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Chiusura SS18 tra Sapri e Maratea - Aggiornamento
Per la chiusura al transito della statale 18 "Tirrena Inferiore", ai confini tra Campania e Basilicata, i veicoli in direzione Maratea saranno deviati al km 216,300 sulla strada provinciale 104, sulla statale 585 "Fondo Valle Noce" e sulla strada provinciale 3 con rientro sulla SS 18 al km 233,550. Percorso inverso per i veicoli in direzione Sapri.. L'accesso al tratto compreso tra i km 216,300 e 217, 314 è invece consentito ai soli residenti ed ai veicoli diretti o provenienti dal porto, che saranno filtrati dalla Polizia Municipale del Comune di Sapri. Le squadre Anas sono sul posto per la gestione della viabilità di competenza e già dalla serata di ieri sono in corso i primi interventi per rimuovere il materiale caduto sul piano viabile e quello pericolante nella parte bassa del versante. Per quanto riguarda l'area a monte del costone, si attende l'esito dell'ispezione da parte del Genio Civile e del comune di Sapri per i necessari interventi di messa in sicurezza. (Anas)
Edoardo Vitale: Una risposta necessaria a un attacco infondato
Il signor Ferruccio Policicchio mi accusa di aver "ordito" due video di argomento storico "con ostilità ed astio verso Giuseppe Garibaldi" e la "Spedizione dei Mille", definita "epica". Da cristiano, non posso che apprezzare l'amore, verso chiunque sia rivolto, Garibaldi compreso. Però l'amore non deve annebbiare la vista e non può giustificare attacchi ingiustificati, irrispettosi e illogici. Il Policicchio, bontà sua, riconosce che il decreto n. 50 del 16 settembre 1860 (quello con cui il Dittatore abolisce l'Amministrazione centrale delle bonificazioni), di cui io ho parlato, esiste. Aggiunge però che la notizia è "castrata". A parte la signorilità dell'espressione, devo sorbirmi anche una lezioncina di logica elementare ("è davvero tanto difficile capire che l'Ente non fu soppresso?"), basata sul fatto che le attribuzioni dell'Ente medesimo (espressamente "abolito") furono "aggregate alla Direzione generale di ponti e di strade" e che, con decreto del 26 ottobre 1860, le bonificazioni furono affidate al "4° ripartimento". Ne consegue, secondo il mio contraddittore, che "NON si trattò di 'un colpo demolitore all'Amministrazione delle bonifiche'". Così parlò Policicchio, senza altra spiegazione. È evidente che egli non ha idea di ciò che rappresentava questo Ente e nemmeno degli sviluppi successivi delle bonifiche meridionali. Non potendo abusare dello spazio concessomi, consiglio la lettura della "Storia delle Bonifiche del Regno di Napoli", del liberale lucano Raffaele Ciasca, edito da Laterza nel sabaudissimo anno 1928. Vi si riconosce - con coraggio, pensando alla retorica antiborbonica allora più di oggi imperante - la grande importanza e il carattere intelligentemente innovativo del decreto di Ferdinando II dell'11 maggio 1855. Afferma il Ciasca che tale legge, in considerazione del carattere irregolare e discontinuo del territorio del Regno di Napoli, introduce l'innovativo concetto di bonifica integrale, inteso come risanamento da effettuare avendo presente l'intero bacino idrografico, dalla sorgente alla foce, dalle montagne al fondo delle valli. Stabilisce poi che ai lavori devono contribuire i proprietari dei fondi secondo la spesa e in proporzione dei vantaggi che ritraggono dalla bonifica. Afferma inoltre il fondamentale principio che le opere di bonifica sono di interesse pubblico. Da quanto detto si comprende il senso di affidare le bonifiche a un Organo unico, che, pur fra mille difficoltà, a cominciare dall'opposizione dei proprietari renitenti alla contribuzione, rappresenta uno strumento nuovo e fondamentale per la rinascita e lo sviluppo sociale ed economico del Sud, che trae la sua efficacia dalla competenza e dall'impegno di legioni di tecnici e operatori qualificati. Lo dimostra, fra l'altro, la rettifica del corso del Sarno. Ma non è questa la sede per approfondire il tema. La legge sabauda del 30 novembre 1864 ratifica l'abolizione dell'Ente decisa in fretta e furia da Garibaldi. La legge del 20 marzo 1865 n. 2248, poi, introduce il concetto sorpassato e angusto che le bonificazioni, per quanto vaste siano, sono opere di esclusivo interesse locale, per le quali non si ha diritto di reclamare l'azione diretta dello stato. Policicchio parla come se il decreto di Garibaldi avesse cambiato solo la forma, invece fu l'inizio della rovina. "Le nuove disposizioni di legge disintegravano il problema, considerandone isolatamente gli aspetti" (G. Postiglione). Le terre depresse del Sud e le loro popolazioni sono lasciate al loro destino, o meglio, alla mercé dei latifondisti, che si rallegrano di non essere più contemplati fra i soggetti tenuti a contribuire alle spese di bonifica e manutenzione. Con la legge Baccarini del 25 giugno 1882 (n. 869) si modella l'attività di bonifica sulle esigenze del Nord, assegnando, fra l'altro, un ruolo essenziale ai consorzi, da noi pressocché inesistenti soprattutto per la limitata estensione dei terreni uniformi. Il risultato di questo dissennato stravolgimento è che nel Mezzogiorno ha il sopravvento l'abbandono e cresce rovinosamente il disordine idrico. Lo Stato resta inerte anche di fronte alla rovina di interi paesi. Le cifre parlano di un disastro spaventoso, di una clamorosa ingiustizia: mentre nell'Italia settentrionale dal 1882 al 1924 sono bonificati 328.669 ettari, nel Sud lo Stato patrigno ne bonifica poco più di 4000 (in Calabria appena 13 ettari!). Ma Policicchio dice che Garibaldi nel 1875 si preoccupò di proteggere Roma dalle inondazioni del Tevere. E che argomento è? Mi fa piacere per la sua anima e per la città eterna, ma dovremmo parlare di fatti a favore del Sud, non dei suoi slanci interiori. Il 16 settembre 1860, evidentemente, più che la sua coscienza, ascoltò i consigli del prodittatore di Basilicata, il quale gli consigliava di "non disgustare la classe de' proprietari, che sono il sostegno precipuo della rivoluzione". E così accontentò gli agrari, come il mese prima, in un altro modo, aveva fatto Bixio con i padroni inglesi di Bronte, dopo la rivolta dei contadini che avevano creduto alle promesse del Nizzardo. Giudichino i lettori se sia io ad essere "fazioso" e "tendenzioso".
Quanto alla pensione data alla Sangiovannara e alle altre gentildonne, la mia pazienza è messa a dura prova. Il Policicchio definisce "pessimo artefatto mal donato al popolo" il testo a me mostrato del decreto 26 ottobre 1860 con cui Garibaldi accorda "pensione mensuale" a Marianna La Sangiovannara (camorrista menzionata col suo soprannome malavitoso, n.d.r.), Antonietta Pace, Carmela Furitano, Costanza Leipnecher e Pasquarella Proto. Artefatto? Come si permette? Che il decreto esista lo sanno tutti, quindi per non offendere la cultura di Policicchio devo ritenere che lo sappia anche lui. A meno che non sia convinto che racconti "frottole" anche l'Enciclopedia Treccani. Prima di offendermi, mio illustre accusatore (parlando perfino di "abominio", oltre a evocare anche l'immancabile "complottismo"), ha fatto una piccola ricerca? Le do una traccia: il decreto è riportato in una raccolta più estesa "Atti governativi per le Provincie Napoletane", mentre la Raccolta delle Leggi e dei Decreti non comprende i provvedimenti ad personam che non sono di interesse pubblico.
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Questo spiega la non coincidenza del numero d'ordine, che poi è diverso per tutti i provvedimenti. Quello della medaglia commemorativa, che Lei si prende la briga di mostrare, reca il numero 207, non 184. Policicchio rileva anche che nessuno dei decreti del 26 ottobre 1860 di cui alla raccolta da lui consultata ha "fini pensionistici". E grazie! Gli atti pensionistici stanno nell'altra raccolta. E guarda caso ce n'è un altro proprio del 26 ottobre (pensione alla vedova Asmundo)! Non sarebbe meglio pensare prima di partire lancia in resta?
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Comunque Policicchio non si spinge fino a dire che il decreto non esiste. Lo lascia intendere ambiguamente con un astuto condizionale ("si tratterebbe"). Eppure la questione non è certo secondaria! Anche se lui preferisce cavillare a vanvera sui numeri. Sperando che non definisca anche questo un "artefatto mal donato", mostrerò a lui e ai lettori un'ulteriore immagine, tratta dal giornale liberale e filogaribaldino "Lo cuorpo de Napoli e lo Sebbeto" del 31 ottobre 1860, stampato nel quartiere Pignasecca dominato dalla Sangiovannara, dove ci si vanta del conferimento di quella pensione.
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Sì, perché la pensione fu data e goduta, tutti lo sanno e quanto detto è ben documentato. Facciamocene una ragione. Quindi altro colpo fuori bersaglio, che finisce per tornare indietro. In piena concitazione accusatoria, Policicchio mi addebita poi di aver sottovalutato le provvidenze adottate dal Dittatore a favore dei ragazzi poveri, e il fatto che abbia fatto rientrare all'università di Napoli gli studenti che i Borbone ne avevano tenuti lontani. Chi mi conosce sa che io non lesino mai ai Borbone le critiche che ritengo meritate, ma non erano il video o questo scritto le sedi per analizzare la propensione dei Re delle Due Sicilie a venire incontro alle esigenze degli indigenti, né di paragonarla con quella di Garibaldi. Ci sarebbe moltissimo da studiare e da dire. Si è accorto, però, il Policicchio che il Dittatore, col decreto da lui ostentato, voleva addestrare alle armi bambini (poveri) dai sette ai dieci anni (!), educati con "disciplina militare"? Che benefattore! I bambini poveri del Sud reclutati per combattere le future guerre sabaude! E non gli faceva neanche pagare la retta! Grazie di cuore, questa "chicca" mi era sfuggita.
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Quanto al mio video sulle bonifiche, ho solo voluto segnalare che il Dittatore era appoggiato da agrari e latifondisti, come il Principe d'Angri, dal cui balcone si affacciò subito dopo l'entrata a Napoli, il 7 settembre 1860. Proprio sulle terre sottratte a quel Principe, Ferdinando II aveva osato far costruire le prime 120 case della colonia agricola di Battipaglia, per ospitarvi i terremotati di Lucania. Un'ultima considerazione. Come è motivato quell'altro decreto del Nizzardo che abolisce i "soccorsi agli studenti e letterati poveri"? Con l'affermazione che "niente è più vergognoso che domandare ed accettar limosina sotto il nome di studente o letterato povero". Non esageriamo, ci sono cose ben più vergognose. È vero che nessuno deve essere costretto a elemosinare. Ma allora che cosa si fa? Prima si migliorano le condizioni di vita degli indigenti e solo dopo si toglie il sussidio. Giusto? Non per il Nizzardo, cuore d'oro, che per prima cosa toglie il sussidio. La dignità è salva, i poveri si arrangino. Viva Garibaldi! (Edoardo Vitale, direttore della rivista L'Alfiere e presidente di Sud e Civiltà)
Sanità nel Golfo di Policastro: Lettera Aperta di Gianfrancesco Caputo
Ai Sindaci del Golfo di Policastro Ai Consiglieri Regionali eletti in Provincia di Salerno Agli Organi di stampa
Il giorno 3 di gennaio sono stato colpito da un devastante infarto che mi ha provocato un arresto cardiaco, sono stato vicinissimo al termine improvviso della mia vita. Se sono ancora vivo lo devo alla prontezza di mia moglie che avendo immediatamente intuito la situazione mi ha condotto presso il Presidio Ospedaliero di Sapri. Se sono ancora vivo lo devo alla repentina reattività del personale medico ed infermieristico del pronto soccorso del P.O. di Sapri diretto, quel fatidico giorno, dalla Dott.ssa Clelia Chiacchio. Se sono ancora vivo lo devo all'indomabile tenacia del Team di Rianimazione dell'Ospedale di Sapri coordinato dal Dott. Emidio Cianciola coadiuvato dalla Dott.ssa Giulia Monaco; in quei momenti convulsi tutto il Team del reparto Rianimazione non ha mai smesso di sperare nella ripresa delle mie funzioni vitali, anche quando la speranza sembrava svanire. Se sono ancora vivo lo devo all'intervento chirurgico d'urgenza effettuato dal Dott. Antonio Aloia presso l'Ospedale San Luca di Vallo della Lucania. Se sono ancora vivo lo devo alla competenza di tutto il personale del Reparto di Cardiologia del presidio ospedaliero saprese, diretto dalla Dott.ssa Maddalena Matarazzo che mi ha accolto, curato e rimesso in piedi con umanità e professionalità. Se sono ancora vivo lo devo ad una rete pubblica di eccellenti professionisti che hanno dimostrato inoppugnabilmente che lo sviluppo di una proficua sinergia tra diverse strutture ospedaliere salva la vita. Purtroppo in tema di sanità il nostro Cilento molto spesso è dimenticato, e se in questi giorni si apprende di stanziamenti anche consistenti relativi alla messa in sicurezza e all'edilizia sanitaria a beneficio dell'Ospedale di Sapri, tuttavia è giusto ricordare ai competenti decisori politici che si registrano carenze di organico che riguardano soprattutto i medici, i quali sono costretti a turni massacranti. Mi permetto di rammentare che tutto il personale ospedaliero è esposto a noti rischi professionali ai quali si aggiunge anche il rischio di contagio dovuto alla pandemia in atto. Pertanto è con gratitudine che mi rivolgo a tutta la comunità ospedaliera rilevando che l'attuale situazione del Presidio Ospedaliero di Sapri, a mio modesto parere, necessita di un continuo monitoraggio da parte di tutti i Sindaci del Golfo di Policastro e dei Consiglieri regionali eletti nella provincia di Salerno, al fine di tutelare ed incrementare le funzioni dell'intera struttura. In ultimo ma non per ultimo, ringrazio Colui che ha guidato le mani dei medici che mi hanno salvato, ringrazio la Provvidenza che nella sua misericordia ha voluto restituirmi alla mia famiglia e Don Pasquale Pellegrino Cappellano del P.O. di Sapri che mi ha aiutato a riflettere riguardo la nuova vita che mi è stata concessa. (Gianfrancesco Caputo)
Anas: Sulla SS18 Tirrena Inferiore chiuso tratto Maratea-Sapri
Napoli, 9 febbraio 2021 Sulla strada statale 18 ‘Tirrena Inferiore’ il tratto compreso tra il km 216, 300 e il km 219,900, nel territorio comunale di Sapri in provincia di Salerno, è stato chiuso ieri sera a causa di massi caduti dai versanti sul piano viabile. Sul posto è impegnato il personale Anas per ripristinare appena possibile la transitabilità in sicurezza. Anas, società del Gruppo FS Italiane, ricorda che quando guidi, Guida e Basta! No distrazioni, no alcol, no droga per la tua sicurezza e quella degli altri. (Anas)
Chiusura SS18 Tirrena Inferiore Maratea-Sapri
Siamo in contatto con Anas ed il Sindaco di Sapri e dopo il sopralluogo vi daremo ulteriori aggiornamenti. (Comune di Maratea - Il Sindaco Daniele Stoppelli)
Si comunica che l’ordinanza n. 50 dell’08/02/2020, relativa alla chiusura delle scuole sul territorio del nostro comune, è prorogata fino al 10/02 compreso, per allerta meteo arancione. (Comune di Vibonati)
Comitato Sindaci DS71: Asl Sa,soddisfazione per piano opere pubbliche 2021-2023
Il Comitato dei Sindaci del DS 71 Sapri Camerota esprime soddisfazione per la Delibera n. 108 del 29.01.2021 adottata dal Direttore Generale dell’ASL Salerno che approva il piano triennale ed annuale delle opere pubbliche 2021-2023. Nel piano sono programmati interventi a valere sui fondi dell’art 20 L 67/92 e sui fondi aziendali per oltre 8,5 milioni di euro. Gli interventi riguardano l’adeguamento delle strutture alla normativa antisismica e antincendio, l’adeguamento degli impianti, l’ampliamento del corpo di fabbrica, le linee di adduzione di acqua e le Sale Operatorie. La delibera accoglie le richieste prodotte in questi in anni dai Sindaci e dalla Direzione Sanitaria ospedaliera che hanno lavorato in modo sinergico con la Direzione Generale. Un piano di interventi che garantirà al PO dell’Immacolata di Sapri il giusto dimensionamento per erogare servizi sanitari sempre più efficienti. (Comitato dei Sindaci DS 71 Sapri-Camerota)
Comune di Vibonati: Aggiornamento Covid 19 - 8/2/2021
Aggiornamento Covid19 Alle ore 09,00 dell'08/02/2021 non registriamo alcun nuovo contagio da Covid 19 e 2 nuovi guariti. Attualmente, nel territorio del nostro comune, i positivi sono 18. (Comune di Vibonati)
Ferruccio Policicchio: due video da confutare doverosamente
I due video-monologo che si passano in rassegna sono entrambi orditi con ostilità e astio verso la persona di Giuseppe Garibaldi e l'epica "Spedizione dei Mille". Il primo ha per titolo "Garibaldi e quella maledetta domenica", messo in rete su un canale web YouTube il 19 marzo 2020, della durata di 13' e 10''. Inizia mostrando una raccolta delle leggi e dice: "...nel raccontare una mia esperienza significativa, è bastato uno sguardo appena più attento.." per tentare di smontare la legge n. 50 del 16 settembre 1860 avente ad oggetto: "Decreto che abolisce l'Amministrazione generale delle bonificazioni". Alla fine si afferma: "...partendo da un decreto apparentemente incomprensibile dal celebrato eroe dei due mondi, in una maledetta domenica di settembre, si arriva alla conclusione che la questione agraria è fondamentale per capire la catastrofe del sud"... Il video si può vedere cercando su youtube: "Garibaldi e quella maledetta domenica". Lo stesso argomento era stato già messo in rete, il 25 maggio 2019, da una web tv. Un'intervista data al direttore in cui, ogni tanto, in uno schermo sullo sfondo si intravedono immagini dell'aula Consiliare del Comune di Vibonati (Sa). Il video si può vedere cercando su youtube: "Intervista in studio al magistrato dott. Edoardo Vitale". Il filmato sullo sfondo fa riferimento ad un incontro dal tema: I moti del 1848 in Cilento - Fare luce sulla storia, tenuto il 2 marzo 2019, durata 2h e 45', e dove il dott. Edoardo Vitale - Presidente dell'Associazione Sud e Civiltà, Direttore della rivista L'Alfiere, ed ex Magistrato - avendo avuto uno spazio di 56 minuti, senza mai toccare il tema assegnatogli (Dinamiche economiche e sociali dei moti cilentani), non mancò, anche in quella occasione, di riferire sul decreto che abolisce l'Amministrazione generale delle bonificazioni. Il decreto n. 50 del 16 settembre 1860 esiste, ma la notizia è castrata.
Decreto n. 50 del 16 settembre 1860 (Fare clic sull'immagine per ingrandire)
Si noti che la norma, senza limitarsi alla sola lettura dell'oggetto, nel suo corpo, all'art. 1 testualmente recita: "L'Amministrazione generale delle bonificazioni è abolita. Le sue attribuzioni saranno aggregate alla Direzione generale di ponti e strade, della quale passeranno pure a far parte gl'impiegati di essa Amministrazione generale". È davvero tanto difficile capire che l'Ente non fu soppresso? Va da sé che il provvedimento si intende come un trasferimento o, se si vuole, un accorpamento, una fusione, divenendo, in tal modo: Direzione generale di ponti e strade e delle bonifiche, a cui, con il seguente decreto n. 124 del 15 ottobre 1860, in detta fusione amministrativa, si fecero confluire anche "i servizii delle petrierie e scogliere e del cavamento de' porti"
Decreto n. 124 del 15 ottobre 1860 (Fare clic sull'immagine per ingrandire)
e che, successivamente, con decreto n. 167 del 26 ottobre 1860, nel formare l'organico conseguente alle aggregazioni: "il 4° ripartimento si occuperà delle bonificazioni".
Decreto n. 167 del 26 ottobre 1860 (Fare clic sull'immagine per ingrandire)
Ne consegue che NON si trattò di "un colpo demolitore all'Amministrazione delle bonifiche"! A questo punto vale la pena di aggiungere che se Garibaldi fosse stato così come narrato nel filmato, quale Parlamentare del Regno d'Italia, non avrebbe presentato, nella tornata del 24 maggio 1875, un progetto di legge per la realizzazione di "opere idrauliche per preservare la città di Roma dalle inondazioni del Tevere", poi discusso e approvato nella seduta del 16 giugno 1875, firmandosi nei registri d'ingresso: "Giuseppe Garibaldi agricoltore". Provvedimento che diede inizio alla prima sistemazione urbanistica di Roma, alla realizzazione dei muraglioni del Tevere che ancora oggi si possono ammirare, la prima legge sulla bonifica dell'Agro romano. Se ne conclude che la catastrofe del Sud non è legata al decreto n. 50 del 16 settembre 1860, come si vorrebbe far credere. Il comunicato, quindi, è fazioso e tendenzioso. * * * Il secondo video ha per titolo "Camorra in festa per Garibaldi", messo in rete, sullo stesso canale il 30 marzo 2020, durata 14' e 7''. Il video si può vedere cercando su youtube: "Camorra in festa per Garibaldi". A partire dal 12° minuto, viene mostrato un pessimo artefatto, quindi, mal donato al popolo del web. Si tratterebbe del decreto n. 184 del 26 ottobre 1860, un "infame decreto" che, nel suo oggetto, reciterebbe: "Si accordano pensioni a Marianna la Sangiovannara, Antonietta Pace, Carmela Furitano, Costanza Leipnecher e Pasquarella Prota". Il decreto n. 184 nella raccolta delle leggi e dei decreti emanati nelle provincie continentali dell'Italia Meridionale durante il periodo della dittatura di Garibaldi, in realtà, non corrisponde né sotto quella data, né allo stesso oggetto.
Decreto n. 184 del 26 ottobre 1860 proposto in video (Fare clic sull'immagine per ingrandire)
Decreto n. 184 del 31 ottobre 1860 dalla collezione delle leggi (Fare clic sull'immagine per ingrandire)
Di seguito nel video si dice che "in quella stessa giornata (26.10.1860) a questo infame decreto se ne abbina un altro", riferendosi al decreto n. 170, relativo a studenti/scuola, di cui se ne legge il solo oggetto senza menzionare il contenuto interno al fine di poter dichiarare, con ironico abominio, "...quanto i liberali avessero a cuore il bene del popolo".
Decreto n. 170 del 26 ottobre 1860 (Fare clic sull'immagine per ingrandire)
Il 26 ottobre 1860 furono emanati i decreti dal n. 167 al n. 172, e nessuno con fini pensionistici, come si dice nel filmato.
Indice dei decreti emanati il 26 ottobre 1860 (Fare clic sull'immagine per ingrandire)
E poco importa se Garibaldi, col decreto n. 19, del 11 settembre 1860, istituì in Napoli 12 asili infantili gratuiti, o se col 35° decreto, del 12 settembre 1860, istituì nella capitale un collegio gratuito chiamato de' figli del popolo, per i ragazzi poveri, compresi tra i 7 ed i 10 anni, di tutti i comuni delle Regno.
Decreto n. 19 del 11 settembre 1860 (Fare clic sull'immagine per ingrandire)
Decreto n. 35 del 12 settembre 1860 (Fare clic sull'immagine per ingrandire)
Distrattamente, o abilmente, si è anche sorvolato sul decreto n. 165 del 25 ottobre 1860, il quale: "...abilita gli studenti di tutte le provincie a venire in Napoli a fare gli studii e gli esami presso questa Università degli studii...contro le disposizioni del decreto del 2 aprile 1857..." Agli inizi del 1857 cominciò a circolare voce che, da lì a poco, il Regno sarebbe stato invaso da Luciano Murat, figlio Gioacchino. A fine giugno, invece, Carlo Pisacane diede vita alla nota spedizione culminata con la sua tragica fine.
Decreto n. 165 del 25 ottobre 1860 (Fare clic sull'immagine per ingrandire)
I regnanti, temendo il popolo colto, erano avvezzi alla pratica di allontanare gli studenti da Napoli. Infatti, abbattuto il Parlamento Napoletano del 1820/21, tra i primi provvedimenti ritorsivi vi fu il decreto n. 16 del 4 aprile 1821 col quale, per timore di essere "...molti giovani sedotti o da qualche loro maestro speculatore di rivoluzioni, o da certi moderni libri faziosi..." disposero: "...che tutti gli studenti i quali appartengono a' diversi comuni del regno e che riseggono nella capitale, tornino in seno alle loro famiglie ove continueranno i loro studj […] fino alla riapertura della regia Università, in seguito de' nuovi regolamenti che ci riserbiamo di emanare a fin di renderla più operativa e più utile".
Decreto n. 16 del 4.4.1821 (Fare clic sull'immagine per ingrandire)
Nel periodo dittatoriale di Garibaldi (7.9.1860 - 6.11.1860) furono emanati 197 decreti, e solo quei tre sono stati ritenuti "interessanti"? Tra i primi provvedimenti emanati, col decreto n. 8, del 8 settembre 1860, Garibaldi proibiva la cumulazione degli impieghi e degli stipendi dovendo gli interessati scegliere, entro cinque giorni, quale dei due intendessero conservare. (Salvo poi la norma ad essere parzialmente ripristinata per i soli professori di scienze, lettere ed arti "per la tenuità degli stipendi e per la natura speciale del loro ufficio" - con decreto n. 166 - potersi cumulare "gli averi che si percepiscono per impieghi in un ramo qualunque dell'Amministrazione con quelli che si percepiscono per impieghi scientifici, letterarii ed artistici"). Il successivo decreto n. 9 prescriveva la distribuzione, a cura del municipio di Napoli, dei "boni pel pane" a beneficio della classe bisognosa nei 12 quartieri della città, al fine di pagare il pane a costo ridotto. Queste due disposizioni, emanate una dietro l'altra, dicono che a Napoli vi era gente che mangiava con due bocche mentre altri erano indigenti.
Decreti 8 e 9 del 8 settembre 1860 (Fare clic sull'immagine per ingrandire)
E poco importa se col decreto n. 53, del 16 settembre 1860, furono assegnati 5.000 scudi annui per gli scavi di Pompei "miseramente abbandonati da più mesi";
Decreto n. 53 del 16 settembre 1860 (Fare clic sull'immagine per ingrandire)
oppure se furono ristabilite le scuole reali di ballo istituite il 22 febbraio 1812 e abolite l'8 maggio 1840; o ancora, se col decreto n. 183, del 31 ottobre 1860, veniva stabilita l'organizzazione delle scuole normali primarie maschile e femminile.
Decreto n. 183 del 31 ottobre 1860 (Fare clic sull'immagine per ingrandire)
Se quanto detto e mostrato nei video presi in esame sono la scoperta di nuove notizie, ossia chiarimenti utili e validi agli studiosi e alla verità storica ovvero son frottole per una ricostruzione complottistica della storia, lo si lascia alla sagacia di ciascun lettore. Garibaldi, si sa, in vita e dopo morto ebbe tanti nemici. Ma i sostenitori, in vita e dopo morto, erano e sono molti, molti di più!!
Ferruccio Policicchio (Socio dell'Associazione Nazionale Giuseppe Garibaldi)
Eccellenze Sapresi: Matteo Martino dirigerà il settore Turismo di Confimpresa
I Sapresi, continuano a distinguersi in tutti i settori della vita sociale! E il lavoro svolto, con tanta professionalità, nel settore turistico e nel mondo della formazione e dell'assistenza ad enti e imprese, premia Matteo Martino, 57 anni, sposato e padre della dottoressa Maria Concetta, giornalista e social-media manager. Martino, lascia Cicas Italia per seguire, in stretta collaborazione con gli organi nazionali, il settore Turismo di Confimpresa (Confederazione Italiana della piccola e media impresa e dell'artigianato), in un momento molto delicato, per i problemi creati dalla pandemia. "Sono molto onorato per l'incarico ricevuto -osserva Matteo Martino- e credo che, nonostante tutto, siano all'orizzonte segnali di fiducia. Ritengo -continua Martino- che sia fondamentale pensare a nuovi modelli di impresa, per un turismo sostenibile, che parta dai luoghi pieni di arte, cultura ed enogastronomia, che sono veri distretti produttivi, da promuovere con le nuove tecnologie digitali"! Sono sicuro che Matteo Martino, che ha all'attivo molte esperienze nel settore turistico, fieristico ed organizzativo, con Progetti degni di nota, come "Terre del Bussento", lavorerà molto bene in questa nuova realtà associativa! (Tonino Luppino)
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Nelle foto: Matteo Martino, in primo piano e con la moglie Anna e la figlia Maria Concetta, e lo storico panorama di Sapri, firmato dal noto Photographer Saprese Enzo Capitolino