Complesso Santa Croce e Alta Velocità, comunicato del Sindaco di Sapri
- Complesso Santa Croce In seguito alle segnalazioni di questi giorni, stamattina con l’Ufficio Tecnico e il responsabile di zona della Soprintentenza abbiamo effettuato un primo sopralluogo sulla struttura della chiesa di Santa Croce. Per la settimana prossima inviterò ad un tavolo tecnico il Mibact, la Soprintentenza di Salerno, SE il Vescovo della diocesi Teggiano Policastro per condividere le possibilità di un intervento urgente di messa in sicurezza in attesa della valutazione da parte del Ministero del progetto di ristrutturazione e riqualificazione del complesso.
- Trasporti AV Sapri-RC In merito all’idea progetto, sulla nuova tratta di AV Salerno-Reggio Calabria presentata in audizione alla camera dalla amministratrice delegata e direttrice generale di RFI SpA lo scorso 3 febbraio 2021, ho interessato nella giornata odierna la presidente della IX commissione on. Raffaella Paita per garantire e coinvolgere gli EELL -dando la mia disponibilità a farne parte- nella definizione dello studio di fattibilità non ancora presentato. L’intervento, così come presentato, è lesivo del nostro territorio e mortifica le giuste aspettative di sviluppo e crescita in questi anni portate avanti con grande lavoro delle amministrazioni e dei cittadini. (Antonio Gentile - Sindaco di Sapri)
SP 17:a Roccagloriosa la consegna lavori tra Acquavena e San Giovanni a Piro
La Provincia di Salerno consegna lavori di miglioramento della sicurezza stradale ricadenti nel comune di Roccagloriosa, tra Acquavena e San Giovanni a Piro per l’ammontare dei lavori di euro 253.686,13. Sono interventi urgenti di protezione civile finanziati con POR FESR 2014-2020. “I lavori sono iniziati in questi giorni - dichiara il Presidente della Provincia, Michele Strianese – e sono interventi di messa in sicurezza, ripristino e consolidamento a seguito di dissesti e movimenti franosi sulla SP 17 tra Acquavena e San Giovanni a Piro, soprattutto nei tratti compresi tra il km 3+500 e il km 4+600. I lavori sono coordinati dal settore Viabilità e Trasporti, diretto da Domenico Ranesi, supportato dal Consigliere provinciale delegato alla Viabilità Antonio Rescigno. Grazie alla Regione Campania, in particolare al Presidente On. Vincenzo De Luca, apriamo altri cantieri per la messa in sicurezza di tutta la nostra rete viaria, ma anche per promuovere sviluppo e occupazione nei nostri territori. La Provincia non si ferma e continuiamo a lavorare in assoluta vicinanza alle esigenze concrete delle nostre comunità.” (Maria Rosaria Greco)
Comune di Vibonati: operai raccolta rifiuti,interrogazione Consiglieri Minoranza
Al Sindaco del Comune di Vibonati On. Francesco Brusco Al Delegato all’Ambiente Dott. Manuel Borrelli Al Responsabile Finanziario Dott. Giovanni Castaldi Al Responsabile del Servizio di Raccolta Com. Antonio Quintieri
OGGETTO: STIPENDI OPERAI RACCOLTA RIFIUTI – CHIARIMENTI URGENTI. I sottoscritti Giudice Luigi, Di Giacomo Gerardo, Ferraiolo Anna e De Filippo Dalia, in qualità di consiglieri comunali e nel pieno del loro diritto di informazione, chiedono - Di conoscere i motivi per cui, ad oggi, gli operai del servizio di raccolta rifiuti non hanno percepito dalla ditta appaltatrice del servizio regolare stipendio dal mese di novembre. - Di conoscere che attività è stata intrapresa nei confronti della ditta appaltatrice per garantire il diritto alla retribuzione degli operai che svolgono il servizio di raccolta. - Copia dei mandati di pagamento effettuati alla ditta General Enterprise dal Comune di Vibonati dal mese di novembre 2020 ad oggi. - Perché l’Ente continua ad operare in regime di proroga considerando che la determina di aggiudicazione n.15 del 18.04.2020 prevede espressamente 60gg. per la firma del contratto. Vibonati, 09 febbraio 2020 I Consiglieri di Minoranza
Emergenza maltempo Golfo di Policastro-Cilento,stanziati 2.800.000 Euro
Comunicato stampa del Consiglio dei Ministri n. 96 - 9 Febbraio 2021
Il Consiglio dei Ministri si è riunito martedì 9 febbraio 2021, alle ore 9.30 a Palazzo Chigi, sotto la presidenza del Presidente Giuseppe Conte. Segretario il Sottosegretario alla Presidenza Riccardo Fraccaro.
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PROVVEDIMENTI DI PROTEZIONE CIVILE Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente Giuseppe Conte, ha deliberato la dichiarazione dello stato di emergenza in conseguenza degli eventi meteorologici che si sono verificati nei giorni 16, 17, 20 e 21 novembre, 2 e 3 dicembre 2020 nel territorio dei comuni di Vibonati, di Torre Orsaia, di Ispani, di Santa Marina, di Centola, di Cicerale, di Sapri, di Roccagloriosa e di Montecorice, in provincia di Salerno. Sono stati stanziati, per far fronte alle esigenze più immediate, 2.800.000 euro a valere sul Fondo per le emergenze nazionali. (Governo Italiano - Presidenza del Consiglio dei Ministri)
Per la chiusura al transito della statale 18 "Tirrena Inferiore", ai confini tra Campania e Basilicata, i veicoli in direzione Maratea saranno deviati al km 216,300 sulla strada provinciale 104, sulla statale 585 "Fondo Valle Noce" e sulla strada provinciale 3 con rientro sulla SS 18 al km 233,550. Percorso inverso per i veicoli in direzione Sapri.. L'accesso al tratto compreso tra i km 216,300 e 217, 314 è invece consentito ai soli residenti ed ai veicoli diretti o provenienti dal porto, che saranno filtrati dalla Polizia Municipale del Comune di Sapri. Le squadre Anas sono sul posto per la gestione della viabilità di competenza e già dalla serata di ieri sono in corso i primi interventi per rimuovere il materiale caduto sul piano viabile e quello pericolante nella parte bassa del versante. Per quanto riguarda l'area a monte del costone, si attende l'esito dell'ispezione da parte del Genio Civile e del comune di Sapri per i necessari interventi di messa in sicurezza. (Anas)
Edoardo Vitale: Una risposta necessaria a un attacco infondato
Il signor Ferruccio Policicchio mi accusa di aver "ordito" due video di argomento storico "con ostilità ed astio verso Giuseppe Garibaldi" e la "Spedizione dei Mille", definita "epica". Da cristiano, non posso che apprezzare l'amore, verso chiunque sia rivolto, Garibaldi compreso. Però l'amore non deve annebbiare la vista e non può giustificare attacchi ingiustificati, irrispettosi e illogici. Il Policicchio, bontà sua, riconosce che il decreto n. 50 del 16 settembre 1860 (quello con cui il Dittatore abolisce l'Amministrazione centrale delle bonificazioni), di cui io ho parlato, esiste. Aggiunge però che la notizia è "castrata". A parte la signorilità dell'espressione, devo sorbirmi anche una lezioncina di logica elementare ("è davvero tanto difficile capire che l'Ente non fu soppresso?"), basata sul fatto che le attribuzioni dell'Ente medesimo (espressamente "abolito") furono "aggregate alla Direzione generale di ponti e di strade" e che, con decreto del 26 ottobre 1860, le bonificazioni furono affidate al "4° ripartimento". Ne consegue, secondo il mio contraddittore, che "NON si trattò di 'un colpo demolitore all'Amministrazione delle bonifiche'". Così parlò Policicchio, senza altra spiegazione. È evidente che egli non ha idea di ciò che rappresentava questo Ente e nemmeno degli sviluppi successivi delle bonifiche meridionali. Non potendo abusare dello spazio concessomi, consiglio la lettura della "Storia delle Bonifiche del Regno di Napoli", del liberale lucano Raffaele Ciasca, edito da Laterza nel sabaudissimo anno 1928. Vi si riconosce - con coraggio, pensando alla retorica antiborbonica allora più di oggi imperante - la grande importanza e il carattere intelligentemente innovativo del decreto di Ferdinando II dell'11 maggio 1855. Afferma il Ciasca che tale legge, in considerazione del carattere irregolare e discontinuo del territorio del Regno di Napoli, introduce l'innovativo concetto di bonifica integrale, inteso come risanamento da effettuare avendo presente l'intero bacino idrografico, dalla sorgente alla foce, dalle montagne al fondo delle valli. Stabilisce poi che ai lavori devono contribuire i proprietari dei fondi secondo la spesa e in proporzione dei vantaggi che ritraggono dalla bonifica. Afferma inoltre il fondamentale principio che le opere di bonifica sono di interesse pubblico. Da quanto detto si comprende il senso di affidare le bonifiche a un Organo unico, che, pur fra mille difficoltà, a cominciare dall'opposizione dei proprietari renitenti alla contribuzione, rappresenta uno strumento nuovo e fondamentale per la rinascita e lo sviluppo sociale ed economico del Sud, che trae la sua efficacia dalla competenza e dall'impegno di legioni di tecnici e operatori qualificati. Lo dimostra, fra l'altro, la rettifica del corso del Sarno. Ma non è questa la sede per approfondire il tema. La legge sabauda del 30 novembre 1864 ratifica l'abolizione dell'Ente decisa in fretta e furia da Garibaldi. La legge del 20 marzo 1865 n. 2248, poi, introduce il concetto sorpassato e angusto che le bonificazioni, per quanto vaste siano, sono opere di esclusivo interesse locale, per le quali non si ha diritto di reclamare l'azione diretta dello stato. Policicchio parla come se il decreto di Garibaldi avesse cambiato solo la forma, invece fu l'inizio della rovina. "Le nuove disposizioni di legge disintegravano il problema, considerandone isolatamente gli aspetti" (G. Postiglione). Le terre depresse del Sud e le loro popolazioni sono lasciate al loro destino, o meglio, alla mercé dei latifondisti, che si rallegrano di non essere più contemplati fra i soggetti tenuti a contribuire alle spese di bonifica e manutenzione. Con la legge Baccarini del 25 giugno 1882 (n. 869) si modella l'attività di bonifica sulle esigenze del Nord, assegnando, fra l'altro, un ruolo essenziale ai consorzi, da noi pressocché inesistenti soprattutto per la limitata estensione dei terreni uniformi. Il risultato di questo dissennato stravolgimento è che nel Mezzogiorno ha il sopravvento l'abbandono e cresce rovinosamente il disordine idrico. Lo Stato resta inerte anche di fronte alla rovina di interi paesi. Le cifre parlano di un disastro spaventoso, di una clamorosa ingiustizia: mentre nell'Italia settentrionale dal 1882 al 1924 sono bonificati 328.669 ettari, nel Sud lo Stato patrigno ne bonifica poco più di 4000 (in Calabria appena 13 ettari!). Ma Policicchio dice che Garibaldi nel 1875 si preoccupò di proteggere Roma dalle inondazioni del Tevere. E che argomento è? Mi fa piacere per la sua anima e per la città eterna, ma dovremmo parlare di fatti a favore del Sud, non dei suoi slanci interiori. Il 16 settembre 1860, evidentemente, più che la sua coscienza, ascoltò i consigli del prodittatore di Basilicata, il quale gli consigliava di "non disgustare la classe de' proprietari, che sono il sostegno precipuo della rivoluzione". E così accontentò gli agrari, come il mese prima, in un altro modo, aveva fatto Bixio con i padroni inglesi di Bronte, dopo la rivolta dei contadini che avevano creduto alle promesse del Nizzardo. Giudichino i lettori se sia io ad essere "fazioso" e "tendenzioso".
Quanto alla pensione data alla Sangiovannara e alle altre gentildonne, la mia pazienza è messa a dura prova. Il Policicchio definisce "pessimo artefatto mal donato al popolo" il testo a me mostrato del decreto 26 ottobre 1860 con cui Garibaldi accorda "pensione mensuale" a Marianna La Sangiovannara (camorrista menzionata col suo soprannome malavitoso, n.d.r.), Antonietta Pace, Carmela Furitano, Costanza Leipnecher e Pasquarella Proto. Artefatto? Come si permette? Che il decreto esista lo sanno tutti, quindi per non offendere la cultura di Policicchio devo ritenere che lo sappia anche lui. A meno che non sia convinto che racconti "frottole" anche l'Enciclopedia Treccani. Prima di offendermi, mio illustre accusatore (parlando perfino di "abominio", oltre a evocare anche l'immancabile "complottismo"), ha fatto una piccola ricerca? Le do una traccia: il decreto è riportato in una raccolta più estesa "Atti governativi per le Provincie Napoletane", mentre la Raccolta delle Leggi e dei Decreti non comprende i provvedimenti ad personam che non sono di interesse pubblico.
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Questo spiega la non coincidenza del numero d'ordine, che poi è diverso per tutti i provvedimenti. Quello della medaglia commemorativa, che Lei si prende la briga di mostrare, reca il numero 207, non 184. Policicchio rileva anche che nessuno dei decreti del 26 ottobre 1860 di cui alla raccolta da lui consultata ha "fini pensionistici". E grazie! Gli atti pensionistici stanno nell'altra raccolta. E guarda caso ce n'è un altro proprio del 26 ottobre (pensione alla vedova Asmundo)! Non sarebbe meglio pensare prima di partire lancia in resta?
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Comunque Policicchio non si spinge fino a dire che il decreto non esiste. Lo lascia intendere ambiguamente con un astuto condizionale ("si tratterebbe"). Eppure la questione non è certo secondaria! Anche se lui preferisce cavillare a vanvera sui numeri. Sperando che non definisca anche questo un "artefatto mal donato", mostrerò a lui e ai lettori un'ulteriore immagine, tratta dal giornale liberale e filogaribaldino "Lo cuorpo de Napoli e lo Sebbeto" del 31 ottobre 1860, stampato nel quartiere Pignasecca dominato dalla Sangiovannara, dove ci si vanta del conferimento di quella pensione.
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Sì, perché la pensione fu data e goduta, tutti lo sanno e quanto detto è ben documentato. Facciamocene una ragione. Quindi altro colpo fuori bersaglio, che finisce per tornare indietro. In piena concitazione accusatoria, Policicchio mi addebita poi di aver sottovalutato le provvidenze adottate dal Dittatore a favore dei ragazzi poveri, e il fatto che abbia fatto rientrare all'università di Napoli gli studenti che i Borbone ne avevano tenuti lontani. Chi mi conosce sa che io non lesino mai ai Borbone le critiche che ritengo meritate, ma non erano il video o questo scritto le sedi per analizzare la propensione dei Re delle Due Sicilie a venire incontro alle esigenze degli indigenti, né di paragonarla con quella di Garibaldi. Ci sarebbe moltissimo da studiare e da dire. Si è accorto, però, il Policicchio che il Dittatore, col decreto da lui ostentato, voleva addestrare alle armi bambini (poveri) dai sette ai dieci anni (!), educati con "disciplina militare"? Che benefattore! I bambini poveri del Sud reclutati per combattere le future guerre sabaude! E non gli faceva neanche pagare la retta! Grazie di cuore, questa "chicca" mi era sfuggita.
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Quanto al mio video sulle bonifiche, ho solo voluto segnalare che il Dittatore era appoggiato da agrari e latifondisti, come il Principe d'Angri, dal cui balcone si affacciò subito dopo l'entrata a Napoli, il 7 settembre 1860. Proprio sulle terre sottratte a quel Principe, Ferdinando II aveva osato far costruire le prime 120 case della colonia agricola di Battipaglia, per ospitarvi i terremotati di Lucania. Un'ultima considerazione. Come è motivato quell'altro decreto del Nizzardo che abolisce i "soccorsi agli studenti e letterati poveri"? Con l'affermazione che "niente è più vergognoso che domandare ed accettar limosina sotto il nome di studente o letterato povero". Non esageriamo, ci sono cose ben più vergognose. È vero che nessuno deve essere costretto a elemosinare. Ma allora che cosa si fa? Prima si migliorano le condizioni di vita degli indigenti e solo dopo si toglie il sussidio. Giusto? Non per il Nizzardo, cuore d'oro, che per prima cosa toglie il sussidio. La dignità è salva, i poveri si arrangino. Viva Garibaldi! (Edoardo Vitale, direttore della rivista L'Alfiere e presidente di Sud e Civiltà)
Sanità nel Golfo di Policastro: Lettera Aperta di Gianfrancesco Caputo
Ai Sindaci del Golfo di Policastro Ai Consiglieri Regionali eletti in Provincia di Salerno Agli Organi di stampa
Il giorno 3 di gennaio sono stato colpito da un devastante infarto che mi ha provocato un arresto cardiaco, sono stato vicinissimo al termine improvviso della mia vita. Se sono ancora vivo lo devo alla prontezza di mia moglie che avendo immediatamente intuito la situazione mi ha condotto presso il Presidio Ospedaliero di Sapri. Se sono ancora vivo lo devo alla repentina reattività del personale medico ed infermieristico del pronto soccorso del P.O. di Sapri diretto, quel fatidico giorno, dalla Dott.ssa Clelia Chiacchio. Se sono ancora vivo lo devo all'indomabile tenacia del Team di Rianimazione dell'Ospedale di Sapri coordinato dal Dott. Emidio Cianciola coadiuvato dalla Dott.ssa Giulia Monaco; in quei momenti convulsi tutto il Team del reparto Rianimazione non ha mai smesso di sperare nella ripresa delle mie funzioni vitali, anche quando la speranza sembrava svanire. Se sono ancora vivo lo devo all'intervento chirurgico d'urgenza effettuato dal Dott. Antonio Aloia presso l'Ospedale San Luca di Vallo della Lucania. Se sono ancora vivo lo devo alla competenza di tutto il personale del Reparto di Cardiologia del presidio ospedaliero saprese, diretto dalla Dott.ssa Maddalena Matarazzo che mi ha accolto, curato e rimesso in piedi con umanità e professionalità. Se sono ancora vivo lo devo ad una rete pubblica di eccellenti professionisti che hanno dimostrato inoppugnabilmente che lo sviluppo di una proficua sinergia tra diverse strutture ospedaliere salva la vita. Purtroppo in tema di sanità il nostro Cilento molto spesso è dimenticato, e se in questi giorni si apprende di stanziamenti anche consistenti relativi alla messa in sicurezza e all'edilizia sanitaria a beneficio dell'Ospedale di Sapri, tuttavia è giusto ricordare ai competenti decisori politici che si registrano carenze di organico che riguardano soprattutto i medici, i quali sono costretti a turni massacranti. Mi permetto di rammentare che tutto il personale ospedaliero è esposto a noti rischi professionali ai quali si aggiunge anche il rischio di contagio dovuto alla pandemia in atto. Pertanto è con gratitudine che mi rivolgo a tutta la comunità ospedaliera rilevando che l'attuale situazione del Presidio Ospedaliero di Sapri, a mio modesto parere, necessita di un continuo monitoraggio da parte di tutti i Sindaci del Golfo di Policastro e dei Consiglieri regionali eletti nella provincia di Salerno, al fine di tutelare ed incrementare le funzioni dell'intera struttura. In ultimo ma non per ultimo, ringrazio Colui che ha guidato le mani dei medici che mi hanno salvato, ringrazio la Provvidenza che nella sua misericordia ha voluto restituirmi alla mia famiglia e Don Pasquale Pellegrino Cappellano del P.O. di Sapri che mi ha aiutato a riflettere riguardo la nuova vita che mi è stata concessa. (Gianfrancesco Caputo)
Anas: Sulla SS18 Tirrena Inferiore chiuso tratto Maratea-Sapri
Napoli, 9 febbraio 2021 Sulla strada statale 18 ‘Tirrena Inferiore’ il tratto compreso tra il km 216, 300 e il km 219,900, nel territorio comunale di Sapri in provincia di Salerno, è stato chiuso ieri sera a causa di massi caduti dai versanti sul piano viabile. Sul posto è impegnato il personale Anas per ripristinare appena possibile la transitabilità in sicurezza. Anas, società del Gruppo FS Italiane, ricorda che quando guidi, Guida e Basta! No distrazioni, no alcol, no droga per la tua sicurezza e quella degli altri. (Anas)
Chiusura SS18 Tirrena Inferiore Maratea-Sapri
Siamo in contatto con Anas ed il Sindaco di Sapri e dopo il sopralluogo vi daremo ulteriori aggiornamenti. (Comune di Maratea - Il Sindaco Daniele Stoppelli)