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Luciano Ignacchiti: Premio Albero Andronico
Facendo seguito al comunicato stampa del 14/12/2022 col quale ho omaggiato i miei estimatori e non, delle sottoelencate liriche, componenti la silloge dal titolo “Sacralità umana” con la quale ho partecipato al concorso nazionale di poesia XVI EDIZIONE 2022 indetto dall’Associazione culturale “Albero Andronico” di Roma,

comunico

che l’attesa premiazione, salvo imprevisti, avverrà il 5 aprile c.a. alle ore 16.00 in Campidoglio nella Sala Protomoteca, come da comunicazione pervenutami il 5 marzo c.a.
La silloge con cui ho partecipato risulta selezionata per la premiazione tra i primi 25 autori su 900 concorrenti della sezione poesia.
Certo della condivisione gioiosa per il risultato ottenuto (trattasi della decima premiazione nazionale ricevuta in Campidoglio), saluto con sentimenti di stima fraterna e porgo i miei più sentiti auguri per le prossime festività Pasquali.
DICHIARAZIONE PERSONALE: LA POESIA E' PITTURA SILENZIOSA
(Luciano Ignacchiti)

Indice delle liriche della Silloge selezionata “Sacralità umana”
1 “Lettera a Gesù”
2 “Il Covid ‘19”
3 “Soffio di vento”
4 “Tramonto”
5 “Ottimismo”
6 “Ai non nati”
7 “Se ci si potesse amare”

Silloge B Premio Albero Andronico 2022 (Fare clic qui per leggere)


Luciano Ignacchiti

Inserito da Golfonetwork lunedì 27 marzo 2023 alle 20:55 commenti( 0 ) -

Volley,A2:Cave del Sole Lagonegro-Delta Porto Viro 1-3

Sciupa l’occasione di poter conquistare tre importanti punti salvezza la Cave del Sole che perde l’ultima gara in casa della regoular season.
E' Porto Viro a condurre il primo set, i lagonegresi entrano poco in gara lasciando così agli ospiti la possibilità di chiudere il primo set. Nel secondo arriva la reazione dei padroni di casa che nella metà del set riescono a trovare continuità e dal pareggio del 21-21 vanno ai vantaggi e chiudono il set. Nel terzo parte subito bene Lagonegro, poi si fa recuperare ed é costretta a rincorrere gli ospiti seppur di due lunghezze. Nel finale una indecisione si mostra fatale e il set scivola nelle mani dei veneti.

CRONACA DEL MATCH
Inizio in temporanea parità nel primo set poi Porto Viro trova un leggero vantaggio sul 2-4 ma arriva il pareggio di Lagonegro con Biasotto sul 5-5. Ancora un vantaggio sul 7-10 per i veneti che mettono avanti il capo e costringono mister Lorizio a chiamare il tempo sul 8-12. Al rientro Krzysiek mette giù un ace e gli ospiti continuano a mantenere il distacco (13-17). I lagonegresi fanno fatica a contenere e mister Lorizio chiama ancora i suoi sul 13-19, in difesa alcune indecisioni sono fatali per i padroni di casa che lasciano a Porto Viro ampi spazi (14-22). Mister Lorizio cambia la diagonale e inserisce Mastrangelo-Biasotto Morgan al posto di Izzo e Wagner. Il vantaggio però per gli ospiti è alto e così Porto Viro porta a casa il set.
Secondo set in equilibrio, poi sono ancora gli ospiti che trovano il vantaggio con un ace di Pierotti sul 6-8 ma Urbanowicz in diagonale riporta Lagonegro a -1. I biancorossi ottengono il minimo scarto sul 10-11 poi è ancora Porto Viro a dettare legge (11-15). Mister Lorizio sceglie di inserire Armenante al posto di Urbanowicz. Biasotto trova il 15-17 ma Porto Viro piazza un break sul 15-19. Biasotto porta i suoi sul -2, Porto Viro si riporta sul 18-21 poi Lagonegro guadagna terreno e quando Sperandio manda out il suo attacco il punteggio è 20-21. L’opposto brasiliano di Lagonegro trova il pareggio sul 21-21. Nel finale si fa punto a punto, Garnica trova l’ace del 23-24, mister Lorizio chiama i suoi e al rientro Armenante ripristina la parità. Servono i vantaggi per chiudere il set e Lagonegro riesce a  ripristinare la parità.
Il terzo set inizia con Lagonegro che entra subito con il giusto piede e si porta sul 4-1, cosicché Mister Battocchio chiama il tempo. Porto Viro recupera lo svantaggio e si porta sul 6-5 ma Wagner sale in cattedra e permette alla Cave del Sole di andare ancora in vantaggio sul 9-6 e poi sul 10-7. Gli ospiti poi approfittano di qualche errore dei padroni di casa e ripristinano la parità sul decimo punto. Mister Lorizio chiama il tempo, al rientro è ancora parità (11-11). Panciocco e Wagner riportano Lagonegro in avanti 14-13 Armenante sigla il 16-16 poi Porto Viro rimette due punti di distanze e mister Lorizio chiama il tempo sul 16-18. Armenante tocca ancora il muro e trova il -1 , Krzysiek sbaglia l’attacco ma Erati trova il 20-22. Boscardini al servizio concede il set point agli ospiti sul 22-24 poi Wagner, miglior realizzatore del set, riporta ancora i suoi sul 23-24 ma lo scambio successivo è fatale per i biancorossi che non si intendono e lasciano cadere la palla del 23-25.
Nel quarto set è ancora parità, poi un attacco out di Armenante porta Porto Viro sul 7-9 ma Wagner ripristina il -1. Ancora punto a punto e ancora 12-14 per gli ospiti ma questa volta Wagner  usa il pallonetto per riportare il -1 sul 13-14. Porto Viro trova un ace con Krzysiek allungando sul 15-18. Mister Lorizio chiama il tempo sul 16-19. Il muro di Porto Viro ferma l’attacco di Panciocco sul 17-21 e Lorizio chiama ancora il tempo. Al rientro il muro biancorosso si incarica di fermare gli ospiti: la Cave del Sole guadagna terreno (19-21) poi Armenante trova il muro del 21-23, poi però gli ospiti trovano il match point e poi chiudono la gara e portano a casa tre punti.
(Paola Vaiano)

Cave del Sole Lagonegro : Boscardini 4, Biasotto Man 10, Izzo 2, El Moudden, Panciocco 12, Biasotto Morgan, Mastrangelo, Bonola , Wagner 19, Di Carlo (L), Armenante 7, Urbanowicz 3. All. Lorizio

Del Group Porto Viro : Erati 21, Zorzi, Russo (L), Vedovotto, Sette14, Lamprecht (L),  Barone 8, Maccarone, Garnica 3, Bellei, Pierotti 9, Sperandio, Krzysiek 15, Iervolino. All. Battocchio

16-25, 28-26, 23-25, 22-25

22’, 34’, 30’,  Tot h 13’

Lagonegro : 9 muri, 1 Ace, 14 Errori in battuta, 44% Attacco, 49% (31%)Ricezione
Delta Group Porto Viro: 12 muri, 6 Ace, 17 Errori in battuta, 50%Attacco, 57% (34%)Ricezione
Arbitri: Colucci Cavalieri



Inserito da Golfonetwork lunedì 27 marzo 2023 alle 20:33 commenti( 0 ) -

La ricorrenza storica: Joe Petrosino, un sussidio alla famiglia



La storia di Giuseppe Petrosino racchiude in sé la storia di tante altre persone del nostro sud, la drammatica storia della miseria e la conseguente emigrazione.
Agli inizi del XX secolo New York era una città fatta da molte nazioni, ciascun nucleo conservava la sua lingua e le sue abitudini, aveva la sua stampa, la sua vita pubblica e i suoi grandi uomini. Il nucleo italiano era uno tra i più numerosi. "A Merica", luogo dove si dava per scontata ricchezza e felicità e la mente spaziava in una infinità di cose belle: il miraggio.
Un calcolo fatto per approssimazione, non esistendovi studi statistici che offrissero numeri precisi, dava, alla fine della prima decade del secolo, mezzo milione di italiani tra New York e le sue immediate vicinanze.
Dal Governo federale americano non fu chiesta alcuna indennità pecuniaria all'Italia per la morte di Petrosino. Si ritenne che l'indennità dovesse essere morale, cioè che il nostro Governo si fosse adoperato validamente affinché gli assassini venissero consegnati alla giustizia.
Alla fine del 1909 cominciarono ad assumersi informazioni sui familiari del Petrosino in Padula e ogni comunicazione fu trattata con il più alto riserbo.
Al Sotto Prefetto di Sala, a firma del Prefetto Zoccoletti, il 3 dicembre 1919, giunse il seguente telegramma codificato: "Prego favorirmi telegrafiche informazioni riservate precise sulle condizioni economiche di famiglia di 6455 4788 3934 18860 e 2173 fu 8250 4351 residenti a 5320 17149 41111 38698 dello 17105 4240 701 15925 di 6781 57013 58900 6499 4788 3534 Giuseppe e se sia il vero 35982 57009 19410 56104 da costui".
Decodificato ebbe il seguente significato: Prego favorirmi telegrafiche informazioni riservate precise sulle condizioni economiche di famiglia di Petrosino Vincenzo e Michele fu Prospero residenti a Padula fratelli dello ucciso luogotenente di polizia americana Petrosino Giuseppe e se sia vero che essi erano largamente sussidiati da costui.
Risultò che Joe, quando era in vita, soccorreva i fratelli in modo che questi col denaro che ricevevano provvedessero ai bisogni della vita menandola senza privazioni ed alquanto agiata.
Le informazioni conclusero che le condizioni non erano floride, Vincenzo viveva facendo il barbiere e Michele il sarto.
Venuto meno il fraterno sussidio, Michele, afflitto dal bisogno, a settembre dello stesso 1909, fu costretto ad emigrare lasciando a Padula la moglie con cinque figli (Prospero, Giuseppe, Giovannina, Vincenzo e Gilda), mentre in paese viveva solo il fratello Vincenzo.
Il Governo italiano, attraverso il Ministro dell'Interno, provvide a un sussidio di 150 lire per ciascun fratello. Il Prefetto di Salerno, nella missiva inoltrata il 30 marzo 1910, al sindaco di Padula raccomandava che, all'atto della consegna, avesse cura affinché la moglie di Michele, Rosina Tepedino, alla quale era stato concesso il sussidio in sostituzione del coniuge assente perché emigrato dichiarasse "di ricevere la somma in nome e per conto del marito".
(Ferruccio Policicchio)



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Adelina Saulino (1869 - 1957)
Moglie di Petrosino
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Inserito da Golfonetwork lunedì 27 marzo 2023 alle 19:48 commenti( 0 ) -

Caselle in Pittari: Martedì 4 Aprile «Commemorazione della morte di Gesù»


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Inserito da Golfonetwork domenica 26 marzo 2023 alle 22:02 commenti( 0 ) -

Caselle in Pittari: Sabato 1 Aprile «Sulle tracce di Abele»
SULLE TRACCE DI ABELE
Sabato 1 aprile - ore 15:30

In occasione del centenario della morte di Abele Parente (23 marzo 1923), la pro loco Caselle in Pittari, propone una passeggiata narrante tra i "luoghi" del nostro paese, che meglio raccontano la vicenda umana del medico casellese. Le tappe da percorrere, sveleranno aneddoti, racconti, storia, politica, di una delle più importanti personalità del nostro ventesimo secolo. Una memoria da rigenerare e da accompagnare, alle già importanti attività bibliografiche del prof. Fusco. Una memoria che deve conservare peró, anche il carattere popolare dei luoghi, delle famiglie, della nostra memoria orale, di quel dedalo comunitario che ci dice chi siamo, con una decifrazione possibile solo se sappiamo da dove veniamo. Storia e memoria non sono la stessa cosa, ma sono entrambi legate al passato, ed entrambi saranno segugio e traiettoria in una passeggiata che vuole rivelare le tracce di un casellese illustre (al suo tempo) morto 100 anni fa, e che tanto bene aveva sperato, e fatto, per la sua comunità.
Sulle tracce di Abele inizia da via calata Vittoria (scuola della musica), casa natale di Abele Parente e si conclude al cimitero (realizzato per volontà testamentaria di A. Parente). Ci saranno altre tappe intermedie nel centro storico, in piazza Olmo e nella piazza che porta il nome di Abele Parente, ma che noi genericamente chiamiamo giardinetti.
- La durata della passeggiata è prevista in 3 ore.
(Pro Loco Caselle in Pittari)



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Inserito da Golfonetwork domenica 26 marzo 2023 alle 21:47 commenti( 0 ) -

Il giudice Esposito:«Ai tempi di Pisacane,Magistratura efficace e scrupolosa»
Il dottor Antonio Esposito, alto magistrato in pensione, già Presidente della Seconda Sezione Penale della Suprema Corte di Cassazione, ha scritto la prefazione del libro di Michele Farinacci "Delitto d'onore a Civitella del Tronto - Don Carlo Pisacane e Gaetana Michilli" (Ediz. Duende), che racconta una vicenda storica avvenuta nel 1843 a Civitella del Tronto (Teramo), che, prima dell'Unità d'Italia, era un paesino al confine settentrionale dell'allora Regno di Napoli e aveva una fortezza militare. In questa storia adulterina, il protagonista è l'Eroe Risorgimentale Carlo Pisacane, alfiere del Genio alla Fortezza, che conobbe Gaetana Michilli, filatrice, sposata a 15 anni con un bettoliere del luogo, più grande di lei di 16 anni!
Il marito, Emidio Fiorentini, scoprí il tradimento. Don Carlo Pisacane (il Don per le sue origini nobili!) scampó all'aggressione, ma la bella e giovane, accoltellata dal marito, fu ferita gravemente e morì tre anni dopo. Pisacane, fu ristretto nel carcere di Teramo per 5 mesi e poi tornò a Napoli, ove ebbe una storia d'amore intensa con un'altra donna coniugata:Enrichetta Di Lorenzo, con la quale fuggì all'estero.
Ebbene, questo libro del medico legale Michele Farinacci è, come scrive nella prefazione il dottor Antonio Esposito "un prezioso affresco, rigorosamente basato su atti processuali diligentemente acquisiti dall'autore, su come venisse, in quel tempo, amministrata la Giustizia". "Una Magistratura - continua Esposito-tempestiva, efficace, scrupolosa, al punto da disporre non una ma più consulenze medico-legali, per accertare se la morte della giovane donna fosse riconducibile alla originaria ferita ai polmoni, cagionatale con un coltello dal marito, ovvero da una sopravvenuta tubercolosi polmonare".
"Un libro avvincente- scrive Esposito, che lega tra di loro la dolorosa vicenda umana con quella giudiziaria, definita con il contributo determinante della medicina legale".
Dunque, secondo gli atti processuali: la morte avvenne per tubercolosi polmonare; non vi era nesso causale tra le lesioni e la morte della donna e l'azione non era idonea a produrre la morte della donna!
(Tonino Luppino)



Antonio Esposito
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Inserito da Golfonetwork domenica 26 marzo 2023 alle 21:23 commenti( 0 ) -

Torna l´ora legale, orologi avanti di un´ora
Domenica lancette un'ora in avanti, torna infatti l'ora legale nella notte tra il 25 e il 26 marzo. Se si dormirà un'ora in meno, è vero anche che avremo un'ora di luce naturale in più per altri 7 mesi, cioè fino a domenica 29 ottobre quando torneremo nuovamente all'ora solare. Secondo le stime di Terna, la società che gestisce la rete di trasmissione nazionale, nei sette mesi in cui sarà in vigore l’ora legale l’Italia risparmierà circa 220 milioni di euro milioni di euro, grazie a un minor consumo di energia elettrica pari a circa 410 milioni di kWh che genererà, inoltre, un rilevante beneficio ambientale, quantificabile nella riduzione di circa 200 mila tonnellate di emissioni di anidride carbonica in atmosfera. L’ora legale sarà in vigore da domenica 26 marzo, quando alle due di notte bisognerà spostare le lancette avanti di sessanta minuti, e terminerà il 29 ottobre, con il ritorno all’ora solare.




Inserito da Golfonetwork sabato 25 marzo 2023 alle 20:20 commenti( 0 ) -

Comune di Vibonati: Ordinanza lavori linea elettrica B.T. SS18



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Inserito da Golfonetwork giovedì 23 marzo 2023 alle 17:46 commenti( 0 ) -

La Ricorrenza Storica: Joe Petrosino, un presunto colpevole



Tra le tante ipostesi relative all'omicidio di Joe Petrosino vi fu quella che fu ucciso da qualcuno che lo seguì durante il suo viaggio dagli Stati Uniti in Italia, fino all'occasione opportuna.
Alle autorità giunse nota che tale Alfredo Delli Bovi occupò la cabina di 1ª classe n. 29 dello stesso piroscafo su cui il poliziotto italo-americano aveva viaggiato da New York a Genova; e che durante il viaggio dimostrò intimità col Petrosino seguendolo in ogni suo passo tanto da indurre il Commissario di bordo, sig. Longobardi, a credere che anche lui fosse un agente di polizia. Ma Joe gli aveva dichiarato di essere un suo compaesano, facendo comprendere che fosse nativo di Padula, e che tornava in patria dopo la morte del padre.
La polizia, ritenendo che dalle cose esposte da questi sarebbe potuto scaturire qualche elemento idoneo a far luce sul grave misfatto, a mezzo dispaccio circolare, si mise sulle sue tracce disponendo "le opportune investigazioni per identificare il Delli Bovi, del quale, in caso favorevole, occorrerà indagare i precedenti, ed a secondo dei medesimi procedere all'interrogatorio a mezzo di abile funzionario".
Dalle prime indagini risultò che la famiglia Delli Bovi, a Padula, era sconosciuta, e mentre il Questore di Napoli era in attesa di riscontro, alla Tenenza dei Regi Carabinieri di Padula, tra l'altro, telegrafava: "Gradirò anche conoscere epoca, preciso arrivo del Delli Bovi in Padula, se e quando se ne sia allontanato, quale vita vi menò, chi frequenti ed in quali condizioni economiche versi, accennando anche se questi abbia avuto dei mutamenti".
Il 14 aprile 1909, il maresciallo Bernardini dei Regi Carabinieri, da Vibonati, alla circolare rispose che mentre si trovava al comando della Stazione di Olevano sul Tusciano conobbe il "ricercato" Delli Bovi poiché "esso spesso intratteneva il sottoscritto sui discorsi inerenti al viaggio fatto dall'America insieme al luogotenente Petrosino". Alfredo Delli Bovi fu Vito, di anni 27, quindi, era di Olevano sul Tusciano frazione Palitto.
Inoltre, circostanza importante, il maresciallo Bernardini riferì che mentre si consumava il delitto il 12 marzo 1909, il Delli Bovi, allontanatosi il dieci marzo e rientrandovi il 16, era assente dal paese. Combinazione però volle che il giorno del suo rientro s'incontrasse, nello scalo ferroviario di Battipaglia, ancora col Bernardini mentre questi, da Olevano, andava ad assumere il comando della Stazione di Vibonati. Il Delli Bovi gli aveva riferito di essersi recato a Napoli per affari e il maresciallo così concluse il suo rapporto: "Ho creduto doveroso informarlo qualora sul Delli Bovi cadesse qualche sospetto al riguardo".
In conseguenza di un simile rapporto, com'era ovvio che fosse, le investigazioni si intensificarono ma ebbero esito negativo.
Alfredo Delli Bovi, saputa la notizia della morte del padre avvenuta il 24 gennaio 1909, era partito da New York il 9 febbraio giungendo a Genova il 20. A differenza del Nostro che continuò il suo viaggio in treno da Genova a Roma, Alfredo Delli Bovi trasbordò sul piroscafo "Taormina" giungendo a Napoli il 22 successivo e a Olevano nella serata dello stesso giorno. Aveva frequentato, presso il Seminario Vescovile di Muro Lucano, negli anni dal 1894 al 1897 il corso ginnasiale mostrandosi d'indole buona e senza dare a sospettare cattive tendenze. Le sue condizioni finanziarie erano discrete e, secondo quanto si diceva quando era studente, era parente del vescovo, Mons. Raffaele Capone da Salerno, redentorista appartenente alla congregazione di S. Alfonso dei Liguori, il quale ebbe a cuore la sua educazione. Nel 1907 uscì dal seminario e si ritirò in famiglia.
Le ricerche conclusero che il Delli Bovi era rientrato per liquidare la proprietà di famiglia e fare ritorno a New York dov'erano la moglie, le sorelle e il fratello Filippo, maestro di musica. Dalla sua venuta in Italia, visse in condizioni finanziarie non troppo floride presso i cognati, sempre serbando buona condotta. Era parente del sindaco Carmine Crucci, dell'assessore Francesco Crucci e dell'ex sindaco D. Gaetano Conte.
(Ferruccio Policicchio)


Mons. Raffaele Capone (1829 - 1908)

Inserito da Golfonetwork giovedì 23 marzo 2023 alle 17:04 commenti( 0 ) -

Caselle in Pittari:Peregrinatio delle Reliquie di Santa Rita da Cascia



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Inserito da Golfonetwork giovedì 23 marzo 2023 alle 16:38 commenti( 0 ) -

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