Anno 1920: l'acqua negata ai cittadini di Sapri. Stralci della pubblicazione di Giuseppe Cesarino: "Il mio popolo sa che non ho coperto cariche cittadine. Il capo del Partito e il Sindaco di allora mi vollero insieme a loro per ottenere un prestito della Cassa Depositi e Prestiti e quindi l'acqua al Paese. E l'acqua venne da Maratea, ma è ancora là ferma, a dissetarle mute paci degli oliveti del Timpone. Il partito...... riprese il potere, che ha tenuto finora, e l'acqua non ha fatto più un passo avanti. Eppure mi dicono che si pagò alle ferrovie il valore del suo trasporto a Sapri, e cioè L. 65.000 ! Più tardi, benemeriti nostri concittadini, ed io stesso, offrimmo al Municipio i capitali per il trasporto dell'acqua in Sapri......., ma le nostre offerte sembrarono forse acide o insidiose e furono respinte dagli amministratori di Sapri. Così la ferrovia ci fa grazia di una fontanina e noi beviamo l'acqua di Maratea al prezzo di L. 65.000." Osservo che la fontanina era ubicata all'ingresso della galleria per Maratea. La gente, pertanto, attingeva l'acqua dai pozzi pubblici o privati. Le case disponevano di vasi, in mancanza dei servizi igienici, che venivano sversati lungo le scarpate dei valloni cittadini. Le compagini delle elezioni amministrative in Sapri del 31 ottobre 1920 furono capeggiate da Lorenzo Autuori e da Giuseppe Cesarino ed ebbero il medesimo risultato di quelle del giugno 2017. Con una differenza, allora le forze retrive del paese ebbero la meglio su quelle di rinnovamento per 15 voti. Ora, invece, i giovani progressisti hanno strappato la vittoria all'ancien régime per il medesimo numero di voti. E' nemesi storica ? Le colpe di cui si sono macchiati gli antenati sono arrivate al pettine ? prof. Nicola Pisani
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