La ricorrenza storica: Fatta l´Italia,emanata una «allocuzione concistoriale» |
Tra il settembre del 1860 e il marzo del 1861 Cavour costantemente cercò una conciliazione con il Papa e Napoleone III, proclamatosi garante dell'indipendenza e della sicurezza di Pio IX, era informato della trattativa. Il negoziato non andò buon fine. Il 17 marzo Vittorio Emanuele II, dal Parlamento nazionale, venne proclamato re d'Italia senza cambiare il numero della successione dinastica sabauda e lasciando a fondamento del regno la costituzione piemontese del 1848. (Statuto Albertino) Il giorno dopo, il 18 marzo 1861, il Pontefice ricordando i torti subìti dal Piemonte e dal liberalismo, riaffermò l'impossibilità di una riconciliazione fra Stato Italiano e Chiesa e, di fatto, pose fine ad ogni tentativo di intesa a mezzo di una "allocuzione concistoriale". Il successivo 27 marzo Cavour, in un discorso di fronte al Parlamento italiano, affermò la dottrina della non interferenza reciproca fra Stato e Chiesa rimanendo la "questione romana" la maggiore preoccupazione del governo unitario. Nei mesi seguenti, nelle ex terre papali e dei Granducati, molti parroci ebbero guai perché negarono i registri dei battesimi che la nuova autorità pretendeva per impiantare lo stato civile/anagrafe, necessario per la leva militare a far data dall'anno 1839/40. Nel regno delle due Sicilie ciò non accadde perché si ebbe l'esperienza dei Napoleonidi durante il decennio 1810/15, i quali, dopo aver abolito la feudalità ed istituito i comuni, con decreto del 29 ottobre 1808 si stabilì che, a partire dal 1° gennaio 1809, dovevano aver inizio, in ogni comune, le registrazioni dei nati, dei matrimoni e dei morti. Poco più tardi quegli stessi sacerdoti ebbero altri guai perché si rifiutarono di celebrar Messa in suffragio di Cavour, o per aver negato l'assoluzione al morente se prima non avesse abiurato il voto per l'annessione. Da ciò sortì la saggezza del Cardinal Montini, poi papa Paolo VI, il quale disse che la fine del dominio temporale era stata una delle maggiori grazie fatte da Cristo alla sua Chiesa. Qualche anno dopo vi fu la confisca dei beni ecclesiastici. Nelle due Sicilie, invece, sempre durante il decennio 1806/15 erano stati soppressi gli ordini monastici e confiscati i loro beni. Da queste parti, quindi, la legge dei piemontesi colpì solo il comune di Torre Orsaia, il cui barone era il Vescovo ed i francesi lo avevano risparmiato. Nessun Stato europeo aveva dovuto affrontare, nel processo della sua costruzione, una questione così imponente come la presenza, nel proprio territorio, di una città e di una istituzione cariche di simbolismo universale quali erano Roma e la Chiesa cattolica. 160 anni oggi fatti di divisioni e attriti che cominciarono subito e che sono giunti sino ai nostri giorni. Su tutti la Questione Meridionale che, divenuta Nazionale trovò, in qualche maniera, soluzione solo nell'emigrazione e che, giunta ai nostri giorni, col passare degli anni, ha fatto nascere, anche per colpa di noi meridionali, mali nuovi dandogli nomenclatura più moderna quale assistenzialismo, clientelismo, zone depresse, sottoccupazione o depressione economica. Con questi nomi si intesero, e s'intendono, condizioni di arretratezza e di povertà nella quale vennero a trovarsi le popolazioni del sud. La Questione Meridionale è stata uno degli squilibri, il più grave, che ha afflitto, e tuttora affligge, l'Italia unita. (Ferruccio Policicchio)
Papa Pio IX (1792 - 1878) Papa Paolo VI (1897 - 1978)
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