nessuno!
Non di rado, perciò, e soprattutto con i giudici “antipatici” (lo dico ovviamente in tono scherzoso), c’è un certo gusto nel far saltare il piano che questi ci avrebbero voluto imporre. In quel processo, questa regola non scritta ed anche un po’ infantile, venne rispettata in pieno.
Alla seconda delle 5 udienze dedicate alla difesa, si capì che, mai il processo sarebbe potuto finire il 31 luglio. Fu perciò rifatto il “calendario” delle discussioni e, Falci fu inserito come prima discussione nella mattina del 31 luglio 1985.
Mi recai, ovviamente, ad ascoltare la requisitoria del P.M. che durò diverse ore e che, dopo una parte generale in cui si dedicò ad esporre i principi che, secondo la sua prospettiva, avrebbero dovuto regolare la valutazione della prova in questi tipi di processo, passò ad analizzare le singole posizioni.
Per la verità di “singole” posizioni analizzò per l’80% quella di Enzo Tortora, per il 5% quella di Franco Califano, per il 5% quella dei c.d. politici, per il 5% quella dei c.d. “colletti bianchi” come ad esempio l’avvocato di Cutolo, per l’ultimo 5% quello degli “altri” tra cui i miei (P.A.) al quadrato.
Vedete, di questo processo, si è sempre e solo parlato della posizione di Enzo Tortora, e mi sembra anche giusto; poco però è conosciuto dal grande pubblico di questa enorme folla di imputati che erano presenti nel processo e per i quali quel P.M. chiese condanne per decine e decine di anni di carcere.
Tutti sanno che il dott. Diego Marmo con le bretelle che si vedevano sotto la toga e con la saliva che gli affiorava sul lato destro della bocca e davanti a un ventilatore celeste puntato sulla sua persona, ebbe a pronunciare parole pesanti e anche offensive nei confronti di Tortora, ma nessuno sa che per i miei (P.A.) al quadrato non pronunciò neanche una parola.
Più o meno si espresse nel seguente modo: per gli altri imputati, sulla scorta del ragionamento svolto, e in applicazione dei principi enunciati chiedo la condanna a …… di carcere.
E’ vero che la richiesta del P.M. non è vincolante e che il Tribunale può accoglierla e disattenderla, però per una persona che sta in carcere da 2 anni sentirsi definire “altri”, e che deve rimanere in carcere non è proprio il massimo.
Ricordo che avevo preso appunti in quell’aula caldissima senza aria condizionata e con qualche ventilatore posizionato qua e là. Alla fine però mi resi conto che era stato inutile perché il signore dei microfoni, quello che stava nella consolle da D.J., ci disse, mentre lasciavamo l’aula che avremmo potuto acquistare la cassetta con la registrazione della requisitoria al prezzo di 1000 lire.
Aggiunse che la registrazione era perfetta perché effettuata direttamente dal microfono di chi parla e quindi senza i fruscii di sottofondo.
Ritirai la cassetta in parola alla udienza successiva cui andai perché parlava Rodolfo Viserta e mi faceva piacere testimoniargli la mia stima e il mio affetto, e, perché no, volevo anche prendere qualche spunto utile per la mia difesa.
Conservo ancora la cassetta della requisitoria in formato “micro cassetta” come mi fu consegnata dal tecnico dell’impianto fonico e conservo anche la cassetta con la mia discussione che prenotai in quello stesso momento pagando in anticipo le 1000 lire.
Appresi, infatti, in quella occasione, che anche le arringhe degli avvocati sarebbero state registrate su richiesta di molti miei colleghi che avevano già fatto domanda del loro intervento su supporto magnetico.
Non so se era o meno legale questa procedura, so che solamente a Napoli poteva venire l’idea di fare il “commercio” delle arringhe.
Ritornando alla requisitoria, appena terminata non ebbi l’occasione di salutare Enzo Tortora perché, dopo la richiesta a 10 anni di reclusione e dopo le parole feroci e sicuramente fuori posto che il P.M. aveva pronunciato nei confronti di questo imputato, di questa “persona per bene”, una calca di giornalisti della carta stampata e della televisione si era riversata tutta addosso a lui quasi soffocandolo e mi ostacolò anche la sola visione di Enzo Tortora.
Quello che avevo da dirgli e che mi ero appuntato su un taccuino durante la requisitoria, glielo dissi in seguito, appena lo rividi al solito posto, davanti l’ingresso della “Ticino”, anzi glielo feci vedere sul taccuino.
Sig. Tortora guardi che ne penso della requisitoria, e aprii il foglio su cui c’era scritto di mio pugno: E.T. (che stava per Enzo Tortora) exusatio non petita accusatio manifesta.
Gli dissi: ma se la prova è così evidente e schiacciante perché ci ha girato intorno per tanto tempo, evidentemente più che chiedere una condanna, con quella mole di parole, ha voluto giustificare, quindi si è voluto scusare di una cosa che non andava fatta o, quantomeno è molto, ma veramente molto discutibile.
Comunque con quella mini cassetta in tasca e con altri appunti che presi durante la discussione perfetta, centrata, di Rodolfo rientrai a Salerno in un luglio particolarmente torrido come si usa dire di quei luglio in cui non vai al mare ma sei costretto a lavorare.
Rodolfo aveva discusso bene, molto bene, e soprattutto aveva discusso in modo moderno. Nessun cedimento a retorica o a parole ricercate, ad effetto; molti e intelligenti richiami a giurisprudenza di merito e di legittimità.
Proprio così, Rodolfo già all’epoca discuteva come si fa oggi e conferiva al suo intervento la sostanza di ragionamenti supportati da pronunce di altri giudici. Questo è stato il suo stile in quella fase iniziale della nostra professione e questo è quello che lo contrassegna ancora oggi, non ha dovuto cambiare con il nuovo codice.
Ad ogni modo, dopo che mi feci le copie delle sentenze commentate da Rodolfo, nel tragitto in autostrada Napoli/Salerno iniziai a riflettere sulla difficoltà di quel processo.
Per prima cosa vorrei dire che oggi, più di ieri, si vietano tante cose quando si è alla guida di un’automobile, ma forse il legislatore non ha mai riflettuto che una cosa molto pericolosa è “pensare” mentre si conduce l’auto.
Quei cartelli posizionati in autostrada “quando guidi, guida e basta”, prendono in considerazione l’uso del telefono che, per carità, è pericolosissimo, ma come si fa a inibire a una persona di “pensare”? Però, ve lo assicuro, “pensare” intensamente è pericoloso come posso garantirvi io che quel giorno, sbagliai ad imboccare la tangenziale e me ne accorsi quando ero già arrivato a Fuorigrotta.
A cosa pensavo? Innanzitutto a non fare una brutta figura!
In quel processo c’erano tutti i più grandi avvocati d’Italia.
Ogni discussione, specie di noi giovani, era una sorta di esame di laurea. Non che loro, i “grandi”, ci avessero criticato o ci aspettassero al varco, anzi ci aiutavano e ci incoraggiavano, eravamo proprio noi, o per lo meno, io sicuramente, che non volevamo deludere al cospetto di questi giganti.
E allora il primo problema era trovare un argomento nuovo specie per me che arrivavo il 31 luglio dopo che per lo meno altri 50 avvocati avevano affrontato l’unico tema: l’attendibilità dei pentiti e la valutazione delle loro dichiarazioni.
Quella mattina in cui discusse Rodolfo, tutti e 10 i difensori avevano praticamente ripetuto solo questo tema, chi meglio e chi peggio, avevano tutti parlato dei pentiti. Non era, perciò, facile.
Certo era anche meno impegnativo sul piano della responsabilità verso il cliente: se non avessi reso al massimo potevo sempre contare su quello che avrebbero detto sul punto attendibilità e valutazione i vari Vincenzo Maria Siniscalchi, Alberto Dall’Ora, Aldo Cafiero, Alfonso Maria Stile, Giuseppe Gianzi, Alfonso Martucci, Renato Orefice, Luigi Palumbo (gigino), Michele Cerabona, Sergio Cola, Alberto Simeone, i fratelli Trofino, e tanti altri di cui mi scuso se non li ho nominati.
Poi c’erano di più giovani, ma comunque bravi, Raffaele della Valle e Saverio Senese su tutti, e poi la categoria “pulcini” come si direbbe nel mondo del calcio e cioè Giovanni Falci, Domenico Ciruzzi e Rodolfo Viserta.
Una gran bella squadra che alla fine si dimostrò e risultò anche vincente.
La fase di esaurimento per questo appuntamento fu lunga, era come se si fosse completamente bloccata la mente, gira e rigira, mi trovavo a pensare solo a quello che avevo sentito da Rodolfo e da tutti gli altri avvocati di quel giorno.
In più, c’era un mio personale esame per così dire privato.
Avevo consigliato alla madre di P.A. di nominare, per la discussione, anche il prof. Giuseppe Gianzi che era l’avvocato che aveva ereditato lo studio Vassalli a Roma di cui era socio e che avevo conosciuto in occasione dell’appello della sentenza di assoluzione in I grado della causa che avevo difeso con il grande Giuliano Vassalli in persona.
In effetti, pensai, la signora P. aveva chiesto al mio amico C.B. di conoscere il nome dell’avvocato che aveva vinto la causa del padre e, se vogliamo dirla tutta, ero stato io ma soprattutto se non esclusivamente il prof. Vassalli e allora mi sembrava più che giusto che proponessi questo avvocato insieme a me; in effetti si ripristinava il “doppio” vincente quel famoso processo di Salerno.
Questo aveva, quindi, stabilito che quel giorno avrei parlato subito prima di Gianzi e sotto il suo “controllo”.
Io ho sempre preferito difendere con un altro collega, non appartengo alla categoria dei “gelosi” e, questo perché ho sempre pensato che dividersi le responsabilità ti fa vivere più serenamente. Inoltre consigliare Gianzi a un cliente ti fa stare tranquillo sul fatto che non lo “consegni” ad un aguzzino che approfitta delle disgrazie altrui. L’avvocato va pagato e anche bene, ma il cliente non va maltrattato con richieste che vanno oltre un onorevole compenso.
Peggio ancora non va imbrogliato, non bisogna farsi pagare ingenerando paure nel proprio assistito, non bisogna ingigantire il caso, aggravarlo oltre il necessario. Ho conosciuto clienti che mi chiedevano di non farli arrestare per reati per i quali non è previsto l’arresto; venivano da altri avvocati che avevano chiesto un “lauto” anticipo per evitare l’arresto che era vietato dalla legge.
Così come è necessario far comprendere al cliente che l’avvocato non viene pagato a tempo, a ore, ma per ottenere il miglior risultato possibile.
E allora se, senza strepitii e lunghe arringhe, si può ottenere il migliore esito per una vicenda, il cliente deve capire che l’avvocato va pagato e anche bene, lo ripeto, anche se ha solo sussurrato una parola e ha depositato una richiesta.
Il tribunale è un luogo di lavoro intellettuale non un palcoscenico dell’Opera!
Tornando al mio luglio 1985 era il mese dopo l’impresa della vittoria del campionato del Verona di Bagnoli, ed era la prima stagione di Maradona in Italia, anzi a Napoli; un luglio senza mondiali o europei di calcio, senza Olimpiadi, ma solo con Wimbledon vinto da Boris Becker che spodestò il mio preferito John McEnroe detentore del titolo; un luglio del mio tormento.
Per vincere questo calo di concentrazione dovuto a un iper allenamento mentale (praticamente pensavo solo a quel giorno), decisi di andare a trascorrere un week end a Torraca il mio paese di origine dove c’è la casa di mio nonno Giovanni che era scomparso da pochi anni.
A luglio a Torraca andavano anche i miei genitori all’epoca ancora in vita, con mia nonna Antonietta che viveva con loro. Questo non era il massimo per una buona concentrazione, ma comunque era sempre meglio che a Salerno, non fosse altro per il clima più fresco (il paese è in collina a 450 mt sul livello del mare) e perché la famiglia ti costringe comunque a impegni nei loro confronti, tipo bagni con mia figlia piccola e altri svaghi serali.
Io andai a Torraca perché io ho bisogno di Torraca. Non ci sono più deserti, non ci sono più isole. Però se ne sente il bisogno. Per capire il mondo, bisogna a volte distrarsi; per servire meglio gli uomini bisogna tenerli un momento a distanza. Ma dove trovare la solitudine necessaria, il lungo respiro in cui si ritrova se stessi? A Torraca sicuramente. Nelle città ci sono troppi rumori del passato. Questo è il mio bisogno di quel paese. A noi due, con me stesso.
Io avevo già sperimentato questa magia di quel luogo ai tempi dell’università quando trascorsi con il mio amico Vittorio Provenza, una settimana di ritiro “spirituale” per concentrarci sull’esame di procedura civile che dovevamo sostenere nel luglio 1978, sempre luglio. Allora a Torraca, in casa, c’era solo mio nonno immobilizzato a letto e accudito dalla vecchia cameriera Titina e, benché fosse un filosofo e lontano anni luce dalle tecniche della procedura civile, era comunque piacevole intrattenerci con lui a scambiare due chiacchiere la sera, dopo la full immersion sui testi di Zanzucchi.
Dopo 7 anni ero di nuovo lì.
E, questa volta dopo le resistenze che dovevo opporre durante il giorno a mia madre che voleva farmi mangiare a tutte le ore (le madri fanno mangiare fin dalla nascita i loro figli e continuano anche se vanno a difendere nelle Corti di Assise); a mia nonna che voleva parlarmi a tutte le ore e suggerirmi brani di teatro da lei praticato in gioventù; finalmente arrivavo alla sera e scambiavo una chiacchiera con mio padre, il figlio di quel mio nonno filosofo.
Mio padre non era una persona completamente diversa dal padre e da me, molto introverso in privato, ma allegro ed estroverso in compagnia, molto riservato, taciturno. Era laureato in filosofia ma insegnava latino e greco nei licei (all’epoca era in pensione), ma, soprattutto era un pianista: aveva conseguito il diploma di decimo al conservatorio. Viveva per la musica e, nonostante ciò, per rispetto del mio “ritiro” in quei giorni limitò al massimo le sue scorribande sul pianoforte.
Una sera ebbi da quella persona, da quello che meno me lo aspettavo, un “aiuto” per la mia discussione, un aiuto letterario, un aiuto alla sua maniera che riguardava il mondo classico della Grecia che conosceva a menadito.
Gli avevo parlato a Torraca del problema del processo e lui mi aveva guardato con un sorriso sornione quasi a dirmi, ci penso io.
Il mercoledì successivo, nell’entrare in studio a Salerno, di pomeriggio, trovai mio padre in sala d’attesa seduto a fianco di una cliente.
Proprio così, questo era mio padre, nonostante la segretaria avesse insistito perché entrasse dentro da me dove tra l’altro c’era l’aria condizionata, lui aveva preferito la sala d’attesa. Era schivo in tutto.
Mi disse con un sorriso che altrimenti che sala d’attesa è se non si attende?
Appena si fu seduto nello studio mi allungò un libro di quelli rilegati dopo che la copertina si è consumata a furia di consultarli, e mi disse: “tieni, è un testo che raccoglie i discorsi di Lisia. In uno Lisia affronta il problema della credibilità dei delatori. Me ne sono ricordato a Torraca quando parlavi dei pentiti. Vedi se ti può essere utile”.
Aggiunse, con quel sorriso appena accennato che faceva quando voleva sfotterti, che mi aveva piegato la pagina sul discorso che mi interessava e mi aveva anche scritto con la sua Olivetti la traduzione in italiano per “semplificarmi il compito”.
In realtà avrà pensato che ci avrei messo 5/6 ore a tradurre il testo.
Mio padre se ne andò subito, forse doveva correre a suonare, aveva fatto tutto quello che aveva potuto, ma non immaginava che con quel libro mi fece anticipare quello che nell’ultima udienza del processo recitò, di Lisia, niente di meno che Alberto Dall’Ora uno dei più grandi avvocati che ho sentito discutere in vita mia, l’avvocato di Enzo Tortora.
Mio padre non mi aveva fatto vincere la causa, mi aveva fatto fare una bella figura, e, forse questo vuole un padre da un figlio.
Il 31 luglio partii di buon ora per Napoli: ero il primo a prendere la parola quel giorno.
(Giovanni Falci)



Il prof. Pietro Falci (Padre di Giovanni Falci)


Torraca


Prof. Alfonso Stile


Avv. Michele Cerabona


Martucci


Dall'Ora con Tortora e Della Valle


Avv. Vincenzo Maria Siniscalchi


Avv. Aldo Cafiero


Alfonso Martucci



Inserito da Golfonetwork lunedì 20 aprile 2020 alle 21:21 commenti( 0 ) -

Comunicato Coordinamento Provinciale dei Forum dei Giovani-Salerno

Il Coordinamento Provinciale dei Forum dei Giovani-Salerno ha accolto l'invito del Governatore della Regione Campania Vincenzo De Luca il quale ha esortato gli enti territoriali di terzo settore a stilare e ad inviare al Consiglio Regionale proposte ed interventi da attuare nella fase due, speriamo prossima, nel contesto dell'emergenza da COVID-19. 
Il Coordinamento Provinciale è un organismo di rappresentanza e di raccordo dei Forum dei Giovani Comunali attivi nella Provincia di Salerno, aperto alla partecipazione di tutti i giovani senza alcuna discriminazione, nonché un luogo di crescita, di scambio di idee, di confronto tra giovani che vivono in diverse realtà territoriali della Provincia, in cui si perseguono i comuni obiettivi rispettando le singole realtà locali.
Alla luce di ciò, anche in questa occasione, fondamentale è stato il momento di "incontro" con i Forum comunali, dopo un ampio confronto con i ragazzi dei Forum giovanili della Provincia di Salerno attraverso una serie di riunioni virtuali, il Coordinamento Provinciale dei Forum dei Giovani- Salerno si è fatto carico di raccogliere proposte ed istanze e di formulare un documento che è stato inviato al Governatore De Luca.
Sono state poste all'attenzione di Vincenzo De Luca e della Regione Campania, che si prepara alla fase 2, proposte e suggerimenti sulle seguenti tematiche: Misure per il sostegno dei Neet, Interventi per la riduzione del digital divide, Interventi in favore del comparto turistico.
Il nostro intento è quello di focalizzare l'attenzione su problematiche che spesso vengono sottovalutate, ma al contempo molto importanti per far ripartire il nostro paese. Quello al lavoro e all'istruzione, ad esempio,  è un diritto che va tutelato e garantito e per questo è dovere delle istituzioni intervenire in merito non solo fornendo strumenti digitali ma prima ancora fornendo una connessione internet a banda larga per permettere il sereno svolgimento dello smart working e delle lezioni scolastiche, in maniera uguale, a tutti.

La proposta:
1. Misure per il sostegno dei Neet
Si propone la riattivazione e la rimodulazione del progetto "Garanzia Giovani" il cui finanziamento già stanziato, complessivamente pari a € 55.000.000,00, può essere reinvestito per la formazione online a favore della digitalizzazione, resasi necessaria per fronteggiare le conseguenze di questa pandemia. Infatti, inizialmente era prevista l'erogazione di un importo pari ad € 300,00 mensili per massimo 6 mesi, a carico della Regione Campania, a copertura dell'indennità di partecipazione per i cosiddetti "Neet", ovvero, giovani tra i 16 e i 35 anni, che non studiano e non lavorano. Gli enti accreditati di formazione potranno poi predisporre i corsi di formazione online ai fini della digitalizzazione per gli utenti che si iscriveranno alle, già convenzionate, piattaforme e agli sportelli ad hoc (ad esempio, ClicLavoroCampania). In tal modo si favorirà l'inserimento nel mondo del lavoro di giovani disoccupati e/o inoccupati che, attraverso le conoscenze apprese, potranno predisporre la creazione di apposite app, anche per delivery, e/o siti e-commerce, per rispondere, quindi, alle esigenze dello stesso mercato del lavoro che si deve necessariamente adeguare alle restrizioni volte al contenimento del contagio.
 
2. Interventi per la riduzione del digital divide
Il distanziamento sociale ha provocato un massiccio affidamento alle modalità di Smart working ed E-learning, pratiche già molto diffuse in altri paesi, soprattutto del nord Europa, ma non abbastanza utilizzate in Italia. Molti studenti si sono visti costretti ad utilizzare nuovi strumenti, senza però avere, spesso, le giuste attrezzature per poterne fruire a pieno. Il MIUR, in tal senso, ha giustamente deciso di non fermare le lezioni, utilizzando delle piattaforme web e fornendo agli studenti meno abbienti dei tablet in comodato d'uso. Questa è sì una buona decisione, ma non tiene conto che non tutte le famiglie dispongono di una connessione internet. Come ci dimostrano i dati ISTAT, in Campania solo il 52.2% delle famiglie dispone di una connessione internet a banda larga e questo dato ci fa ben capire come siano necessari interventi per consentire alla popolazione di accedere al web ed ai suoi servizi in tutta sicurezza ed a prezzi agevolati. Se non si interviene subito ciò accentuerà la stratificazione sociale e non si daranno le stesse opportunità a tutti. Un accesso ad una connessione internet non è necessario solo per gli studenti di ogni ordine e grado, ma interessa tutti i giovani che continuano a lavorare in Smart working, coloro che devono accedere a corsi di formazione online, ma anche coloro che la utilizzano per restare in contatto con i propri cari tramite smartphone, tablet e PC. Chiediamo quindi che la Regione Campania si inserisca sul solco già tracciato dal Governo con il cd. Decreto "Cura Italia", verificando che tutti i comuni possano disporre di una connessione a banda larga, velocizzando i cantieri da aprire e concludendo in tempi celeri quelli già aperti, nonché prevedere la possibilità di un accesso gratuito soprattutto alle famiglie meno abbienti e che ne facciano richiesta, sicuri che tale intervento contribuirà nel contempo all'innovazione dell'intero Paese.
 
3. Interventi in favore del comparto turistico
Avendo il Coordinamento già in passato affrontato il tema in numerose manifestazioni, sente la necessità di chiedere interventi per far ripartire tutto il comparto turistico. Gli operatori del settore, si sono già espressi immaginando una ripartenza del turismo a ritmo dell'Italia degli anni Cinquanta e cioè un turismo di prossimità, fatto di gite fuori porta, escursioni al mare, nelle valli e in montagna di pochi giorni. Per quest'anno si prevedono perdite considerevoli che andranno sicuramente ad intaccare anche il morale e l'animazione sociale di tante realtà. Avendo avuto modo di collaborare nel corso di un nostro evento con il sindaco di Pollica, il dottor Stefano Pisani, sottoscriviamo la sua proposta degli Holiday Bond per rilanciare l'economia del comparto turistico. Gli Holiday Bond sono uno strumento efficace e originale che siamo sicuri potrebbe dare ottimi risultati. La regione potrebbe efficacemente supportare questo strumento predisponendo un portale in house per gestire le prenotazioni e gli alloggi, nonché favorire l'immagine unitaria del turismo in Regione Campania, fatta di meraviglie naturali, storiche e architettoniche, di musei e parchi naturalistici, nonché di eventi, manifestazioni nonché feste di paese che preservano tutt'oggi l'autenticità delle tradizioni e dei luoghi.
(Coordinamento Provinciale Forum dei Giovani Salerno)


Inserito da Golfonetwork lunedì 20 aprile 2020 alle 21:02 commenti( 0 ) -

Concorso per componimenti in prosa e/o poesia in dialetto cilentano

I EDIZIONE:
“PASCA E ATI CUNDI”
BANDO DEL 19 APRILE 2020

1. SOGGETTO PROMOTORE
L’associazione Canonico Don Barbato Iannuzzi con sede legale a Valle dell’Angelo (Sa), con il patrocinio dell’Unione dei Comuni Alto Calore e con l’ausilio, e la partecipazione, del personale dei Carabinieri Forestali del Parco della caserma di Valle dell’Angelo, in ottemperanza ai decreti ministeriali, con una forte motivazione sociale e soprattutto culturale, promuove questa iniziativa per incentivare la socialità tra generazioni diverse, così da far dialogale i nipoti e i nonni attraverso la condivisione della narrazione riguardante la ricca cultura pasquale in Cilento.

2. SOGGETTI INTERESSATI
Il concorso è rivolto esclusivamente ai bambini della scuola primaria e della scuola secondaria di I grado, residenti nei comuni dell’Unione dei comuni Alto Calore (Campora, Castel San Lorenzo, Felitto, Laurino, Magliano Vetere, Monteforte Cilento, Piaggine, Sacco e Valle dell’Angelo).
I bambini potranno partecipare singolarmente al concorso con una sola opera inedita e autentica, sarà premura della giuria verificarne l’autenticità, concernente il tema che sarà chiarito ai punti (3)  e (6) del presente bando.
Il componimento dovrà essere inviato entro il 4 maggio 2020 ore 21.00, pena l’esclusione dal concorso, al seguente indirizzo mail: associazioneiannuzzi@libero.it.
Il componimento dovrà essere presentato in forma anonima come chiarito nel punto (5), per non inficiare il giudizio dei giurati; ovvero, produrre un file in formato PDF recante solo il titolo del componimento, senza dati anagrafici.

3. INIZIATIVA
Il concorso si colloca in un periodo storico particolare in cui appare necessario riscoprire i valori legati alla famiglia e alla memoria delle nostre comunità; di fatto in una società sempre più veloce, e che pretende una produttività assillante, vengono accantonati i valori della tradizione e ne viene interrotta la trasmissione. L’oralità ha caratterizzato la nostra civiltà, donandoci un immenso codice di valori, tradizioni, usi e costumi.
Questa Pasqua passata tra le mura domestiche, si spera, avrà certamente coinvolto i bambini nella preparazione di “piatti tradizionali” e nella narrazione della “Pasqua di una volta”, e, in molti casi, ha avvicinato i nonni ai nipoti.
Ci si propone in questa sede di dare la possibilità ai bambini di raccontare qualsiasi storia della TRADIZIONE concernente il periodo pasquale. Saranno accolte le narrazioni relative alle “storie” dei PRODOTTI TIPICI di questo periodo, alle USANZE, ai COSTUMI e a tutto quello che succedeva, o succede ancora, nel periodo più importante per la religione cattolica.

4. REQUISITI DI PARTECIPAZIONE
Al Concorso sono ammessi componimenti in prosa o in poesia, scritti esclusivamente in DIALETTO.
Al concorso partecipano i bambini della scuola primaria e della scuola secondaria di I grado, residenti nei comuni dell’Unione dei comuni Alto Calore.
La partecipazione al Concorso è gratuita.

5. MODALITÀ DI PARTECIPAZIONE
Per partecipare è obbligatorio inviare una mail all’indirizzo: associazioneiannuzzi@libero.it con accluso un file in formato PDF, il PDF deve essere strutturato secondo le modalità descritte in (5.a):

5.a) PDF:
a) Opera deve essere scritta tassativamente in DIALETTO
b) Il titolo dell’opera (In dialetto ovviamente)
c) L’opera (non c’è limite di battute)
d) In calce a destra il numero di telefono di un genitore, verrà utilizzato nel caso di vincita

6.CARATTERISTICHE DELLE OPERE (tecnica e tematiche)

a. I componimenti dovranno essere prodotti esclusivamente in DIALETTO CILENTANO (quello parlato da nonni, genitori, ecc.)
b. La tematica è stata chiarita al punto (3)
c. La struttura del componimento è chiarita al punto (5)
d. È vietato autografare, seppure digitalmente, le opere, pena l’esclusione dal concorso

7. CONDIZIONI DI PARTECIPAZIONE
Come chiarito precedentemente, a ciascun partecipante è consentita la presentazione di un solo componimento INEDITO e AUTOGRAFO (scritto da chi partecipa), o di prosa o di poesia.
I partecipanti iscrivendosi al concorso accettano e acconsentono al trattamento dei dati personali, secondo D.Lgs. 196/2003 sul trattamento dei dati personali. I dati personali saranno utilizzati ai soli fini del presente concorso.

8. CRITERI DI VALUTAZIONE
La valutazione delle opere di prosa e/o poesia sarà svolta da una commisione composita e composta da esperti accademici in materia dialettologica; col solo fine di garantire una valutazione equa l’anagrafica dei giurati sarà resa nota a concorso ultimato, nel rispetto della trasparenza assoluta. Pertanto, di seguito viene resa nota solo l’affiliazione accademica dei giurati:

a) (Università di Napoli “Federico II”)
b) (Università di Vienna)
c) (Università degli studi di Salerno),
d) (Centro Internazionale di dialettologia ALBa)

I componimenti saranno valutati equamente poiché consegnati ai giudici nel loro solo contenuto. Al fine di garantire la massima trasparenza, i valutatori non saranno a conoscenza del nome dell’autore delle opere che esamineranno; i dati e i nominativi dei candidati saranno gestiti esclusivamente dall’associazione promotrice del concorso e resi noti il giorno della premiazione.
Per la valutazione sarà attribuito un punteggio che va da (0 a 10) per ciascun componimento, da ogni giurato; infine sarà fatta la somma dei punteggi per ciascun componimento, tale somma genererà una graduatoria che determinerà la classifica finale, individuando così i primi tre classificati.
Il punteggio sarà attribuito arbitrariamente da ciascun giurato in base a criteri individuali e soggettivi.
Il giudizio dei valutatori resta insindacabile e inappellabile

9. PREMI E PREMIAZIONE
a) Il primo classificato otterrà un uovo di cioccolato gigante realizzato artigianalmente da un produttore locale
b) Il secondo classificato riceverà materiale didattico
c) Il terzo classificato riceverà un gioco da tavola

Il momento storico non ci consente di effettuare una cerimonia di premiazione, pertanto i premi saranno distribuiti a domicilio dall’ente promotore dell’evento e dalle persone individuate dallo stesso.
A seguito della lettura dei componimenti l’ente si impegna ad organizzare una cerimonia di premiazione, appena ci sarà consentito, durante la quale verranno lette tutte le opere pervenute. Inoltre, sarà compito dell’associazione provvedere alla produzione di un opuscolo contenente le opere da donare a tutti i partecipanti.
(M. Qalt)


Inserito da Golfonetwork lunedì 20 aprile 2020 alle 19:58 commenti( 0 ) -

Federcepi Costruzioni: La «fase 2» non si negozia con pochi eletti

Federcepi Costruzioni plaude all’iniziativa di commercianti, artigiani e pmi

Accogliamo con soddisfazione e piena condivisione il documento sottoscritto congiuntamente da Confartigianato, Casartigiani, CLAAI, CNA, Confcommercio, Confesercenti, Confapi, Compagnia delle Opere, con cui si rivendica, da parte della Regione Campania, l’attivazione di tavoli di concertazione quanto più possibile aperti e condivisi per la pianificazione della cosiddetta “Fase 2” per la ripresa delle attività economiche e produttive.
È evidente che la decisione della Regione Campania di negoziare esclusivamente con Confindustria e con le organizzazioni sindacali dei lavoratori – vale a dire con una parte ampiamente minoritaria del sistema produttivo regionale – non può in alcun modo aiutare a definire le migliori e più condivise strategie.
È tempo di superare la logica dell’autorappresentatività, tanto più di quelle che soltanto nella storia – in qualche caso peraltro anche molto remota – mantengono una carica di apparente prestigio all’interno della categoria. Basterebbe un mero, anche superficiale, esame dei numeri e delle cifre per comprendere il reale “peso specifico” di una associazione, la sua vera e inconfutabile “carica rappresentativa”, la sua credibilità.
La Fase 2 impone una concertazione aperta con il “vero” sistema produttivo: con la base rappresentativa più ampia possibile di aziende, imprese, lavoratori, che oggi scontano sulla propria pelle enormi difficoltà e problemi legati ad una ripresa che non appare affatto semplice. Né tanto meno automatica.
Bene hanno fatto le suddette associazioni a denunciare che la riapertura dei cantieri non può e non deve essere negoziata dalla Regione Campania con la sola ANCE. Un pur sommario esame dei numeri, varrebbe a comprendere che la parte  estremamente maggioritaria della categoria, non si riconosce oggi in un sistema che continua a privilegiare poche e grandi realtà. Il sistema produttivo locale è caratterizzato da PMI, che preferiscono riconoscersi in altre associazioni (o addirittura prescindere da ogni rappresentanza). Ben farebbe la Regione prima, ed il Governo poi, ad acclarare la reale rappresentatività dei propri interlocutori, prima di avviare tavoli di confronto e concertazione.
Sarebbe deleterio trattare con chi rappresenta se stesso o poco più. Con chi rappresenta una parte ampiamente minoritaria del sistema produttivo.
È giusto quindi che la Regione Campania prima – ed il Governo poi – negozino con TUTTE le associazioni di categoria, le possibili strategie di riapertura.
Non con chi rappresenta l’8% di un comparto (ed in qualche caso anche meno).
Ribadiamo e confermiamo con forza la necessità di tavoli aperti a tutte le rappresentanze, affinché la Fase 2 trovi il sostegno e la condivisione di tutto il sistema produttivo, e non soltanto di pochi “eletti”.
Salerno, 20 aprile 2020
(Federcepi Costruzioni - Il presidente Antonio Lombardi)

Inserito da Golfonetwork lunedì 20 aprile 2020 alle 19:52 commenti( 0 ) -

Notizie Flash (20/4/2020)

Emergenza Coronavirus- In Campania consentita attività agricola. Infatti, in tempo di emergenza da Covid-19, le attività di cura di orti e poderi, anche per autoproduzione, e degli animali da cortile è autorizzata. A precisarlo è la stessa Regione Campania con una nota chiarificatrice. 

Praiano- Segnalata grossa chiazza di carburante nelle acque marine antistanti Marina di Praia. Sul luogo la Guardia Costiera per i dovuti accertamenti.

Sala Consilina- Donna viola la quarantena e si reca all'Ufficio Postale di Trinità. Pizzicata dai Vigili Urbani e sanzionata, ufficio postale chiuso in via precauzionale per la sanificazione.

San Giovanni a Piro- Carabinieri individuano e denunciano per truffa 10 persone che percepiscono il reddito di cittadinanza illegalmente (alcuni di loro lavorano anche in nero): in totale devono restituire allo Stato circa 140.000 euro. Inoltre, il beneficio economico, è stato revocato per tutte le dieci persone pizzicate dai militari.

San Giovanni a Piro- Carabinieri denunciano per truffa pregiudicato giunto da Napoli per fare acquisti in paese con un assegno rubato a Potenza.

San Giovanni a Piro- Carabinieri denunciato coppia del posto per ricettazione perché trovata in possesso di un telefono cellulare rubato.

Inserito da Golfonetwork lunedì 20 aprile 2020 alle 19:49 commenti( 0 ) -

Piana del Sele: furti nei supermercati, arrestate tre donne di Eboli

Piana del Sele- I Carabinieri della Stazione di Capaccio Scalo hanno dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare emessa nei confronti di tre cittadini, responsabili di aver commesso furti nei supermercati della Piana del Sele. Gli eventi, accaduti nell’estate scorsa, avevano la firma di tre donne di Eboli, identificate e tratte in arresto in seguito a un’articolata indagine condotta dalla Stazione Carabinieri di Capaccio Scalo: le donne si introducevano nei supermercati, trafugando furtivamente generi vari. Dopo le formalità di rito, le donne sono state tradotte presso la propria abitazione, in regime degli arresti domiciliari.
(Carabinieri)

Inserito da Golfonetwork lunedì 20 aprile 2020 alle 19:39 commenti( 0 ) -

Psi Salerno-FGS Campania: Acqua, tempo e sapone per il 25 aprile

In tempi di crisi economica e sociale dettata dal rischio pandemia, l'igiene personale diventa strumento fondamentale per evitare il contagio con un virus molto pericoloso.
La cosa più importante è lavarsi per tempi medio-lunghi - si consiglia per almeno 20 secondi -: il tempo che occorre per cantare la prima strofa de "L'internazionale", per fare una battuta.
Ci sono alcuni casi, però, in cui la storia popolare insegna che l'utilizzo di acqua e sapone risulta poco proficua, anche in tempi del genere: per lavare la testa al mulo, in particolare.
Attaccare un esponente della Lega che prova a minimizzare sulla storia che ha reso questo Paese una Repubblica dopo un periodo tanto buio quanto è semplicemente pubblicitario per un "soggetto politico" che ha più rappresentanza nel sostantivo che nell'aggettivo qualificativo.
Il 25 aprile è e resterà sempre una festa nazionale che va celebrata da ogni forza politica. Il soggetto in questione - e il suo partito - renda omaggio, così come giustamente dichiarato anche dall'Anpi, a tante donne e tanti uomini che hanno consentito al nostro Paese di essere libero e democratico da allora e per sempre, permettendo anche a soggetti politici variegati di potersi definire tali.
Silvano Del Duca (Segretario provinciale PSI Salerno) - Vittorio Cicalese (Presidente regionale FGS Campania)

Inserito da Golfonetwork lunedì 20 aprile 2020 alle 12:22 commenti( 0 ) -

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