La cittadinanza onoraria è un riconoscimento civico e simbolico. Il più popolare che ci sia in Italia ma anche il meno regolamentato. Oggi tale concessione onorifica, secondo il dispositivo dell'art. 114 della Costituzione, è prevista negli Statuti comunali e guidata da apposito regolamento interno sul come concederla. Può essere concessa, su richiesta, a persona che si è distinta nel proprio campo e, non essendo un diritto acquisito, bensì un semplice riconoscimento, per regolamento, può essere soggetta a verifica periodica. Infatti in molti regolamenti è detto che: "Incorre nella perdita della cittadinanza onoraria l'insignito che se ne renda indegno". Subito dopo che Mussolini ascese al potere, avendo necessità d'esser popolare, insieme alla creazione dei fasci di combattimento, dall'alto, fu ordinato che i sindaci "deliberino in forma solenne la concessione della cittadinanza onoraria nel rispettivo comune all'on. Benito Mussolini." e dalle locali segreterie del P.N.F. cominciarono a partire le richieste per il detto riconoscimento al capo del partito e del Governo. A conferirla, tra i primi, furono i comuni ch'erano commissariati e se ne può capire il perchè: il Commissario veniva (e viene) nominato dal Prefetto e il Prefetto dal Governo. Alcuni Prefetti nell'accompagnare il disposto aggiunsero: "Signor Sindaco, rappresento alla V.S. l'alto significato che assumerebbe il conferimento da parte di codesto Consiglio comunale della cittadinanza onoraria a S.E. il presidente del Consiglio dei ministri […]. Voglia, pertanto, la S.V. convocare all'uopo in via d'urgenza il Consiglio comunale e comunicarmi immediatamente la deliberazione adottata. Occorre appena avvertire che nel verbale della deliberazione stessa non dovrà essere fatto cenno della presente lettera." Un simile atteggiamento oggi verrebbe definito "politicamente scorretto", ma tutti sappiamo cos'è stato il fascismo. Da qualche tempo, perciò, ha cominciato a diffondersi, in diversi comuni d'Italia, la richiesta di revoca della cittadinanza onoraria concessa a Mussolini e la questione, da meritoria, è passata a questione politica confluendo in uno scontro tra: richiedenti la revoca e la mancata cancellazione della cittadinanza, tra destra e sinistra, tra fascisti e antifascisti. Tenendo conto ch'è raro trovare un comune d'Italia che non concesse "tale merito" al Duce, si dà noto che: - Il Consiglio Comunale di Sanza, su proposta della Giunta, "Rendendosi interprete dei sentimenti di questi cittadini, con umile modestia, come umile e modesto è questo comune montano, desidera onorarsi dell'atto che compie verso l'Uomo tanto amato e nel quale sono riposte la fede e la speranza della salvezza e grandezza d'Italia", unanimemente, concesse la cittadinanza onoraria con delibera n. 12 del 8 luglio 1923. - Il Consiglio comunale di Sapri, nella seduta del 12 dicembre 1923, deliberò la cittadinanza onoraria e, a mezzogiorno dello stesso mattino, fu spedito il seguente dispaccio al Sottoprefetto di Sala: "Informo V.S. che consiglio comunale Sapri seduta odierna unanime conferiva cittadinanza onoraria S.E. Mussolini. Sindaco Lorenzo Autuori." - A San Giovanni a Piro, durante la seduta del Consiglio comunale (13 presenti e 7 assenti), ha assistito anche il Prefetto Carlo Soleni. Il consigliere Paolo Caputo chiesta la parola: "Rivolge innanzi tutto un saluto all'Ill.mo Sig. Prefetto della Provincia che con la sua presenza rende altamente significativo il momento in cui la civica rappresentanza sta per conferire la cittadinanza onoraria a chi con mano sicura dirige le sorti d'Italia valorizzando il sacrificio compiuto dai nostri morti e la potenza nazionale". Il consigliere Antonio Bellotti: "Si associa al collega Caputo e chiede all'On.le Consiglio che oltre al conferimento della cittadinanza a S.E. Mussolini, deliberi di intitolare il principale corso del paese che porta il nome di Teodoro Gaza a S.E. Mussolini". Dopo aver deliberato, intervenne il consigliere Felice Cangiano il quale non ritenne opportuno il cambio d'intitolazione della via principale del paese e propose di spostare in altra località la scelta deliberata. Opportunamente, sulla seconda parte del deliberato, intervenne il Prefetto asserendo che: "Ai sensi delle sue circolari n. 700 e n. 3896 del 1923, S.E. il Presidente non gradisce simili manifestazioni per cui, pur ammirando l'attaccamento al Capo del Governo, consiglia che non avvenga la variazione". Erano le ore nove del 21.5.1924, delibera n. 36. - Il comune di Ispani, dietro richiesta della delegazione circondariale fascista, concesse la cittadinanza onoraria con delibera n. 203 del 29 maggio 1924. Quelle cittadinanze ormai fanno parte della storia e la storia non si può sopprimere così facilmente. Il giudizio del momento non può cancellare ciò ch'è accaduto, ed è proprio per questo motivo che il passato non è passato, ma è come la nostra ombra che ovunque ci segue e quando non piace è come un fantasma che tormenta. Perciò le cittadinanze onorarie conferite a Benito Mussolini, a futuro monito e a mio modesto parere, non vanno cancellate. Così procedendo con le richieste di revoca non si è dei buoni antifascisti, revocarle sarebbe come negare la realtà dei fatti e, tal cosa, non ha mai fatto bene a nessuno. Il fascismo non lo si sconfigge con l'ottenimento di tali revoche. (Ferruccio Policicchio)
Benito Mussolini
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