Al Sig. Ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti e p.c. Al Sig. Garante per la protezione dei dati personali, Piazza Venezia, 11 - 00187 Roma Egr. Ministro, sono un vecchio giornalista originario della provincia di Salerno, attualmente domiciliato in Brianza, già collaboratore de ‘Il Mattino’. Mi vedo costretto a disturbarVi per segnalare gli incresciosi episodi di ‘terrorismo telefonico’ che siamo costretti a subire quotidianamente: chiamate commerciali da call center, per proporci nuove offerte, prestiti eccetera. Purtroppo, oltre al disturbo si rischia di subire anche un danno economico. Infatti, non di rado, si tratta di telefonate truffaldine, con il solo scopo di estorcere denaro o informazioni sui dati personali. La cosiddetta “truffa dello squillo” o anche truffa Wangiri o ping call viene effettuata utilizzando prefissi esteri. Uno o più squilli consecutivi hanno lo scopo di incuriosire il ricevente che è subito tentato a richiamare per sapere chi ha telefonato. Ciò determina l’attivazione di una segreteria telefonica con addebiti automatici salatissimi: da €1,50 ogni 10 secondi fino a decine di euro al minuto. In alcuni casi si può attivare un abbonamento a nostra insaputa. Ma la truffa più frequente riguarda gli anziani. La telefonata giunge dall’Italia, con una persona che cerca di procurare notevole preoccupazione nel ricevente (“la sua linea sta per essere staccata”, “sono incaricato da una società per saldare il suo debito”, “se paga subito non incorrerà in sanzioni più gravi”, “è capitata una disgrazia a suo figlio” eccetera) per estorcere informazioni sui dati personali, utili a perpetrare le future truffe. La gente, preoccupata, domanda come potersi difendere da questi imbrogli. Viene consigliato di non richiamare i numeri anonimi, non fornire risposte agli sconosciuti e di iscriversi al Registro delle Opposizioni (istituito con la legge 11 gennaio 2018, n. 5) che consente di cancellare tutti i consensi commerciali fatti per il telemarketing e obbliga alla riconoscibilità del numero chiamante. Utili accorgimenti, ma non sono sufficienti; infatti, basta cambiare il numero bloccato e le telefonate inopportune continuano. Il vero problema è rappresentato dal consenso che siamo obbligati a dare ai cookie per poter navigare su internet. Sig. Ministro, questo sistema truffaldino sta diventando una vera e propria persecuzione - con tutti gli elementi dello stalking - che rischia di danneggiare la vita delle persone. Sono tantissime le segnalazioni ricevute dagli organi di stampa. Nelle ultime 48 ore ho personalmente subito tre tentativi di chiamate truffaldine, che ho prontamente segnalato al mio gestore telefonico, chiedendo anche il blocco relativo ai consensi. Ho anche provveduto a segnalare il fatto alla Polizia Postale. Bisogna fare qualcosa. Non si può rimanere in balia di questi malavitosi. Considerata l’importanza assunta dalla nuova tecnologia anche a livello di comunicazioni (cellulari e internet) occorrono nuove leggi per impedire di essere inopportunamente disturbati e, soprattutto, che i nostri dati possano finire nelle mani di chicchessia ed essere utilizzati per scopi truffaldini. Fiduciosi che non farete mancare il Vs. autorevole intervento per porre fine a simili episodi, sarò lieto di diffondere con ogni mezzo possibile una gradita risposta. Grazie, buon lavoro, con i più cordiali saluti. (Mario Fortunato) Mario Fortunato
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