Mario Lo Tartaro
Mario Lo Tartaro
autore,poeta,compositore

Mario Lo Tartaro - Autore, poeta, compositore - Vibonati (Sa)

Diploma de honor a Mario Lo Tartaro
Diploma de honor

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POESIE

DA VIBONATI:
QUELLO CHE SI DICE E QUELLO CHE SI PENSA

I

La piazza del paese
dove Io son nato
le ruve in discesa
son tracce del passato

Le case tutte storte
l'arco dei Tironi
la chiesa madre "STORIA"
del nostro protettore

Le contrade tipiche
le Coste e il Timpone
da Coglia a S.Venere
fino a lo Scarpone

dalle curve di Cicogna
si vedono confusi
tra ulivi, querce e sugheri,
il suorivi pilusi

L' inverno non perdona
ci vuole cappotto e guanti
il freddo gela i nervi
a tutti i politicanti

Le genti che vanno in chiesa
pregano commossi
che DIO perdona e illumina
a quelli dei ricorsi

Ronzano per il Bar
cercando di confondere
con le solite lagne stupide
e infuria poi irrompere

Le olive di quest'anno
son male a più non posso
ai coltivatori diretti
li resta qualche osso

I frantoi moderni
son pieni di difetti
mettono triste l'animo
ai coltivatori diretti

c'è chi va in campagna
a dissipar l' oblio
Umberto rotto in nervi
torna da Santo Lio

Le ulivi sulle piante
generose e copiose
tutti aspettano con incanto
la raccolta prodigiosa

Da lontano nel ciel si vede
foribunta una tempesta
imprecando tutti santi
c'è Mimì, con le mani in testa.

II

Da Gino bar OK
c'è sempre chi ti invita
tra gioco di carte e fumo
abbondano le grida

L' altro bar, "Il Ponte"
è un pò più riservato
i pensionati "alardano"
sul comodo tavolato

Tre giorni solo mancano
per il nuovo evento
i pensionati aspettano
con aria di sgomento

Nelle partite di calcio
si parla di progressi
e i tifosi Juve
gridano come ossessi

Gli attori sono già pronti
il recital comincia
la opera vento in poppa
Cinzino alla Provincia

Ai Vibonatesi in genere
le duole con emozione
che a tutti gli americani
le danno la pensione

Al ponte l' acqua fresca
ristora a tanta gente
mentre, i parlaccini indomiti
viscigliano malamente

Se un altro modo c'è
mi resto paziente,
Carmé dammi una birra
e annotami nuovamente

Le feste son bellissime
con musiche e canzoni
ansiosi molti aspettano
le nuove elezioni

La trinità completa
si trasformò in fossa,
tra teschi, brani e tibbie
un festival di ossa

A Vicente Gerbasi
gli hanno promesso un busto
poeta o non poeta
le viene a tempo giusto

Non far promesse. Pensaci...
tampoco io ti dico
Se fai lo schizzinoso
ti ni magnassi "FICU"

By Mario Lo Tartaro


IL VIANDANTE   a Diego


RITORNO IN CLASSE
Non ti curar di loro "VANNE"
là dove nasce il dia
e quando il sole illumina
a mezzo corso imparte
il suo splendor di luce
e il calor comparte,
mentre la mente e l'alma
al dolce desìo fan parte

vai, non ti girar indietro
laggiù nell'altro lato
mentre da un pensar alato
ti lasci trasportare
nel sogno tu vedrai
il nuovo mondo che ti aspetta
e per la via corretta
tranquillo camminerai.
Oh tu viandante di lungo andare
per coste e monti diversi
porta con te per favore
la esotica melodia
del mio cantare in versi.

By Mario Lo Tartaro

L'estate è finita
noi siamo qui presenti
la classe è cominciata
e ne siamo tan contenti

ci siamo divertiti
abbiamo giocato tanto
Settembre è finito
c'è rimasto solo l'incanto

per noi la vita comincia
siamo giovincelli
abbiamo l'alma in cuore
ci amiamo come fratelli

io vado sempre a scuola
con molta emozione
perchè giochiamo al futbol
dopo la lezione

ma ora che siamo in classe
tan solo a noi ci resta
il primo bacio in aula
è per la maestra

Oggi è un giorno di sole
il tempo è tanto bello
se poi non vado a scuola
mi resto "Asinello"

By Mario Lo Tartaro



7 AGOSTO 2003,
DATA CHE RICORDA I CADUTI DELLA 2° GUERRA MONDIALE


AI COMPAGNI CADUTI


EROI DIMENTICATI, COMPAGNI DELLA MIA VITA. VI 

RICORDO SOTTO IL NOSTRO PATRIO CIELO CHE VOI 

MAI PIU' RIVEDESTE. LE VOSTRE RIGOGLIOSE VITE SI 

SPENSERO SULLE CALIDE DUNE DEL DESERTO LIBICO E 

LI', GIACETE SENZA CHE CRESCA MAI UN FIORE SULLE 

VOSTRE TOMBE DI SABBIA. RICORDATE LE NOTTI DI 

TOBRUK, BARDIA, EL ALAMEIN. L'ATTESA, LA SETE, LA 

GIOIA DI UNA LETTERA DELLA MAMMA, O DI UNO 

STORNELLO CANTICCHIATO A BASSA VOCE ? BEI TEMPI… 

TRISTI RICORDI ! CI MANDARONO COI FUCILI DINANZI AI 

CANNONI, MA L' ONORE FU IL NOSTRO VESSILLO E MAI 

CEDEMMO AL VILE DISFATTISMO ! SOLO IL FRAGOR 

DELLE ARMI SPENSE IL VOSTRO ACCESO ARDORE E VI 

VIDI CADERE AL MIO FIANCO SENZA POTER PROFERIR 

UNA PRECE. LA TRISTEZZA MI VINSE E PIANSI: PIANSI

PENSANDO NEL DESTINO CRUDELE CHE AVVERSA GLI UMANI 

VOLERI E CI PERSEGUITA LASCIANDOCI IN UN MARE DI

ANGOSCIA E DI DOLORE. A VOI GIOVANI MARTIRI, INSIEME 

AI MARTIRI DI GRECIA E DI RUSSIA, FIGLI DI UN' UNICA 

PATRIA DIMENTICA: A VOI VA IL NOSTRO COMMOSSO 

SALUTO CHE SALE FIN AL PARADISO OVE VOI TUTTI 

SIETE, PERCHE' ALTRO LIDO NON V'E' PER CHI HA 

GIA' VISSUTO L'INFERNO.

CIAO DAL VOSTRO SERGENTE


EYA. EYA.
MARIO



IL POETA TRISTE

TOBRUK 1941

Quando il poeta
a poetar si accinge
lascia l'ardire
e alardear si espone
con versi tesi
insinuanti e forti
fa diramar di lagrime
al mal umore,
professa il verbo
che lo fa gioire
trova per sè il piacere
di chi lo sta ad ascoltare
non è finito il gioco
che lui ha sempre amato
ritorna indietro, però
dall'altro lato.
Decanta questa volta
lentamente:
con la sua voce
querula e profonda.
Clamando al tempo
le sue odi spente
per ritrovar in sè
il sol giocondo.

By Mario Lo Tartaro

Silente la notte riposa
sull'immenso deserto disteso
sull'arena calida e sferzata
e si spande sulla duna sopita.

Nel suo sogno lento e quieto
il firmamento apre le sue porte
alla luna che nasce di un lato
e si nasconde nelle ore più corte.

La luna che cresce e cammina
coi suoi raggi stanchi e gelosi
a illuminar va, il giaciglio celato
dove dorme il silenzio beato.

Notte d'incanto e di stupor profondo
nel cielo immenso che a Tobruk ammanta
dove gioconde brillano le stelle
la volta gremon fin che ritorna l'alba.

By Mario Lo Tartaro


DA VIBONATI
PONTE IN FESTA 1998

I

Già è una leggenda
la sagra a Vibonati
corrono come pazzi
dietro la supirsata

c'è una lunga coda
per un solo piatto
un pò di salsiccia in bocca
e la pelle per il gatto

si aboliscono le forchette
si mangia con le mani
la tipica muzzicata
è dei Napolitani

un panino è sufficiente
per una festa amena
la tasca non soffre tanto
e a bailar la "macarena"

il cielo protegga tutti
ci ha dato il ponte in festa
se non si beve vino
la fontana è là che resta

al ponte l'acqua fresca
ristora a tanta gente
i parlaccini indomiti
viscigliano malamente

 

II

c'è l'angolo dell'allegria
con musica moderna
per chi non ha mangiato
la noia si fà eterna

là sotto l'arco del Ponte
un gruppo di potenti
seduti alle sedie bianche
libbano malamente

piatti sopra piatti
bottiglie sopra bottiglie
dopo il sazio stimolo
tirano le stoviglie

poi viene il più bello
i fatti son sempre quelli
poi vengono le fesserie
e ricordano: che tempi belli

quando le sigarette
si torcevan con le dite
pi l'anima ri la vava
era una bella vita

oggi a tempo moderno
la cosa si è cambiata
con solo tre mila lire
un panino con supirsata.

By Mario Lo Tartaro


LARGO NICOTERA
Il Ponte

I

Là sotto l'ombroso platano
siede l'aulico sapiente
contento di se stesso
con voce assai stridente

gesticola le mani
con un volteggiare in fretta
stringendo fra le dita
la fumeggiante sigaretta

Là il parlare è lecito
ognuno può espressarlo
se poi di politica si tratta
gridando può anche farlo

su questo non c'è legge
c'è chi la vede giusta
dirla ad alta voce
è una forma assai onesta

Nel perimetro Nicotera
c'è un divieto di sosta
di giorno è pieno di macchine
se ne fregano, lo fanno apposta

non dico ciò che vedo
le vie son troppo strette
diamo un avviso amabile
"sgombrare" le motorette

i componenti dell'ordine
accosati di tanti reclami
indietreggiano sgomentati
gesticolando con le mani

II

la fontana dei "salus populis"
di fronte ai seduti amabili
si legge una cartella che dice
l'acqua non è potabile

si dice sottovoce
delle vasche contaminate
là c'ha bevuto un cane
nelle solite passeggiate,

hanno trovato intatto
un pelo biondo oro
hanno pensato subito
al cane di casco d'oro

non sono validi i reclami
tutto stà corretto
davanti tanta purezza
leviamoci il berretto

Non emettiamo regole
il fallo si c'è stato
mea culpa mea massima culpa
il consorzio se n'è fregato

Stai attento non bere
avvisa anche i tuoi
l'acqua tiene un nome
la fresca "scatta vuoi",

la cosa qui finisce
aspettiamo i risultati
che Dio ci protegge l'anima
e ci trova confessati.

By Mario Lo Tartaro

 

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