SAPRI. Limpido, cristallino, senza peli sulla lingua, di grande umanità, proprio come le genti di mare. Un uomo mai banale Salvatore Grasso, per tutti a Sapri “U’ Lallo”, spentosi a 62 anni nel reparto di rianimazione dell’ospedale dell’Immacolata. Ricoverato da diversi mesi, le sue condizioni di salute erano peggiorate nelle ultime ore. Famiglia di pescatori, marinaio per vocazione divenuto capitano sugli spalti e le curve dei campi di calcio di periferia, pronto col suo vocione che era una vera e propria sentenza a guidare la nave del tifo locale, con i colori azzurri del Sapri diventati poi granata del Rotonda e della Spigolatrice ed infine biancazzurri delle otto stagioni consecutive in serie D prima del fallimento nel 2011. Chi scrive era solito incontrarlo a pochi passi da casa propria. In una delle ultime chiacchierate “U’ Lallo” rollandosi il tabacco per l’ennesima sigaretta confessava di coltivare un sogno: scrivere un film sulla sua vita. E cercava in giro persone che lo aiutassero a regalargli questa gioia. La vita di Salvatore Grasso, in effetti, sembra la sceneggiatura di un’affascinante pellicola: la storia di un uomo senza misure, a volte duro, amante del buon vino e del blues, che viveva la sua esistenza senza risparmiarsi. Sempre pronto a gettare il cuore oltre l’ostacolo, giorno e notte al lavoro in mare e poi guidando i giovani ultras del Sapri sia al campo Italia che attraverso infinite traversate. Difficile da contraddire ma pronto anche a finire nei guai pur di dare una mano agli altri. La comunità saprese gli ha reso l’estremo saluto ieri pomeriggio nella chiesa parrocchiale dell’Immacolata, in piazza Plebiscito. (Vito Sansone) Salvatore Grasso
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