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Ci sono 9137 News in 914 pagine e voi siete nella pagina numero 265

L´angolo della ricorrenza storica: le Elezioni del 1921



Cento anni fa, il 15 maggio 1921, gli italiani furono chiamati a rinnovare la Camera dei Deputati.
Per capire quel che ci attende nel prossimo futuro è doveroso ricordare quelle elezioni.
L'Italia era sull'orlo di un precipizio. La fine della Grande Guerra conseguì risultati profondamente rivoluzionarî e di crisi. Il primo fu la creazione dell'Unione delle repubbliche socialiste Sovietiche grazie al trionfo della rivoluzione bolscevica, interna alla Russia, capitanata da Lenin.
La crisi europea fu legata ai problemi territoriali del dopoguerra con il declino della storia europea che cominciò a diventare mondiale senza necessariamente avere una origine europea.
L'Italia fu tra i paesi che furono maggiormente colpiti dalla crisi poiché gli accordi si conclusero senza il nostro governo a poter difendere i suoi interessi. Nella conferenza di pace di Parigi, svoltasi dal 18 al 21 gennaio 1919, dove il tavolo delle trattative fu preso in mano dagli Stati Uniti il cui presidente, Thomas Wilson, non nutrendo alcuna simpatia per il nazionalismo italiano, non riconobbe il patto di Londra. All'Italia fu riconosciuta una vittoria mutilata ed i risultati della pace ebbero una gravissima esasperazione sull'opinione pubblica italiana con una ripercussione sulla politica interna.
A gennaio del 1919 entrò in campo un nuovo soggetto politico: il partito popolare di don Sturzo che, a pochi mesi dal suo apparire, il 16 novembre 1919, entrò in parlamento con oltre cento deputati.
Il 23 marzo 1919 Benito Mussolini, ex socialista massimalista, chiamando a raccolta gli sbandati di estrema destra e di estrema sinistra, fondò a Milano i fasci di combattimento, ottenendo, nelle elezioni di novembre del 1919, quattromila voti. Le elezioni del 16 novembre 1919 assegnarono a socialisti e popolari metà dei seggi della Camera e, su impulso di Giolitti, allarmato dalla sinistra che dichiarò di fare come in Russia, i moderati fecero blocco con i conservatori, liberaldemocratici, radicali, combattenti e fascisti opposti a popolari e socialisti. Così ebbe inizio il biennio rosso con scioperi nelle fabbriche e nei servizi.
Il 12 luglio 1919 Gabriele D'Annunzio, a capo di un esercito di volontari e ribelli, si impossessò della città Dalmata, contesa dal Regno Jugoslavo.
Il 12 settembre 1919 lo stesso d'Annunzio corse ad occupare Fiume e vi istituì una reggenza la quale, causando rogne internazionali, durò fino a Natale del 1920.
Il 16 giugno 1920 Giovanni Giolitti, alla ribalta politica dal 1892 e sei volte Ministro dell'Interno, tornò a fare il Presidente del Consiglio. In settembre affrontò il problema dell'occupazione delle fabbriche negando lo sgombero forzato con i militari, contrariamente a quanto chiedevano gli industriali capeggiati da Giovanni Agnelli.
A gennaio del 1921, a seguito del congresso socialista tenutosi a Livorno, si diede vita al Partito Comunista Italiano guidato da Antonio Gramsci.
Il 15 maggio 1921 si rinnovò la Camera dei Deputati. Giovanni Giolitti, che brancolava sin dalle elezioni del 16 novembre 1919, cadendo in errore, credette di poter vincere le elezioni.
La legge elettorale imponeva di ottenere il consenso delle masse, ma a causa del diffuso analfabetismo, l'elettore doveva essere persuaso, o agganciato, attraverso il simbolo della lista.
I dati del censimento del 1921, per la popolazione maggiore ai sei anni, diedero un analfabetismo, approssimativamente, al 10% nell'Italia settentrionale, al centro saliva al 21% e nella Borbonia felix al 40%.
Le percentuali, per regione, erano: Trentino e Friuli 2%; Veneto 15%; Lombardia 8,6%; Piemonte 6,8%; Emilia Romagna 21%; Toscana 28%; Umbria 37%; Lazio 26%; Abruzzo 38%; Campania 40%; Puglia 49%; Basilicata 48%; Calabria 48%.
I risultati elettorali del 15 maggio 1921 non confermarono le ottimistiche previsioni di Giolitti.
I gruppi parlamentari, causati dalla proporzionale, salirono da 11 a 14, assicurando il massimo della rappresentatività ma sbarrando la via alla governabilità. Il fatto politico nuovo fu l'ingresso alla Camera di 35 deputati fascisti tra cui Mussolini. I socialisti persero 33 seggi recuperati solo in parte dai comunisti, che ne ottennero 15, restando il più consistente gruppo parlamentare. Seguiva il partito popolare che usciva rafforzato rispetto alle precedenti elezioni, guadagnando otto seggi.
A Giolitti sfuggì la nuova dimensione della lotta politica uscita dalla prima guerra mondiale, la forza e la capacità di aggregazione dei partiti di massa e, soprattutto, il carattere eversivo del movimento fascista. Giudicò il fascismo una forza che poteva essere inglobata nel sistema dello Stato liberale e non colse l'eccezionalità del fenomeno fascista.
L'operazione tentata da Giolitti concesse, in realtà, spazio e credibilità al fascismo, rivelandosi una sorta di tarlo che, anziché puntellare, accelerò la crisi delle istituzioni liberali.
Il 27 ottobre 1922, il movimento fascista, ormai trasformatosi in partito, marciò su Roma e l'Italia vestì la Camicia nera.
La Camera eletta il 15 maggio 1921 fu quella che a metà novembre 1922, a larghissima maggioranza, approvò il governo di unione costituzionale presieduto da Mussolini e che nel 1923 approvò la legge maggioritaria (Giolitti-Acerbo), definita "frutto tossico della proporzionale", sulla cui base gli italiani andarono a votare il 6 aprile 1924 eleggendo la Camera che poi generò il regime del partito unico.
Questo insegna la storia che, per chi la conosce, è magistra vitae.
Cosa accadrà in Italia nei prossimi mesi con le elezioni del Capo dello Stato e, poco dopo, delle Camere?
Tanti, scuotendo il capo, affermano: "Mala tempora currunt ma se ne preparano di peggiori".
(Ferruccio Policicchio)



Inserito da Golfonetwork mercoledì 19 maggio 2021 alle 12:52 commenti( 4 ) -

Ricordando Franco Battiato, tra musica e spiritualità
Morto Franco Battiato, maestro tra note e spiritualità

Milo (Ct)- Il cantautore e musicista siciliano aveva 76 anni ed era malato da tempo. Si è spento questa mattina nella sua casa di Milo, alle pendici dell'Etna. I suoi testi originali, carichi di riferimenti religiosi e filosofici, hanno sposato il pop e la cultura alta e creato suggestioni uniche nel mondo della canzone italiana. Oggi tutto il mondo della musica è in lutto per la morte di Franco Battiato. I funerali avverranno in forma privata. Il suo album "La voce del padrone" del 1981 ha cambiato il modo di fare musica in Italia ed è stato di grande esempio per moltissimi artisti italiani.

Franco Battiato al Meeting del Mare di Marina di Camerota - (2/6/2014)
Alcuni momenti delle prove del concerto.
Riprese video: Alessandro Polito - Archivio T.A.1

www.telearcobaleno1.it

Inserito da Golfonetwork martedì 18 maggio 2021 alle 20:52 commenti( 0 ) -

Comune di Vibonati: 17 Maggio intervento di disinfestazione
Questa sera, dalle ore 23,30, si svolgerá un intervento di disinfestazione su tutto il territorio comunale, a cura dell'ASL di Salerno.
(Comune di Vibonati)



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Inserito da Golfonetwork lunedì 17 maggio 2021 alle 19:30 commenti( 0 ) -

Villammare: 19 Maggio presentazione progetto «Risorsa Eco-Logica»

Conferenza stampa di presentazione progetto “Risorsa Eco-Logica”
Mercoledì 19 maggio 2021 ore 11:30
Hotel Le Piane – Loc. Santa Maria Le Piane - Villammare (SA)

Il progetto “Risorsa Eco-Logica” nasce dalla sinergia tra l’Associazione “Assoturismo ITR”, il Distretto Turistico “Golfo di Policastro”, Consorzio Omega (Consorzio Operatori Multiservizi e Gestori Ambientali) e Sea Group, azienda leader nella raccolta e lo smaltimento dei rifiuti, in collaborazione con il Comune di Vibonati.
In ottemperanza alla Legge 116/2020, che consente alle attività produttive di sottrarsi alla gestione comunale dei rifiuti solidi urbani e di affidarsi ad un gestore privato ambientale al fine di incentivare l’economia circolare e di arrivare alla “tariffazione puntuale”, l’Assoturismo ITR ed il Distretto Turistico, con l’adesione di numerose attività associate, hanno avviato un progetto ad alto impatto ambientale, “Risorsa Eco-logica”, che punta a fare del rifiuto una vera e propria risorsa, e garantisce agli operatori interessati, oltre all’efficientamento dei servizi, un risparmio economico notevole.

Intervengono alla conferenza stampa:

Mariano Russo - Presidente Assoturismo Itr
Alessandro Cocorullo - Presidente Distretto Golfo di Policastro
Anna Rosa Sessa - Responsabile del progetto per Consorzio Omega
Vincenzo Calce - Direttore tecnico di Sea Group
Per essere accreditati è necessario inviare un’e-mail di conferma a: omegacomunicazione@gmail.com
(Omega Comunicazione)

Inserito da Golfonetwork lunedì 17 maggio 2021 alle 19:12 commenti( 0 ) -

Nota del Prof. Biagio Bruno: campagna di vaccinazione Covid-19 (2)

Al Sig. Presidente della Giunta Regionale della Campania
e,p.c.
 
Sig. Ministro della Salute Roberto Speranza
Sig. Commissario straordinario per l'emergenza Covid
Sig. Garante per la privacy
Giornali - Tv - Siti web

Oggetto: Campagna di vaccinazione Covid 19.

Mi ero permesso, in data 6.5.21, di segnalare alla Sua attenzione che il sistema di vaccinazione "imposto" dalla Regione Campania e dallo Stato non rispettava le libertà individuali riconosciute dalla vigente Costituzione.
Appartenendo alla fascia di età 70-80 anni ed avendo rifiutato nel centro vaccinale di Sapri in data 4.5.21 di ricevere il vaccino Astrazeneca, mi sono sentito limitato nella mia libertà personale nel sentirmi dire che sarei stato riconvocato per ricevere sempre Astrazeneca.
Mi permetta di evidenziare con vivo apprezzamento che la Regione Campania ha dato palese riscontro alle perplessità dello scrivente, e non solo, autorizzando di fatto nella giornata odierna, nel centro vaccinale di Policastro Bussentino, un open day dedicato alla categoria dei fragili dei 60-80 anni con somministrazione del vaccino a RNA messaggero, Moderna, di cui ho approfittato con viva soddisfazione.
E' per questo che intendo vivamente ringraziarla per l'elevato senso di rispetto democratico testimoniato e per la capacità di attivare soluzioni operative ai problemi che possono arrecare ritardi all'esecuzione della necessaria campagna vaccinale.
Distintamente.
Prof. Biagio Bruno (Dirigente scolastico in quiescenza)


Prof. Biagio Bruno

Inserito da Golfonetwork sabato 15 maggio 2021 alle 21:41 commenti( 4 ) -

Per la R. E. A. è Nino Postiglione il primo pioniere in Fm
E' un potentino il primo pioniere dell'etere in Italia!
Nino Postiglione, fondò la prima Radio in Fm italiana nel 1973!!

La R. E. A. di Roma (RadioTelevisioni Europee Associate), presieduta da Antonio Diomede, che raggruppa ben 420 Radio-Tv in tutta la Penisola, dopo un'attenta indagine conoscitiva, riconosce alla Basilicata un primato, erroneamente attribuito a Radio Milano International, nel 2006, in occasione del Trentennale delle Radio in Fm, svoltosi a Bologna! Ebbene, con documenti alla mano, la R. E. A. sostiene che la prima Radio Libera..."ma libera veramente", come cantava Eugenio Finardi, è Radio Potenza Centrale, fondata da Nino Postiglione e dalla moglie Palmina Tortorelli (nelle foto) nel 1973, e regolarmente iscritta alla Camera di Commercio di Potenza come ditta "Radio Diffusione", che ancora trasmette ed è la radio più ascoltata in Basilicata.
(Dr. Tonino Luppino, Consigliere nazionale della R. E. A.)

Per la R. E. A. è Nino Postiglione il primo pioniere in Fm
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Nino Postiglione e la moglie Palmina Tortorelli






Inserito da Golfonetwork sabato 15 maggio 2021 alle 20:54 commenti( 0 ) -

Edoardo Vitale: Garibaldi e l´Inghilterra. Quello che non dicono
Agli storici col cilindro dà molto fastidio dire come l’Inghilterra aiutò Garibaldi a conquistare il nostro Sud.
Molti erano i motivi di contrasto fra Inghilterra e Regno delle Due Sicilie.
La Gran Bretagna aveva aiutato la difesa del Regno contro i francesi.
Perciò considerava le Due Sicilie come una specie di stato vassallo.
Voleva obbedienza, ma Ferdinando II, come dice perfino Croce, non era servile e voleva che il suo popolo vivesse libero dalle prepotenze di altri stati.
Nel 1831, nel canale di Sicilia spunta un’isoletta vulcanica, contesa fra gli inglesi e i siciliani. Ne nasce uno scontro diplomatico finché la natura si riprende l’isola della discordia.
Nel 1834, nella «prima guerra carlista» per la successione al trono di Spagna, Ferdinando rifiuta di schierarsi a favore di Isabella II, sostenuta da Francia e Inghilterra.
Nel 1836 Ferdinando II, anche per proteggere i lavoratori siciliani delle miniere di zolfo gestite dagli inglesi, cede la concessione a una ditta francese. La Gran Bretagna reagisce con violenza. Ferdinando si deve piegare.
Ferdinando II cerca anche di emanciparsi dalla tutela degli inglesi, che per guidare locomotive e navi a vapore imponevano macchinisti britannici.
Quando, nel 1848, il Parlamento di Palermo dichiara la decadenza della dinastia borbonica, Palmerston garantisce l’indipendenza del nuovo regno a patto che i siciliani scegliessero un membro di Casa Savoia.
Palmerston era anche lo zio di una certa Penelope Smith, che il fratello del Re di Napoli voleva sposare. Ferdinando negò la sua autorizzazione, anche perché altrimenti l’Inghilterra avrebbe potuto accampare pretese sulla successione nella corona napoletana.
Poi c’è la questione delle lettere di Gladstone, politico inglese che definì la monarchia borbonica come la negazione di Dio eretta a sistema di governo.
Nel 1855 Ferdinando II, per non tradire la stretta amicizia con la Russia, si rifiuta di partecipare alla guerra di Crimea, sostenuta da Francia e Inghilterra.
Il 28 giugno 1857 è la volta della spedizione di Pisacane, giunto a Sapri sul vapore “Cagliari”, guidato da macchinisti inglesi.
Poi nel settembre 1859 cominciano i lavori del Canale di Suez, quindi le Due Sicilie, con la loro grande flotta mercantile e i loro porti, avrebbero potuto fare una seria concorrenza alla Gran Bretagna.
Un altro motivo: eravamo un paese cattolico e il re era il più naturale difensore dello Stato pontificio.
Insomma, di ragioni per volere la caduta del Regno delle Due Sicilie l’Inghilterra ne aveva parecchie. Infatti era molto ospitale con tutti i nemici di Borbone.
Per voi è un caso che Garibaldi per sbarcare abbia scelto proprio Marsala, uno dei più importanti centri di interesse inglese in Sicilia?
È un caso che il giorno prima dello sbarco di Garibaldi, arrivi da Londra l’ordine ai piroscafi da guerra Argus e Intrepid di portarsi a Marsala? Non è che sapevano tutto in anticipo?
È un caso che i due piroscafi inglesi, schierandosi fra i navigli garibaldini Piemonte e Lombardo impediscano alle navi militari napoletane di colpire gli invasori?
Particolari trascurabili? E le centinaia di inglesi che hanno combattuto al fianco di Garibaldi? E le immense donazioni che dalla Gran Bretagna facilitarono l’avanzata di Garibaldi?
In Inghilterra si era consapevoli che si stava facendo contro Napoli una guerra non dichiarata. Il Regno Unito si serviva del bucaniere Garibaldi contro i suoi nemici, come nel passato aveva utilizzato contro gli spagnoli i pirati Drake e Raleigh.
È un caso che la nave inglese Intrepid, già presente a Marsala il giorno dello sbarco, si trova a Messina proprio il giorno in cui Garibaldi attraversa lo stretto?
Perché avere paura della verità? Garibaldi disse apertamente di sentirsi il «beniamino di codesti Signori degli Oceani» e di essere stato, a Marsala, «per la centesima volta il loro protetto». Scrisse anche che senza l’ammiraglio inglese Mundy non avrebbe mai potuto passare lo stretto di Messina.
Le Due Sicilie combatterono una guerra disperata contro il gioco combinato di un piccolo stato aggressivo, astutamente pilotato, che doveva allargarsi per sopravvivere, e di due grandi potenze mercantili e coloniali che si temevano a vicenda, Francia e Inghilterra.
Entrambe volevano stroncare ogni ambizione mediterranea di un regno pacifico e in lento, ma sicuro progresso.
E vollero che anche la nuova Italia lasciasse a loro il dominio del grande Mare interno.
Vinse soprattutto l’arroganza dell’Inghilterra.
E l’Italia, nata storta nella gabbia inglese, non è più riuscita a trovare la sua dimensione mediterranea, condannando il Sud alla decadenza.
Ma capendo gli errori del passato Napoletani e Siciliani possono riprendersi il loro destino.
Grazie a Luciano Salera, Erminio Di Biase, Gustavo Rinaldi, Eugenio di Rienzo, Loreto Giovannone, Marcello Donativi.
(Edoardo Vitale - Sud e Civiltà)

Garibaldi e l´Inghilterra. Quello che non dicono
(In video l'ex Magistrato Edoardo Vitale,
Direttore de L'Alfiere e Presidente di Sud e Civiltà)

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Inserito da Golfonetwork sabato 15 maggio 2021 alle 13:27 commenti( 1 ) -

Policicchio: Perché e come,nel 1806,i Napoleonidi invasero il Regno di Napoli
Dopo un lungo lavoro diplomatico, il 21 settembre 1805, il marchese di Gallo, Maurizio Mastrilli, (1753 - 1833) ambasciatore straordinario della corona borbonica a Parigi, col ministro francese Talleyrand, concluse una convenzione a mezzo della quale il Re di Napoli sarebbe rimasto neutrale nella guerra fra la Francia da un lato, e dall'altro Inghilterra, Austria e Russia. In compenso Napoleone avrebbe ritirato i suoi uomini dal Regno di Napoli, dal 1803 presenti a Otranto e Taranto.
Il trattato veniva ratificato l'8 ottobre 1805 anche se un mese prima, all'insaputa del Mastrilli, Ferdinando IV si era impegnato segretamente, col ministro russo Tatitschef, in un patto contro la Francia (Terza coalizione). Avrebbe dovuto marciare, con un esercito di trentamila uomini, contro Napoleone, appena le truppe francesi avrebbero lasciato il Regno.
Poco dopo aver sottoscritto il detto trattato di neutralità ed appena allontanatesi le truppe francesi dal Regno di Napoli, truppe russe salpate da Corfù e truppe inglesi salpate da Malta, sbarcarono a Napoli con l'intento di liberare, unitamente all'esercito del Borbone, il nord dell'Italia occupato dai francesi. Ma giunta improvvisa la vittoria riportata da Napoleone ad Austerlitz, (2.12.1805) lo sbarco a Napoli delle flotte straniere compromise irrimediabilmente la corona di Napoli.
Con la pace di Presburgo, (26.12.1805) l'imperatore francese si svincolava dalle preoccupazioni del nord dell'Italia. L'Austria cedeva il Veneto al Regno d'Italia e la Dalmazia e l'Istria alla Francia. Il giorno dopo Napoleone, col proclama di Schoebrum, dichiarava decaduta dal trono di Napoli la casa Borbone ed ordinò al maresciallo Massena, al seguito del fratello Giuseppe, di occupare il loro Regno. Alla preannunciata invasione, russi ed inglesi, decisero la ritirata. I russi rientrarono a Corfù e gli inglesi si ritirarono in Sicilia lasciando due fregate nel porto di Napoli per portare il Re in Sicilia ove ve ne fosse stato il bisogno.
Dichiarata la guerra e dopo che i francesi, a Bologna, riunirono un'armata per marciare su Napoli, Giuseppe Bonaparte, scendendo dalla via Flaminia fece pubblicare un manifesto in cui diceva:
La vostra corte dopo di aver conchiuso un trattato di neutralità ha aperto i suoi stati agl'inglesi ed ai russi. L'imperatore Napoleone la di cui giustizia è pari alla possanza vuole dare un grand'esempio comandato dall'onore della sua corona, dall'interesse de' suoi popoli, e dalla necessità di ristabilire in Europa il rispetto che si deve alla fede pubblica. L'armata che io comando marcia per punire questa perfidia, ma voi non avete di che temere. I soldati francesi sono vostri fratelli.
Al risoluto avanzare dei francesi, il 24 gennaio 1806, a bordo del vascello Archimede, con mare tempestoso, il Re Ferdinando IV, come aveva già fatto nel 1799, veleggiò ancora una volta ritirata (per non dire scappò da Napoli), e riparando in Sicilia lasciò, a difesa della capitale, una reggenza. Così per l'armata francese l'occupazione del regno di Napoli fu cosa da poco, un viaggio trionfale, frutto del tradimento di Ferdinando IV.
Il regno si pose in allerta e gli echi di guerra giunsero anche nel golfo di Policastro. Alessandro Mandarini, di Maratea, già con buoni rapporti a corte, dal Conte di Thun fu nominato "Provveditore di mare" con le seguenti motivazioni:
Esigendo il Real Servizio, che si portino in codesti luoghi de' bastimenti sottili di questa Real marina, mi veggo nel caso di raccomandare a V.S.Ill. di spiegare tutto il zelo possibile, ed il cognito di lei attaccamento alla Real Corona, onde prestarsi a tutto ciò, che possa occorrere a' comandanti dei suddetti legni, e specialmente per facilitare la reciproca corrispondenza tra' medesimi, ed i corpi dell'esercito, onde non vengano ritardati tali interessanti vicendevoli rapporti, facendosi rimborsare da' Comandanti stessi la somma, che a tal'uopo erogherà; ed occorrendo a' medesimi di fare de' viveri, si adopererà Ella, perché essi ne siano provveduti, pagandone però l'importo da' fondi di cassa espressamente fornitili. Intanto, viene ora in coteste acque la galeotta Attiva, e due filugoni, comandati dal Tenente di Vascello Don Ferdinando Anguissola, e vi verrà in seguito l'altra galeotta La Veloce, per cui non dubito, ch'Ella presterà a' Comandanti di esse tutta l'assistenza, ch'è possibile, coadiuvandoli in tutto ciò che riguarda la di loro commissione. Con tale fiducia mi dichiaro con piena stima di V.S.Ill.
Il Mandarini non mancò di dare soccorso ai legni pervenuti, principalmente nel porto di Sapri.
Dei suoi esiti, sostenuti e documentati, ne andò poi creditore anche dopo la restaurazione e, come riconoscenza e ricompensa, fu nominato Intendente della Calabria Citra (Cosenza).
Il principe ereditario, nominato vicario con l'unica consegna di resistere all'invasore, alla testa dell'esercito, si ritirò ai confini calabro lucani sperando di infiammare gli animi e mobilitare le popolazioni facendo leva sul fanatismo, religioso e dinastico, incitando all'insurrezione poiché il marchese Rodio, con lettere del 7 e 24 novembre 1804 assicurava alla corte di Napoli che la Basilicata e la Calabria erano pronte alla sollevazione contro la Francia (lettere che probabilmente spinsero il Re a stringere il patto segreto con gli inglesi e russi) e che dalla prima si potevano sperare 18.000 uomini mentre dalla seconda 90.000. Ma ciò che avvenne al seguito del Cardinale Ruffo, nel 1799, non si verificò.
La Reggenza, rimasta a Napoli, per frenare l'invasione, non potendola contrastare con la forza, tentò la diplomazia. Chiese un armistizio di due mesi. Ma avutone un netto rifiuto, ai napoleonidi propose - per la pubblica quiete e con la condizione che la popolazione della capitale venisse rispettata e risparmiata - la cessione delle piazze forti ed i fortilizi della capitale. Offrendo libera la Piazza di Capua e le fortezze di Napoli chiesero pure un armistizio di dieci giorni per dar tempo al Principe ereditario di ritirarsi in Sicilia.
La Reggenza rese pubblico un editto con cui si informava il popolo sulla forza estera che si approssimava al Regno, ordinava di rispettarla, di non opporsi in qualunque modo alla sua entrata, né di usarle insolenza, minacciando di punire militarmente i trasgressori. L'accordo, fatto per evitare la guerra, fu considerato tradimento da chi era assente da Napoli.
Trovata la capitale senza difesa i francesi vi entrarono indisturbati il 14 febbraio 1806 e fu instaurata la luogotenenza del principe Giuseppe Bonaparte funestata, i primi due anni, dalla guerriglia, o brigantaggio, anglo borbonica diretta, da Palermo, dal re Ferdinando IV.
(Ferruccio Policicchio)



Gioacchino Murat (1767 - 1815)
Re di Napoli e maresciallo di Napoleone
(Fare clic sull'immagine per ingrandire)





Stemma del regno di Napoli al tempo di Giuseppe Bonaparte
(Fare clic sull'immagine per ingrandire)


Inserito da Golfonetwork sabato 15 maggio 2021 alle 13:26 commenti( 0 ) -

Comune di Vibonati: Puc, interrogazione gruppo consiliare «Voci Libere»



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Inserito da Golfonetwork sabato 15 maggio 2021 alle 13:25 commenti( 0 ) -

Dal 17 Maggio 3° Scario Film Fest - Spring Edition
La terza edizione dello Scario Film Fest, prodotto da Il Varco e dall'Associazione Culturale AEDON, si svolgerà in un format inedito: la consueta edizione live nella piazza di Scario verrà preceduta da quattro edizioni stagionali che saranno visibili gratuitamente online.
Da lunedì 17 Maggio, alle ore 21.00, sarà visibile online l'edizione Primaverile. Con la direzione artistica di Elio Di Pace, regista campano, verranno mostrati al pubblico 5 cortometraggi internazionali, due dei quali saranno scelti per l'edizione conclusiva Live che si terrà a Scario (comune di San Giovanni a Piro, Salerno) e verranno annunciate le sceneggiature che entreranno nel concorso annuale. Ci saranno inoltre interventi del direttore artistico e degli artisti selezionati, che risponderanno ad alcune domande riguardo la loro arte.
Per guardare il festival è sufficiente collegarsi a questo indirizzo

Cortometraggi in programma:

- Afloat di Ève-Chems de Brouwer (Francia, 20')(27' - Danimarca)
È estate, sul Mar Mediterraneo. Garance si unisce a sua sorella per prendersi cura dei suoi figli. Ma da qualche mese qualcosa cambia il suo aspetto. Vicino all'acqua e alle onde, incontra di nuovo un uomo che conosceva una volta.

- Ballast by Daniel Howlid (Polonia, 18')
Riunione di famiglia. La mancanza di attenzione da parte degli adulti, gli errori nell'educazione, così come i legami emotivi instabili e le relazioni interrotte, portano un giovane bambino trascurato a comportamenti distruttivi da cui non si può tornare indietro. La tragedia è appesa a un filo ...

- Barrier by Niels Bourgonje (Olanda, 9')
Settembre 1944. Due soldati canadesi trovano un ragazzo trascinato dal mare sulla spiaggia olandese. Da dove viene? Ci si può fidare?

- Sinking Ships by Andreas Kessler (Germania, 21')
Sara ha sopportato molti anni una relazione piena di controllo e violenza. Mentre lei e la sua famiglia vanno in vacanza, si presenta improvvisamente l'opportunità di separarsi.

- I'm not telling you anything, just sayin by Sanja Milardovic´ (Croazia, 17')
Zrinka arriva nella sua città natale per alcuni giorni per fare location scouting. Rimane a casa di sua madre Tanja. Poiché il comportamento di Tanja sembra strano, Zrinka la porta in esplorazione per scoprire cosa la turba. Alla fine, il crollo emotivo di Tanja avvicina i due.
(Scario Short Film Festival - Marco Crispano)



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