Si chiama Michele Pecorelli, da sempre pescatore, ed oggi in pensione per motivi di salute. Ha tre figli e sette nipoti, e, da tre anni, garantisce il cibo ai miei amati gabbiani…ed anche ai piccioni locali. Don Michele è una persona solare ed anche un amabile conversatore. Infatti, dopo aver osservato, giustamente, che “…anche loro devono mangiare!”, mi confida che viene criticato per quello che fa. Io gli rispondo: “Don Michè…’a gent adda parlà, sia se fai bene, sia se fai male!”. Parliamo a lungo di questi splendidi volatili, bianchi e grigi, con un metro e mezzo di apertura alare e con quel tipico verso acuto e stridulo. “I gabbiani -osserva don Michele- sono animali nobili e belli da vedere, soprattutto quando volano!”. “Già -gli rispondo- sono eleganti ancora e c’è da rimanere a bocca aperta nel vederli volare: ti trasmettono un grande senso di libertà!”. V’è da sottolineare che sono anche cambiati, nel senso che vivono sempre di più in città, dove il cibo lo trovano in abbondanza. Sono cresciuti di numero e sono diventati anche aggressivi. Il mondo è cambiato e sono cambiati anche i gabbiani. Comunque, io mi emoziono sempre quando li osservo in volo. I gabbiani, per i quali, come per il giovane gabbiano Jonathan Livingston (ricordate il celebre romanzo breve del 1970 di Richard Bach?), il volo è l’unica ragione d’essere! (Tonino Luppino)
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