Il museo Logos ed il relativo presepe allestiti nei locali dell’ex convento di San Francesco di Paola di Vibonati restano aperti. Nessun sequestro dell’immobile, come aveva chiesto il parroco don Martino Romano. Il tribunale di Lagonegro, sezione civile, ha infatti rigettato il ricorso del prete, difeso dall’avvocato Elia Rosciano, sia contro il Comune di Vibonati, assistito dal legale Marcello Feola, che contro il Fondo per gli edifici di culto del Ministero dell’Interno. Lo scorso 24 novembre la Parrocchia di Sant’Antonio Abate in Vibonati aveva richiesto al giudice del merito un provvedimento di sequestro giudiziario dell’ex convento vibonatese, sia a causa della pendenza del giudizio di merito tra Comune e Parrocchia sulla proprietà dell’immobile sia perché, secondo don Martino Romano, l’allestimento della mostra e del presepe, all’interno del convento stesso, avrebbe comportato un radicale mutamento dello stato dei luoghi con abbattimento di mura preesistenti e la chiusura di vani di passaggio. Il Comune ed il sindaco Manuel Borrelli, dal canto loro, hanno sempre sostenuto che non è stato stravolto lo stato dei luoghi e di aver sempre cercato, a loro dire invano, un dialogo con il parroco. Inoltre la documentazione prodotta dalla parrocchia è stata ritenuta non sufficiente a provare l’eventuale alterazione dello stato dei luoghi delle sale dell’ex convento interessate dalla mostra. Secondo il Tribunale, infatti, le quattro fotografie prodotte dalla parrocchia e ritraenti alcuni calcinacci sono del 2022 e quindi sono certamente antecedenti all’approvazione da parte della Giunta Comunale del protocollo d’intesa con la Auris Film s.r.l. per l’allestimento del presepe, che risale all’8.11.2022 e comunque non vi sono elementi per ritenere che trattasi di lavori collegati all’allestimento del presepe in questione tenuto altresì conto che, a prescindere da ogni valutazione di tipo petitorio che sarà oggetto del giudizio principale, è incontestato che il Comune abbia la disponibilità del convento, avendolo destinato nel 2018 a struttura provvisoria di accoglienza per rifugiati. Appare quindi verosimile che l’ente si sia occupato della relativa manutenzione. Di contro, sempre secondo il pronunciamento del Tribunale lagonegrese, il Comune di Vibonati ha fornito validi elementi per escludere la sussistenza di un qualche pregiudizio per il convento dovuto all’allestimento del presepe, avendo depositato una relazione tecnica da cui si evince che “Nessuna lavorazione di tipo strutturale è stata eseguita. - Gli allestimenti del presepe sono consistiti nell’apposizione di teli di yuta, polistirolo, paglia e statuette di terracotta. Non è stato eseguito alcun intervento riguardante la parte esterna del Monastero e l’annessa Chiesa di San Francesco”. (Vito Sansone)
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