Sapri- "Bisogna convergere tutti insieme dando vita ad una nuova stagione politica. L'invito e'rivolto a tutti coloro che intendono impegnarsi in un ampio confronto serio e costruttivo di soggetti di ogni colore e schieramento politico. E' ora di abbandonare vecchie ruggini e gelosie, lasciare da parte l'io per fare spazio al noi". L'autore di queste affermazioni e' l'ex sindaco di Sapri Giuseppe Del Medico, sferrando il suo personale attacco all'amministrazione in carica attraverso un'intervista televisiva. Secondo Del Medico l'attuale esecutivo ha fallito, definendolo sottomesso, chino silenzioso, letteralmente in pasto ad altre realta' presenti e che addirittura tace sulle future scelte politiche. Per tentare di sanare questa profonda crisi che vede una Sapri perdente e senza credibilità specie nei settori chiave della vita cittadina ovvero nella sanita'(leggi ospedale moribondo), nell'economia del paese sempre più impoverito ed infine nei trasporti (alta velocita' da cui siamo esclusi), l'ex sindaco Del Medico chiama a rapporto tutti senza escludere nessuno, rivolgendosi persino a soggetti militanti nella squadra dell'attuale governo. Una mossa disperata quella del capogruppo di Sapri Democratica? Forse l'ultima carta da giocare nella complicata e difficile campagna elettorale che presto lo vedra' impegnato nella citta' della spigolatrice? In attesa della replica a questi attacchi da parte dei "due sindaci" Antonio Gentile e Daniele Congiusti, in attesa altresi' del possibile intervento dell'altro esperto di politica locale ed ex amministratore Vito D'Agostino, tirato per la giacca durante l'intervista, provo ad azzardare una mia personale lettura a questo intervento. Immaginiamo le prossime amministrative come una partita a poker. Il "nostro" Giuseppe, ormai da considerare "vecchio volpone" della politica locale, da incallito giocatore di poker ha "letto" nelle mani dell'avversario politico un magnifico full... mescola bene le carte nel complicato e difficile tentativo di "pescare" quel Poker che lo vedrebbe vincente. Altri cinque anni di "sofferenza" sarebbero troppi per l'architetto. (Nicola Filizola)  Nicola Filizola

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