Sospetti e malumori all'ombra della Spigolatrice AUTORIZZAZIONI COMMERCIALI A SAPRI,E' IL MOMENTO DI FARE CHIAREZZA. Il commercio a Sapri e' stato sempre il tallone di Achille delle varie amministrazioni che si sono succedute nell'arco degli ultimi trent'anni e piu'. A beneficio dei giovani che ci seguono diciamo subito che nei primi anni '80 per ottenere una licenza non bastava superare gli esami alla Camera di Commercio, ma bisognava “sottoporsi” (e spesso sottomettersi) al volere ed al potere di un gruppo di “stimati” commercianti ed artigiani (scelti dalle amministrazioni) inglobati nella COMMISSIONE DI COMMERCIO che decideva (spesso affidandosi a discutibilissimi metodi) il futuro di un giovane. Insomma la classica ciliegina su un sistema di rapporti gia di per se' basato sul puro clientelismo. Per fortuna col tempo, in un certo qual modo, alcune cose sono cambiate, anche se la piaga del diffuso clientelismo nella vita politico-amministrativa non solo non e' stata mai sanata ma si e' addirittura deteriorata. VENDITE SUL LUNGOMARE: Una pratica poco diffusa da queste parti, cosi' come pure l'esposizione delle merci al di fuori delle attivita' commerciali. Correvano i primi anni del 2000 ed a quei tempi si correva il rischio di beccarsi una salata multa qualora qualche dettagliante poneva merci al di fuori del negozio. Intanto il lungomare di Sapri diveniva sempre di piu' il cuore pulsante della cittadina specie nelle ore pomeridiane, serali e notturne svuotando completamente altre strade storicamente a vocazione commerciale e famose per lo shopping, come il Corso Garibaldi e Via Umberto I. Si avverti' pertanto la necessita' di operare una sorta di “trasferimento temporale” della propria attivita' nelle spaziose aree del lungomare oltre che posizionare, nel caso di bar, ristoranti e pizzerie, i tavoli all'esterno del locale. Ma non si pensi che questa operazione abbia avuto vita facile: convincere sindaci ed assessori a concedere i relativi permessi non fu per nulla cosa semplice. Nel corso degli anni, a seconda della forza politica che era alla guida del paese, sono state messe in atto vere e proprie “operazioni commerciali” con uno spostamento in massa di numerose attività che andarono a “cercar gloria” (ed improbabili incassi) sul trafficatissimo lungomare, ma molte di loro capirono che fare businness non era e non e' affatto cosa semplice neanche in zone super trafficate a due passi dal mare. Ma non si pensi che sia stato solo il lungomare luogo di conquista per praticare la cosiddetta ”invasione” di sedie, tavoli ed ombrelloni; un esempio lampante Piazza Plebiscito invasa fino a qualche tempo fa fino all'inverosimile. Poi, storia recente, son venute fuori le autorizzazioni per l'occupazione di suolo pubblico e demaniale introdotte dal governo per contrastare l’emergenza Covid-19. La manovra permetteva a ristoranti, bar, pizzerie ed altre attivita' commerciali di ampliare in sicurezza all'interno dei locali e per risanare i danni causati dalle restrizioni passate. Moltissimi sono i locali che hanno usufruito delle agevolazioni per l’occupazione del suolo pubblico. Tavolini, sedie e ombrelloni sono stati gli investimenti che le attività di ristorazione hanno affrontato negli ultimi due anni per poter recuperare i posti “persi” all’interno dei locali. Paradossalmente in questa pazza estate 2022, in coincidenza con le elezioni amministrative, si e' assistito ad un vero e proprio “caos organizzativo” in un certo qual modo senza precedenti, protagonisti non esenti da responsabilita' organi politici e tecnici locali letteralmente latitanti poiche' incapaci di stabilire un minimo di regole nel posizionamento delle strutture provvisorie adibite alle vendite, alle informazioni turistiche ed alle mostre d'arte. E' andata addirittura peggio la gestione dei tavoli all'aperto in prossimita' di ristoranti e pizzerie che ha visto concedere permessi dalla P.A. a talune attivita' in situazioni di massima precarieta' e viceversa riscontrare dinieghi apparsi incomprensibili ad altre realta' simili. In alcuni casi si e' deciso addirittura dall'oggi al domani (che tempismo!) di dare parere positivo e quindi realizzare con la velocita' del suono, strisce pedonali che sembrano “fatte su misura” per qualcuno. Disparita' di trattamento? Ingiustizie? Politica di bassa lega? Ne sapremo di piu' quando l'iter giudiziario (sembra che un imprenditore del posto abbia intrapreso un'azione legale) fara' luce su taluni presunti episodi di disparita' di trattamento e disuguaglianza verificatosi in questa strana estate e non solo. Per fare piena luce su sospetti ed insinuazioni potrebbe essere interessante mettere in atto accurate indagini allo scopo di verificare cio' che succede sul suolo demaniale del lungomare oggi cosi' come nei corsi e nelle strade e nelle piazze cittadine anche negli anni precedenti il Covid-19. (Nicola Filizola)
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