L'unica copia esistente acquistata a Napoli nella libreria di Raimondo e Giancarlo Di Maio "Dante e Descartes" di Piazza del Gesù E' stato il mio caro amico Alfonso Monaco, editore di Padula, la cui libreria potrete visitare nella corte esterna della Trecentesca Certosa di San Lorenzo, a telefonarmi e a parlarmi dell'esistenza di questo libro (nelle foto): un romanzo storico di un autore, Rocco Baldanza, sul quale non sono riuscito a trovare notizie, che ha pubblicato "La signora di Sapri" nel 1879, "La nostra bandiera. Storia di un veterano" nel 1885, e "Storia del Risorgimento italiano" nel 1873. L'ho acquistato subito e subito l'ho letto con vivo interesse. Il romanzo storico è un misto di storia ed invenzione e narra una vicenda ambientata in un'epoca storica precisa. Baldanza dedica il libro al deputato al Parlamento Nazionale Oreste Baratieri, suo caro amico. "Questo mio lavoro -scrive Baldanza- non è che lo svolgimento di uno dei tanti cospicui fatti che prepararono l'unità d'Italia, la quale, sotto l'usbergo della gloriosa stirpe sabauda ebbe trionfo e corona". L'autore, inizia a raccontare i fatti, che si concludono con l'eccidio di Sanza, partendo da Genova il 19 giugno del 1857. La signora di Sapri è la giovane Gioconda, amante di Giovan Battista Falcone (nelle foto) "simpatico e bruno, con due grandi occhi neri che rivelavano l'anima ardente del giovane calabrese", figlia del conte polacco Ignazio Walvescky, che, trasferitosi con la famiglia a Torino, da sempre, aveva osteggiato i giovani amanti. La storia d'amore s'intreccia con i fatti storici realmente avvenuti da Genova a Ponza, dallo sbarco in contrada "Oliveto" a Sapri, e da Padula fino all'eccidio di Sanza. Baldanza così descrive la morte di Pisacane: "Non volendo subire l'oltraggio degli sbirri borbonici, toglievasi gli ultimi momenti di vita: egli si era suicidato!". E descrive, poi, l'eroismo di Giovanni Nicotera, dipingendo "abbietto e scaltro" il capo urbano La Veglia. La storia d'amore di Gioconda "raggiante un giorno di superba bellezza", si snoda con la giovane polacca che segue il suo nobile patriota calabrese Giovan Battista fino all'epilogo di Sanza, dopo essere stata affidata da Falcone al mugnaio di Sapri Matteo, che un tempo era stato suo servitore. E', poi, interessante la descrizione che Baldanza fa di Sapri: "Questo paesello è situato nel golfo di Policastro, conta duemila abitanti all'incirca ed appartiene al mandamento di Vibonati. Il piccolo comune possiede all'intorno brevi tratti di terreno coltivati a campi ed orti. Più verso il nord, i colli vicino al cimitero verdeggiano di oliveti e d'alberi fruttiferi, protendendosi sin dove cominciano i monti di San Martino e di Cortici; mentre all'est, il torrente Brizzi, tutto ciottoli e ghiaia, divide il paesello dal monte Ceraso, il quale, con i suoi massi di nera pietra, scende quasi a picco a tuffarsi nel mare. Quanto ai Sapritani -continua Baldanza- diremo che sono laboriosi, ma poco industri, poichè non ritraggono dalla fatica l'adeguato profitto". E descrivendo i paesani: "Finalmente, ad uno, a tre, a sei, uscivano rassicurati dalle loro abitazioni, con quell'aria di stupida melensaggine mista a curiosità. Gli abitanti di Sapri vedevano il partirsi dei rivoltosi con manifesta compiacenza!". Il volume si avvia alla fine con la visita, un anno dopo,cioè il due luglio del 1858, di Gioconda, che ormai somigliava ad una larva per la tisi, al cimitero di Sanza sulla tomba di Falcone. Gioconda, spende in opere di beneficenza l'eredità paterna e, scrive Baldanza, " ...non v'era colono dei dintorni che nella sua povertà non fosse stato sollevato da quell'angelo benefico". Opere di carità ed informazioni sui prigionieri di Sanza: "il Santelmo, l'Aldini, Il Forte, il Mugno ed altri, chiusi in carcere per la causa della libertà", che venivano confortati per lettera. Il romanzo storico si conclude con la morte di Gioconda Walvescky, la signora di Sapri, vessata fino alla fine, dal capo urbano saprese Peluso, sulla cui faccia si leggeva: "...l'impronta dello sgherro prepotente e malvagio!", e seppellita nel cimitero di Sanza, accanto alla tomba del suo amato Giovan Battista Falcone. Credo che da questo romanzo storico possa prendere forma uno sceneggiato televisivo o un film ! L'idea la lancio: mi auguro che qualche giovane regista, leggendo il mio articolo, prenda, come si suol dire, "la palla al balzo"! Una curiosità: Rocco Baldanza ha scritto questo romanzo storico ventidue anni dopo (1879) l' eccidio di Sanza (1857). Dunque, quanto scrive, è alquanto credibile ed interessante. E' come se io oggi scrivessi un reportage su fatti accaduti negli anni Novanta! (Tonino Luppino)
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