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La ricorrenza storica:Joe Petrosino,la missione,un affare politico-diplomatico
La ricorrenza storica:Joe Petrosino,la missione,un affare politico-diplomatico



Joe Petrosino per primo intuì che il malaffare negli Stati Uniti, l'associazione detta "La Mano Nera", aveva origini italiane e, anticipando di gran lunga i tempi dell'odierna "globalizzazione", evocò la collaborazione internazionale tra i Governi per combatterla efficacemente.
Per venire in Italia ebbe l'assenso del generale Billinghan, capo della polizia di New York e le indennità del viaggio, curioso a dirsi, non furono pagate dal Municipio di New York ma da una sottoscrizione privata. Dopo la sua prima partenza dall'Italia venne con lo scopo di raccogliere dati sui pregiudicati siciliani e di concordare, con la polizia italiana, il modo come controllare il flusso migratorio verso gli Stati Uniti. L'idea era quella di concludere accordi con le autorità italiane e che queste segnalassero tutte le persone sospette che partivano per gli Stati Uniti d'America in modo da poterle sorvegliare al loro arrivo. Quindi la sua missione rivestì anche carattere politico-diplomatico. Non è ciò che oggi il nostro Governo sta tentando di organizzare con Governi di altri Stati il cui flusso migratorio ci giunge incontrollato?
Per ironia della sorte, nel primo trimestre dell'anno in cui Petrosino fu assassinato, partirono dal Regno d'Italia, per gli Stati Uniti, oltre 100.000 emigranti, un numero di gran lunga superiore a quello di qualsiasi anno precedente. Ai Prefetti, Sottoprefetti, Sindaci e agli istituti di patronato fu consigliato di non incoraggiare le partenze con avvisi esposti in pubblici luoghi.
Vi fu chi ipotizzò che Petrosino, tra gli altri incarichi, avesse anche il compito di trattare, col nostro Ministro degli Esteri e con la Direzione Generale della polizia italiana, la consegna del famoso brigante Mulone che viveva tranquillo e indisturbato sotto falso nome negli States.
In America Joe godeva di grande stima, più volte fu interpellato dai Presidenti sul servizio segreto della polizia. Il presidente Theodore Roosevelt (1858-1919), che conosceva personalmente da quando era stato Governatore a New York, di lui, dopo la sua morte, disse: "Il Petrosino era un'ottima persona. Ignorava cosa fosse la paura ed io lo rimpiango sinceramente".
Il quotidiano Il Mattino di Napoli avanzò quest'altra ipotesi: "Possiamo dare con sicurezza informazioni che il principale scopo della venuta segreta del detective internazionale Petrosino da New York a Napoli e a Palermo ha relazione con una prossima visita dell'ex presidente degli Stati Uniti Teodoro Roosevelt nella nostra città e in Sicilia. È noto che l'ex Presidente si era mostrato giustamente severo in tutte le occasioni pel canagliume, e perciò da esso odiato e forse anche condannato a morte. Il Petrosino che conosceva bene la Mano Nera americana ed in special modo gli italiani che ne facevano parte e non ignorava i rapporti esistenti tra la delinquenza di New York e la mafia siciliana, era venuto in Sicilia dagli stati Uniti per sorvegliare la venuta di Roosevelt e non si circondò che dei suoi confidenti, rifiutando la scorta."
Roosevelt giunse a Napoli il 4 aprile 1909, il Sindaco, autorizzato dal Consiglio, gli portò i vivi sentimenti di ringraziamento, a nome di tutti gli italiani, per quanto l'America fece nei giorni del terremoto che distrusse Reggio e Messina. Dopo un breve soggiorno, passò a visitare le città terremotate.
(Ferruccio Policicchio)



Il luogotenente di polizia Petrosino
(Fare clic sull'immagine per ingrandire)



Inserito da Golfonetwork martedì 7 marzo 2023 alle 17:05


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