Una mattina come le altre, all'inizio di un turno, si muore, ancora, sul lavoro. Ancora all'Ilva di Taranto. Giacomo aveva 24 anni, viveva a Roccaforzata, ed era addetto alle pulizie dei nastri ed è stato travolto da uno di questi. Lavorava come manovale per una ditta appaltatrice, la Steel Service. Non si chiamava Carlo Azeglio Ciampi e non riceverà mai encomi funebri né cordoglio generale. Per la prima volta dal 2006 si è registrata una tragica inversione di tendenza: crescono esponenzialmente le cosiddette “morti bianche”. Addirittura 752 le vittime da gennaio ad agosto 2015. L’anno precedente se ne erano registrate 652. Non vi è da stupirsi, tuttavia. Con le nuove politiche neoliberiste di destrutturazione del lavoro, era prevedibile. Meno diritti, meno tutele; minor numero di personale, più ore di lavoro per il singolo lavoratore; meno fondi, meno norme di sicurezza; più precarietà, meno garanzie; e così via. E sorge una domanda sul piano politico: dov’è la sinistra? Dove ha lasciato le classi che un tempo difendeva con lotte giuste e sacrosante? È impegnata in altro: nelle lotte per i diritti civili, di modo che i disoccupati e i precari – se non muoiono prima di lavoro – possano sposarsi anche se appartenenti allo stesso sesso o interrompere con l’eutanasia la vita a loro piacimento. Degni di attenzione e di lotte sono solo i diritti dell’individuo alienato dalla comunità: che potrà fare tutto (sposarsi con chi vuole, interrompere la sua vita quando vuole), e non potrà fare nulla, visto che il più delle volte si ritrova disoccupato o con contratto a tempo determinato. Insomma, per non occuparsi di lavoro e di diritti sociali, di lotta di classe e di opposizione all'integralismo capitalistico, per la sinistra ogni scusa è buona. Antifascismo in assenza completa di fascismo, proteste sempre e solo per i diritti civili dell’individuo isolato (in un abbandono completo della dimensione del sociale), e così via. Quanti alibi per nascondere la propria totale genuflessione all’ordine capitalistico, per occultare il proprio allineamento con la pervasività del sistema economico, per nascondere il proprio passaggio armi e bagagli dalla lotta contro il capitale alla lotta per il capitale! Ecco svelato l’enigma delle sinistre. I diritti civili, di per sé giusti e nobili, vengono oggi impiegati come arma di distrazione di massa per occultare il trionfo delle politiche neoliberiste di smantellamento dei diritti sociali in nome della riorganizzazione del lavoro e del taglio della spesa pubblica. La critica in nome dell’emancipazione di tutti si ridefinisce come ricerca affannosa dell’affermazione antiborghese dell’io individuale. La sinistra si batte per i diritti dell’io individuale e intanto smantella i diritti sociali: posto fisso, articolo 18 e, presto o tardi, diritto di sciopero. Se l’avessero mai fatto le destre, si sarebbero forse scatenate le piazze. Lo fanno le sinistre, e tutto sembra normale anzi naturale. L’astuzia del capitale sta nell’affidarsi, oggi, a un macellaio col grembiule rosso, di modo che gli schizzi di sangue dei lavoratori non si vedano. (Circolo Proudhon Golfo di Policastro) |