Cari amici, più volte abbiamo parlato del bene più prezioso che la nostra Costituzione ci ha regalato. Parlo della libertà d'informare e di essere informati sia per una nostra esigenza culturale sia per partecipare alla vita politica e sociale del Paese. Senza questo fondamentale diritto vivremmo nella più completa ignoranza. L'ignoranza del popolo è la fortuna dei potenti. Nella sede del Parlamento Europeo di Bruxelles ho illustrato la condizione del sistema radiotelevisivo italiano con particolare riferimento al ruolo dell'emittenza locale e della RAI. E' una presa di coscienza e di conoscenza indispensabile per il cambiamento del Paese che si può e si deve fare iniziando proprio dalla difesa della libertà d'informazione. Se avrete la pazienza di aprire il video capirete meglio di cosa si tratta. (Ing. Antonio Diomede - Presidente REA)
95 IMPIANTI TV CHIUSI DI PREPOTENZA IN SICILIA. LETTERA APERTA AL DIRETTORE DEL MISE DOTTOR ANTONIO LIROSI.
Egregio Dottor Antonio Lirosi, pensavamo che la nota diatriba sulla legittimità o meno dell’Amministrazione a spegnere le frequenze che ci sono state assegnate solo pochi mesi fa con diritto d’uso ventennale fosse giunta alla conclusione naturale con l’esame di merito della Giustizia Amministrativa già fissato dalla Prima Sezione del TAR del Lazio per il giorno 20 aprile 2016. Così non è. Infatti con il consueto stile che vi contraddistingue, impavidi esecutori di ordini governativi impregnati di posizioni politiche incuranti del rispetto per la legge, dello stato sociale, per le persone e della Magistratura continuate ad essere sciocchi esecutori di quel potere che oggi vi sostiene ma che domani, forse oggi stesso, vi farà annegare nelle vostre stesse ambizioni di carriera. Veniamo al dunque. Lei, egregio Direttore, ha inviato terribili missive intimidatorie a decine di emittenti televisive locali della Regione Sicilia, ovvero ad aziende che per 40 anni hanno dato lavoro a centinaia di famiglie, invitandole a chiudere l’attività in pochi attimi senza preoccuparsi di ciò che socialmente ed umanamente quel gesto potrà provocare. Capisco che tutto ciò fa parte della ideologia prevalente dell’ordoliberismo sfrenato, ma viva Dio, i valori umani e sociali se non sapientemente tenuti nella dovuta considerazione ci porterà tutti alle porte del massacro sociale. Sa benissimo che quelle frequenze sono state assegnate a bella posta alle emittenti locali per farle chiudere. Sa benissimo che la chiusura delle emittenti locali corrisponde alla esigenza di togliersi dalle scatole centinaia di voci stonate rispetto al potere dominante. Ma arrivare al punto di anticipare un verdetto di chiusura immediata che solo alla Magistratura competerebbe emetterne il giudizio, tra l’altro già fissato per il 20 aprile 2016, è il massimo che si possa immaginare da una istituzione qual è l’Amministrazione delle comunicazioni dello Stato da lei zelantemente capitanata. Pertanto, per non aggiungere altro caos al caos già abbondantemente prodotto insieme ad AGCOM con la disastrosa pianificazione del digitale televisivo terrestre che ha eluso tutte le leggi in vigore, con i truccati bandi farsa, con la malfamata pianificazione LCN, le chiedo cortesemente di non essere impaziente e di differire il termine di spegnimento dei 95 impianti televisivi locali della Regione Sicilia dopo il 20 aprile 2016, cioè dopo il pronunciamento del TAR sulla delibera 480/CONS/14, eventualmente concordando con le singole aziende, secondo le specifiche esigenze lavorative, tempi e modalità di dismissione degli impianti. Come vede, ritorniamo a chiedere, com’è nostro costume, nel rispetto della legalità, che la Giustizia faccia il suo corso. Capisco che la cultura per il rispetto della Giustizia e delle persone è calante, ma faccia uno sforzo per darci un briciolo di speranza. (Ing. Antonio Diomede, Presidente REA)
Lo sfogo di un editore televisivo siciliano di Catania 10 marzo 2016
“1983-2016, D1 Television o meglio per chi ha memoria Tele D. Erano i primi giorni di marzo, avevo 9 anni quando un giorno tornando a casa trovai mio padre e i miei fratelli impegnati a collegare con diversi fili, alcuni apparati radiotelevisivi a me sconosciuti fino a quel momento. Ebbero così inizio, il 25 marzo, le prime trasmissioni di Tele D. Nel 2000 presero corpo i nuovi marchi D1 Television e D2 Channel realizzati per l’imminente passaggio al digitale terrestre. Tra il 2008 e il 2012 vengono riscritte tutte le regole del codice delle comunicazioni elettroniche, annullando di fatto tutti gli investimenti sostenuti, per divenire operatore di rete abilitato. Oggi, 8 marzo 2016, dopo 33 anni di attività ho dovuto disattivare i miei impianti di trasmissione e scrivere la parola fine alla mia attività e di conseguenza chiudere la mia azienda.” Questo è lo sfogo amaro e comprensibile di Francesco Di Fazio, editore dell’emittente catanese D1 Televisione D2 Channel, che da ieri, 8 marzo, chiude definitivamente l’attività. Chiude così il «salotto televisivo» locale che in questi ultimi 30 anni ha fatto tendenza in tutto il nostro territorio puntando molto su politica, cronaca, sul sociale, arte e cultura ed eventi mandati anche in diretta ma non solo. E’ stata la tv locale che più cercava di «fare il verso» ai network moderni nazionali. Certo, questo ha implicato investimenti ingenti, e dopo anni di sacrifici e investimenti, alla fine ha dovuto dire stop. “In questi ultimi anni – continua Di Fazio – ho lottato con tutte le mie forze per evitare quello che è successo oggi, tramite l’associazione Rea di cui sono coordinatore regionale, ho sensibilizzato tutti quei soggetti politici, istituzionali e sindacali senza riuscire ad ottenere neanche il minimo risultato della comprensione del problema. Ho preso più volte atto dell’incompetenza e dell’ignoranza in materia da parte di ogni singolo politico, che si è a stento limitato a far finta di essere indignato per pochi secondi, utili a dileguarsi a ritornare a pensare ai suoi interessi. Alla luce di quanto sopra esposto – conclude Francesco Di Fazio – oggi, a 42 anni, ho compreso ancora una volta di come “funziona” questo paese Italia e dei suoi personaggi che orbitano di cui devi scegliere se farne parte o meglio evitarne il contagio e magari guardare altri orizzonti.....” (Francesco Di Fazio - editore D-Network)
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