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S.Giovanni a Piro: l´Avv. Franco Maldonato Coordinatore del Polo Museale
CULTURA 3.0...verso Matera 2019 All’Avv. Franco Maldonato il coordinamento del polo museale del Comune di San Giovanni a Piro (Museo e Casa Josè Ortega a Bosco, Cenobio Basiliano a San Giovanni a Piro, Museo del Paleolitico a Scario, Biblioteca Comunale). Al fine di rafforzare la sinergia necessaria nella programmazione e nella gestione di un percorso integrato tra vestigia archeologiche, esponenzialità monumentali, elaborazioni artistiche e strumenti cognitivi, capace di integrare una organica e significativa proposta Culturale per la residenza e per l'utenza turistica, è istituito il Polo Museale del Comune di San Giovanni a Piro. L’avv. Maldonato, assumendo a titolo gratuito l’importante ed impegnativo incarico di Coordinatore del Polo Museale, ha contestualmente rassegnato le dimissioni dalla carica di Consigliere Comunale. Al nuovo Coordinatore ed al suo staff, i migliori auguri di buon lavoro dall’Amministrazione Comunale. (Area comunicazione Comune di San Giovanni a Piro)
Festa del Mare Uisp a Scario, 8-9-10 giugno. Attività sportive gratuite per tutti presso il Villaggio Sportivo a Piazzale Margherita. È richiesta la presenza dei ragazzi per la mattina di Venerdi 8 giugno ore 10 (per riprese Rai 3 con Rino Genovese) e nel pomeriggio ore 17 (presentazione progetto "Storie Facili", il fumetto del Parco "La Principessa Primula"). Si raccomanda la massima partecipazione. (Anna Maria Maiorano)
Sapri: IC Dante Alighieri, presentazione progetto «Solar umbrella»
Interviste di Tonino Luppino alla prof.ssa Maria Teresa Tancredi (Dirigente Scolastico IC Dante Alighieri Sapri) e all'ing. Carmelo Stanziola
Conferenza stampa progetto «Solar umbrella» (video integrale)
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Il «Solar umbrella» (Fare clic sull'immagine per ingrandire)
Nella foto il lanciatore di satelliti VEGA (Vettore Europeo di Generazione Avanzata) ideato dall'ingegnere cilentano Carmelo Stanziola (Fare clic sull'immagine per ingrandire)
Vibonati: interrogazione a risposta scritta consigliere Di Giacomo
A Ufficio Protocollo
Al Sindaco del Comune di Vibonati On. Prof. Francesco Brusco
Al Segretario Comunale Dr. Di Brizzi Antonio
All' Assessore al Patrimonio e alla Manutenzione Geom.Luigi Giudice
Al Responsabile del Servizio OPERE PUBBLICHE Geom. Giuseppe Ferrigno
Il sottoscritto Consigliere Comunale Di Giacomo Gerardo del Gruppo Consiliare ViVi il Tuo Paese premesso che : sono in corso di svolgimento i lavori di rifacimento delle aiuole in Frazione Villammare;
- che tale intervento veniva indicato al Responsabile Opere Pubbliche con Delibera di Giunta n°58 del 05/04/2018 con allegata perizia dei lavori pari a EURO 24.160,96; -che tale intervento risulta inopportuno e privo di ogni utilità e/o finalità; -che con tale intervento, in modo del tutto arbitrario si è provveduto inopportunamente all'abbattimento di alberi frettolosamente dichiarati morenti che garantivano una buona frescura agli utenti che occupavano le panchine; -che nello stesso intervento venivano altresì rimosse inopinatamente le panchine; -che l'intervento in questione non è condiviso dalla maggior parte della popolazione; -che le somme impegnate sembrano eccessive e potrebbero di converso essere impegnate per altri scopi di evidente necessità;
Tanto ciò premesso CHIEDE
1- La immediata sospensione/interruzione dei lavori alla Frazione di Villammare relativi al rifacimento delle aiuole, tra l'altro in via di esecuzione inopportunamente a stagione estiva iniziata. 2- Di utilizzare le somme già impegnate per i lavori di cui sopra per l'adeguamento/rinnovo del parco giochi visibilmente fatiscente e privo delle minime condizioni di sicurezza, al fine di preservare la incolumità degli utenti (BAMBINI). 3- Di utilizzare, altresì le somme già impegnate per piantumazione di alberi ornamentali o fioritura ornamentale al fine di rendere il centro accogliente. In allegato le foto del parco giochi
Vibonati 05/06/2018 Il Consigliere Comunale Gerardo Di Giacomo
Emanuele Montesano: un cilentano al Teatro Ariston di Sanremo
Emanuele Montesano: un cilentano al Teatro Ariston di Sanremo per Sanremo Rock & Trend Festival Emanuele Montesano, cantante, musicista e compositore di Sapri (SA) vola a Sanremo, al Teatro Ariston, in occasione della 31^ edizione del più ambito e longevo festival italiano dedicato alle rock band emergenti: Sanremo Rock & Trend Festival. Da martedì 5 a venerdì 8 giugno si celebreranno le finali e la finalissima del concorso che, nel corso degli anni, ha visto transitare sul suo palco artisti del calibro dei Litfiba, i Denovo di Mario Venuti, Ligabue, Tazenda, i Bluvertigo e gli Avion Travel, solo per citarne alcuni.
LE SELEZIONI IN TUTTA ITALIA Per sei mesi, da novembre 2017 ad aprile 2018, si sono svolte in tutta Italia le selezioni che hanno coinvolto 317 band (ma sono state più del doppio, ben 700, quelle che hanno contattato il Festival per le verifiche preliminari di idoneità). Si è trattato di un vero e proprio live tour che ha “toccato” alcuni dei club più rinomati in Italia, fra cui il Dorian di Palermo, il Jailbreack di Roma, il Santomato live di Pistoia, il Rock’n Roll di Milano, il Fuori Orario di Reggio Emilia e il Campus Industry di Parma. Sono state necessarie 40 tappe per selezionare i 130 artisti/band che si “scontreranno” nelle giornate di giugno in occasione delle finali.
FINALI E FINALISSIMA Martedì 5, mercoledì 6 e giovedì 7 giugno la Sala Ritz del Teatro Ariston a Sanremo ospiterà le ultime selezioni live. Ogni giorno sono in programma 11 ore di rock che serviranno a decretare i 16 superfinalisti: 8 per la categoria Trend e 8 per la categoria Rock. Ogni band avrà infatti a disposizione 2 brani per convincere la giuria. Venerdì 8 giugno i finalisti si scontreranno dal vivo, sempre sul palco della Sala Ritz, nell’ultima sfida, al termine della quale conosceremo i vincitori della 31^ edizione del Sanremo Rock: uno per la categoria Rock e uno per la categoria Trend. Il secondo e terzo premio saranno invece assegnati a due realtà che si saranno distinte indipendentemente dalla categoria di appartenenza.
LA GIURIA A valutare le esibizioni dei concorrenti ci sarà una giuria di qualità. Hanno già dato la propria adesione, fra gli altri, Andy (Andrea Fumagalli) dei Bluvertigo, la voce storia dei network radiofonici Alex Peroni, il rocker Pino Scotto, il giornalista, autore televisivo e musicofilo Alfredo Saitto, il chitarrista e voce dei New Trolls Ricky Belloni, il chitarrista degli ABC, produttore e autore Matt Backer, il produttore discografico, musicista, compositore e arrangiatore Giovanni Errera, il musicista, produttore e fondatore dei New Trolls Vittorio De Scalzi e il giornalista Mario Luzzatto Fegiz. Mauro Coruzzi (Platinette) sarà il presidente di giuria della finalissima. Tutte le giornate del Festival saranno presentate da Alex Peroni. (Giuseppe Galato)
Caselle in Pittari: nota ufficiale a firma del consigliere Nuzzo Giampiero
COMUNE DI CASELLE IN PITTARI: NOTA UFFICIALE A FIRMA DEL CONSIGLIERE NUZZO GIAMPIERO SULLE PROCEDURE PER L'APPALTO DEI LAVORI Grande Progetto "Risanamento ambientale dei corpi idrici superficiali della Provincia di Salerno" COMPARTO ATTUATIVO N. 1
«Con nota ufficiale, trasmessa in data odierna, indirizzata al Responsabile del Settore Ambiente della Provincia di Salerno, arch. Cavaliere, e per conoscenza al Presidente dell'Ente dott. Canfora, in qualità di consigliere comunale di Caselle in Pittari, il dott. Giampiero Nuzzo Consigliere, a distanza di 2 mesi dalla scadenza fissata dal bando di gara per la presentazione delle offerte per l’appalto dei lavori del Grande Progetto "Risanamento ambientale dei corpi idrici superficiali della Provincia di Salerno" COMPARTO ATTUATIVO N. 1, ha chiesto di conoscere l'andamento allo stato attuale delle procedure esperite, con l'auspicio che possa quanto prima completarsi l'intero iter burocratico amministrativo, al fine di dar vita, finalmente, alla realizzazione di un’opera così importante e tanto attesa per l’intero territorio del Golfo di Policastro». (Comune di Caselle in Pittari)
ANELLO DI RE FERDINANDO I moti nel Cilento del 1848, Costabile Carducci e don Vincenzo Peluso
Durante l'estate 2017 a Villammare di Vibonati presso Sapri per la prima volta sono stati esposti i fatti delle trite e ritrite ‘rivoluzioni cilentane’ smascherando i falsi eroi che la storiografia ufficiale e menzognera ostenta da 150 anni tra gli sprovveduti intellettuali locali. Personalmente ho tratteggiato un losco personaggio fin qui esaltato, Costabile Carducci, giungendo a insperate e belle conclusioni. La famiglia di costui, chiaramente originaria della Toscana, era una delle tante emigrate tempo prima nel regno di Napoli per trovare rifugio e sostentamento. Il cattivo sangue non mente e il Carducci si lascia facilmente affascinare dalle sirene massoniche rivoluzionarie sin dal 1828, quando sogna che dal disordine nasca finalmente quel sistema di sfruttamento del prossimo che dal 1789 in poi tenta di governare il mondo, come purtroppo oggi è pienamente avvenuto. La reazione borbonica fa abortire i moti del ’28 e l’ incauto buonismo regio lo perdona lasciandolo preziosa pedina nelle mani settarie perennemente in complotto. L’avidità del personaggio lo rende inquieto e fertile alle promesse straniere. Il famoso anno della rivoluzione mondiale del 1848 lo trova modesto locandiere e inflessibile gestore di una scafa sul Sele con tanti debiti per l’inadeguato tenore di vita. Un altro sovversivo del ’28 improvvidamente graziato dai Borbone, Antonio Leipnecher, lo contatta incaricandolo di far scoppiare in zona tumulti il 18 di quell’anno fatidico. Naturalmente secondo il collaudato cliché massonico: soldi dall’estero, collegamenti con i notabili esosi locali, ingaggio di delinquenti comuni per far massa. Per il 17 tutto è pronto e Carducci anticipa addirittura la data: ordina il taglio del telegrafo a Castellabate e interrompe il passaggio sul fiume; in tal modo la sua zona è isolata e tutelata dalla forza pubblica per diversi giorni. Gli avvenimenti a Napoli, con la Costituzione concessa il 27 dello stesso mese e l’apertura del perfido parlamento rivoluzionario, vanno tutti a suo favore e si ritrova vincitore senza combattere e addirittura colonnello della Guardia Nazionale pretesa dai ribelli. Quando re Ferdinando II, dopo aver consultato il popolo per le vie della capitale, comanda finalmente la reazione del 15 maggio gli agitatori scappano da Napoli con la protezione palese dei mandanti anglo-francesi sulle navi in rada. Costabile sbarca tra Calabria Citra e Principato Citra e tenta di resistere alle truppe regie ma a Campotenese i facinorosi sono battuti e dispersi. Con pochi seguaci non potendo più illudersi di abbattere il legittimo governo, i vari capetti rivoluzionari propendono per le vendette personali approfittando della situazione ancora non totalmente normalizzata. Così anche il taverniere di sangue toscano si dirige verso Sapri con l’intento di ammazzare un suo antico antagonista locale il sacerdote don Vincenzo Peluso, fedelissimo a Sua Maestà sin dall’invasione del 1799 quand’era giovanissimo. Il prete era divenuto un devoto regio osservatore locale e controllava continuamente i faziosi del posto. Carducci vuole approfittare del momento per liberarsi definitivamente di lui tramite un criminale del luogo appositamente assoldato. Ma quando costui scopre l’identità della designata vittima, desiste essendo stato beneficiato in passato proprio dal religioso. Il Peluso viene allora a conoscenza dell’imminente arrivo di Carducci per spargere gli ultimi veleni rivoluzionari proprio nei pressi della sua abitazione ad Acquafredda vicino Maratea. Lì si apposta con dei leali sudditi e, nella penombra della sera, i due gruppi si intravedono. Carducci spera che siano i delinquenti locali buoni per continuare la sedizione dopo l’avvenuta uccisione di don Vincenzo e grida «CHI VIVA?» Per averne conferma. Ma non risuona né «VIVA LA REPUBBLICA» né «VIVA L’ITALIA», come sognava ma un forte «VIVA RE FERDINANDO!» che gli raggela il sangue nelle vene. Scoppia la sparatoria in cui è immediatamente ferito al braccio proprio Costabile che ha un’emorragia capace di indurre alla resa i suoi compari. Noncurante dei problemi personali il Peluso porta il colpito a casa sua bloccando la perdita ematica che lo stava facendo perire. Dopo, com’è naturale, lo consegna ai gendarmi per tradurlo al carcere più vicino di Lagonegro. Qui s’impone la saggezza popolare perché i custodi intuiscono il prevedibile prosieguo della vicenda, simile a quello di vent’anni prima, con Carducci ritenuto colpevole ma graziato per l’eccessiva indulgenza dei giudici gradita al Re. Fatto è che strada facendo decidono di giustiziarlo da soli, buttando poi il corpo in un dirupo. L’arma più letale dei neogiacobini, l’informazione, tuona tempestivamente in tutta Europa accusando le autorità borboniche del ‘crimine‘ con condanne solenni da Londra, ampiamente diffuse, e smentite ufficiali, dopo la legittima reazione di Napoli, artatamente ovattate. In tal modo i ‘professorelli‘ di allora e di oggi ancora considerano Costabile Carducci un eroe, martire della tirannide del Borbone. Era invece uno squallido traditore incallito che si sarebbe sicuramente salvato dalla pena capitale se fosse stato presentato davanti a un tribunale. Avrebbe proseguito a fare il sovversivo, marciando assieme a Garibaldi una dozzina di anni più avanti e macchiandosi del sangue del suo prossimo come tutti i suoi degni compari e come invitava a fare ad un ufficiale sottoposto in una lettera (agli atti del processo della Gran Corte Speciale del Principato Citra sui moti cilentani) scritta quando comandava la Guardia Nazionale di Salerno: «L’esorto a non risparmiare il sangue, e far danaro se vuole vedere progredita la nostra causa.» L’agevole stroncatura del mito fasullo di Costabile Carducci è stata però l’occasione di approfondire un personaggio antitetico come don Vincenzo Peluso, sacerdote ma ‘Brigante di Sua Maestà’ come lo consideravano i francesi invasori del 1799 e seguenti. Un uomo leale, generoso e forte perché dotato di un fisico possente. Compì la sua più importante impresa a favore della Patria nella terza età dopo aver servito superbamente tre re: Ferdinando IV, Francesco I e poi Ferdinando II. Per sua fortuna passò al Cielo qualche anno dopo, cioè prima che soffrisse nel vedere lo scempio ‘risorgimentale‘ della sua Patria delle Due Sicilie ma in tempo per ricevere direttamente dalla mani di Re Ferdinando un regalo per i meriti ampiamente acquisiti di fedeltà e abnegazione. Una piccola flotta militare si fermò presso Acquafredda e il sovrano gli fece visita donandogli un anello d’oro per eterna riconoscenza. In occasione del convegno abbiamo avuto la gioia di conoscere un discendente di don Vincenzo che ci ha mostrato con orgoglio l’anello gelosamente custodito per oltre un secolo e mezzo. La nostra patria risorge con le verità storiche che spingono quelli che stanno nell’ombra a palesare sentimenti ed oggetti che si credevano per sempre perduti. (Prof. Vincenzo Gulì) (Avv. Ennio Apuzzo) (Parlamento Due Sicilie)
Visita Pastorale per la Diocesi di Teggiano-Policastro
Nella solennità di San Cono, Patrono della Diocesi, il Vescovo Padre Antonio De Luca, ha indetto la Visita Pastorale per la Diocesi di Teggiano-Policastro e ha affidato a tutta la Comunità diocesana la lettera pastorale dal titolo: “Ci siamo affaticati e non abbiamo preso nulla!”. Nella Lettera pastorale il Vescovo offre l’icona biblica di riferimento a cui guardare: “Ho voluto affidare l’inizio di questa lettera pastorale al brano del vangelo di Luca, capitolo 5, nel quale si narra la tristezza dei discepoli nell’aver lavorato tutta la notte, ma senza alcun beneficio. E come di fronte a tanta fallimentare valutazione il divin Maestro interviene riportando le vite di quei pescatori su altri e più impegnativi percorsi”. Mons. De Luca, partendo dal testo di Luca, indica anche il cammino che la Comunità, unita al suo Vescovo, è chiamata a percorrere “affinché con opportuni momenti di lettura e di confronto all’interno di ciascuna parrocchia, si possa avviare quella preparazione richiesta per vivere la visita pastorale non solo come una verifica, pur necessaria e prescritta nell’ordinamento canonico, ma soprattutto come occasione di evangelizzazione e di catechesi, di reciproco ascolto”. La lettera si chiude con la preghiera per la Visita Pastorale con la quale le Comunità Parrocchiali pregheranno in questo tempo di grazia. (Massimo La Corte - Ufficio Diocesano Comunicazioni Sociali)
Sapri - Matteo Petti celebra il "2 giugno" con un clima tricolore e festoso in strada. Ogni anno in Italia, il 2 giugno, si festeggia la nascita della Repubblica Italiana, in ricordo del referendum che il 2 giugno 1946 sancì il passaggio della nazione dal sistema politico monarchico a quello repubblicano. Il 54,3% degli elettori scelse la Repubblica, con un margine di appena 2 milioni di voti. Quest'anno, il 72° compleanno della nostra Repubblica, coincide anche con la fine del Primo Conflitto Mondiale. Nell'ambito di tali festeggiamenti è degna di nota la lodevole iniziativa patrocinata e posta in essere da un cittadino di Serre naturalizzato saprese, tale Matteo Petti, che per il secondo anno consecutivo ha festeggiato la ricorrenza cambiando il "look" a Via Nicodemo Giudice già Via Roma n. 37, in cui risiede da ben tre lustri. Animato da sacro amor patrio, il Petti, ha addobbato una porzione di strada per qualche ora tripudio "tricolore", abbellendola con: festoni, coccarde, nastrini, bandiere grandi e piccole, tutti rigorosamente "tricolori", palloncini colorati ed altri gadget. Chicca di quest'anno, un limitato numero di coccarde e spilline da giacca, raffiguranti il nostro tricolore, quale strenna per gli adulti, che dalle ore 9:00 alle ore 12:00, hanno transitato per Via Nicodemo Giudice. Sul balcone di casa, leggiadra sventola la bandiera nazionale, accompagnata dalle note vibranti dell'Inno di Mameli che era possibile ascoltare in 7 diverse versioni! Il clima festoso e godereccio era completato da una stesa con pasticcini tricolori alla pasta di mandorla e mandarinetto di varie pezzature e forma, una torta "tricolore" e amaretti, tutti di produzione artigianale realizzati a mano dalla moglie Carmelina; quindi bibite e brocche di caffè, quest'ultimo, messo a disposizione dalla vicina Aurora Masiello (direttore della filiale delle Poste di San Giovanni a Piro) e ha visto coinvolto a vario titolo, l'intero vicinato nell'allestimento tricolore di Via Giudice; ma non è tutto! Alle spalle del Petti campeggiava un cimelio storico: la stampa di una donna (l'Italia) che illustra un sunto dei vari accadimenti storici intervenuti dalla nascita della Repubblica ad oggi. Per l'intera giornata, Petti ha offerto agli adulti: caffè, pasticcini, coccarde e spilline tricolori mentre ai bambini caramelle, cioccolatini, palloncini, cappellini e bandierine tricolori acquistati a "sue spese" appositamente per la suddetta ricorrenza. Tra i tanti, che hanno transitato per Via Giudice, onorando con la propria presenza l'iniziativa del Petti, anche l'assessore comunale Franco Di Donato (con delega all' ambiente, territorio e commercio) e la dirigente del Servizio Ragioneria del Comune di Sapri, Mariuccia Milito. L'assessore Di Donato ha applaudito all'iniziativa del Petti, dicendo: "Mi congratulo con Lei, per lo spessore e la costanza, con cui di anno in anno, promuove questa bella iniziativa, perché oltre a essere il simbolo della nostra Unità Nazionale, ..custodisce un messaggio rivolto ai giovani: affinché siano fedeli custodi della memoria che contrassegna la nostra storia identitaria!". Gli fa eco il Petti, che afferma: "La Festa della Repubblica e del 25 aprile mi hanno coinvolto emotivamente, fin da piccolo! Mi hanno molto colpito i bambini, che accompagnati dai genitori sono stati letteralmente rapiti dalle note dell'Inno di Mameli, fermandosi ad ammirare la bandiera che sventolava alta in cielo. Ritengo che sia molto importante, trasmettere alle nuove generazioni l'amore per l'Italia e la Repubblica!" Nel mio ufficio all'Unità Operativa Salute Mentale di Sapri, affissa alla parete ho la foto del Presidente Mattarella" Una piccola ma lodevole iniziativa, quella del Petti, che ha colorato ed allietato la giornata di Festa per il Tricolore e veicolato "importanti messaggi" a piccoli e grandi. "Messaggio" che a sua volta gli fu inculcato da piccolo dal nonno paterno "omonimo" che, sottoufficiale di Cavalleria del Regio Esercito di stanza a Persano (frazione del Comune Serre), partecipò al primo Conflitto Mondiale (1915-1918), guadagnandosi sul campo l'onorificenza di Cavaliere di Vittorio Veneto. (Pino Di Donato)
Matteo Petti e l'assessore Franco Di Donato (Fare clic sull'immagine per ingrandire)