Da mesi chiediamo di essere ricevuti per presentare le legittime rivendicazioni in merito al passaggio dell'Alta Velocità dal Golfo di Policastro. Non abbiamo ricevuto alcuna risposta. Se si vuole veramente vincere, bisogna cambiare passo. Tutti dobbiamo dare realmente e concretamente il nostro contributo. Il calvario dei "viaggi della speranza" Il comitato civico che da mesi lotta per il PASSAGGIO DELL'ALTA VELOCITÀ da Sapri cita nella denominazione il '1987': un anno glorioso per la difesa dei diritti a sud di Salerno, come lo era stato il 1979, quando si lottò per aprire l'Ospedale. Nel 1987 un gruppo di ferrovieri fece scoccare la scintilla che infiammò la battaglia civica per difendere il trasporto ferroviario e le strutture del territorio, pesantemente depotenziate dalla legge che diede inizio alla trasformazione delle vecchie FS in Società per azioni. Venivano, tra l'altro, soppresse numerose fermate di treni a lunga percorrenza, soprattutto a Sapri: da sempre lo scalo di riferimento anche per il Golfo di Policastro, Costa di Camerota/Palinuro, Alta Calabria e Potentino Meridionale. Dopo mesi di lotta - che registrò la proclamazione di uno sciopero ferroviario di 24 ore sulla linea Battipaglia-Sapri e una grande mobilitazione popolare con oltre 1000 persone ad affollare il vecchio 'Cinema Ferrari' (tantissimi rimasero fuori!) - riuscimmo a 'salvare' treni come la 'Freccia del Sud' Milano Siracusa, il vecchio 'Peloritano', l'Espresso notturno Roma-Reggio-Calabria delle 2 di notte e lo storico 'Conca d'Oro' sulla tratta Torino-Palermo. Complessivamente otto fermate di treni di qualità! Fu una grande vittoria, non solo per la stazione e il popolo di Sapri. Un successo conquistato con sacrifici e stress accumulato in continue riunioni e incontri. Fummo ricevuti dal Prefetto, in Provincia e, infine, nei Palazzi alti di Piazza della Croce Rossa a Roma. VINCEMMO perché riuscimmo a ben argomentare le nostre tesi, ma il successo ci arrise perché eravamo veramente CONVINTI e SICURI di ciò che volevamo. Raggiungemmo quel magnifico traguardo perché ci fu il supporto REALE e LEALE di tutti. Ci supportarono in ogni luogo i vessilli dei SINDACATI UNITI. Al nostro fianco ci furono TUTTE le ISTITUZIONI LOCALI con i SINDACI IN FASCIA TRICOLORE. Ci sostennero i presidenti delle COMUNITÀ MONTANE, i CONSIGLIERI PROVINCIALI e REGIONALI, DEPUTATI E SENATORI del territorio. Vincemmo perché AVEVAMO RAGIONE e perché eravamo UNITI. Forse, anche perché armati delle necessarie energie e ardimento giovanili. Virtù e difetti che danno il coraggio per affrontare le cose a viso aperto e senza tentennamenti. Come deve essere affrontata UNA BATTAGLIA CHE SI VOGLIA VINCERE. È stato nel 1987, un anno glorioso per i diritti civili e la democrazia dei nostri comprensori, che abbiamo voluto ricordare attraverso questo nuovo Comitato di lotta che siamo stati costretti a ricostituire per tentare di salvare ancora la nostra amata Ferrovia. ABBIAMO RAGIONE ANCHE QUESTA VOLTA. Ma se non ci muoviamo presto e risolutamente, rischiamo di perdere la più GRANDE OPERA mai realizzata nel nostro territorio. Siamo sicuri di essere nel giusto, ma la ragione non basta averla, bisogna anche dimostrarla. Per poter dimostrare i buoni motivi che ci spingono ancora a lottare, dobbiamo ritornare ad essere FORTI e UNITI, come lo siamo stati più di trent'anni fa. Come lo furono i 'RAGAZZI DEL '79' guidati dall'indimenticabile DON GIOVANNI IANTORNO. Bisogna lasciare da parte beghe, colori politici e calcoli personali. Occorre ritrovare il vecchio coraggio di persone libere per guardare negli occhi chi vorrebbe tenere ancora asservita la nostra terra. Se è necessario, alzare la voce per farsi ascoltare dai duri d'orecchi. Sì potrà ottenere il passaggio DELL'ALTA VELOCITÀ DA SAPRI se i SINDACI saranno al nostro fianco: tutti, come nel 1987. Se la gente dei nostri comprensori, i commercianti, gli operatori del turismo e, soprattutto, i giovani si schiereranno compatti al fianco del Comitato 1987. Si vincerà se i POLITICI daranno finalmente ascolto alla gente, ricordandosi che l'onore della rappresentanza gli è stato conferito da chi oggi chiede loro aiuto. Si potrà vincere se i SINDACATI alzeranno i loro vessilli per rappresentare le rivendicazioni legittime della collettività. Il movimento sindacale è nato per lottare al fianco dei lavoratori e della gente. In tanti hanno trovato la morte per sostenere a testa alta grandi ideali. Lo hanno fatto senza calcoli e ricompense. Come si può scendere in piazza senza il sostegno delle bandiere che della lotta hanno fatto la storia? Nelle scorse settimane, sono giunti messaggi di solidarietà e sostegno alla LOTTA dalla Lombardia, dal Piemonte, dalla Toscana, da Monaco, Lucerna e finanche dal Brasile. I nostri compaesani ci ESORTANO A NON MOLLARE, e domandano i motivi di TANTE ASSENZE in questa grande battaglia di civiltà. Visto che non si riesce a garantire un lavoro, si dia, quantomeno, la possibilità, a chi è costretto a fare le valigie, di poter rientrare nella propria terra evitando il calvario dei 'viaggi della speranza'. (Mario Fortunato) 

|