Sono in corso perquisizioni e sequestri di beni. Tra gli arrestati, il patron dell'emittente Julie Italia l'avvocato Lucio Varriale. Napoli- Questa mattina il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Napoli, sotto la direzione della locale Procura della Repubblica, ha dato esecuzione a un provvedimento di custodia cautelare personale degli arresti domiciliari nei confronti di 4 soggetti, ritenuti responsabili di associazione per delinquere finalizzata a una frode fiscale per oltre 3 milioni di euro e truffa aggravata per aver ottenuto indebitamente contributi statali destinati ad emittenti televisive locali, per circa 2,3 milioni di euro. Le società televisive coinvolte sono: “JULIE ITALIA S.r.l.” (emittente televisiva “Julie Italia”), SO.PRO.DI.MEC. S.r.l. (emittente televisiva “Telelibera”), UNIVERSO 3000 S.r.l. (emittente televisiva “TeleAkery”). Sono, altresì, in corso di esecuzione perquisizioni, nonché il sequestro di beni mobili e immobili riconducibili alle società e agli indagati per assicurare alle casse dello Stato i 3 milioni di euro costituenti l’illecito profitto. (Guardia di Finanza) L'INCHIESTA
Avevano istruito le pratiche per ottenere una porzione dei 78 milioni di euro previsti dal Consiglio dei Ministri come contributo all'editoria radiotelevisiva, le quattro persone arrestate oggi dalla Guardia di Finanza di Napoli (Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria), nell'ambito di indagini per una frode e truffa sui contributi statali per l'editoria. Le indagini interessano tre società, Julie Italia srl, So.Pro.Di. Mec e Universo 3000 srl. Gli arrestati invece sono il patron dell'emittente Julie Italia Lucio Varriale, la sua storica strettissima collaboratrice Carolina Pisani e due commercialisti Claudio Erra e Renato Oliva. La Guardia di Finanza ha eseguito anche un sequestro di beni per 3 milioni di euro. Secondo la Procura della Repubblica di Napoli i due commercialisti avrebbero predisposto una serie di truffe incrociate per arrivare ad un'evasione per circa 3 milioni di euro, ottenendo contributi per 2,3 milioni di euro. L'inchiesta è partita nell'ambito di investigazioni che hanno visto coinvolto Lucio Varriale, peraltro protagonista di accese e numerose reazioni mediatiche attraverso la trasmissione "Vostro Onore" nei confronti di rappresentanti delle forze dell'ordine, magistrati e avvocati. Gli arrestati si trovano ristretti ai domiciliari in attesa dell'interrogatorio di garanzia, ma le indagini sono ancora in corso, anche in base agli elementi che emergeranno dalle perquisizioni avviate questa mattina dal Nucleo di Polizia Eeconomico-Finanziaria della Guardia di Finanza e dalla Digos della Questura. La risposta agli arresti odierni della JULIE ITALIA In relazione all’ordinanza applicativa della misura cautelare degli arresti domiciliari a carico dell’avvocato Lucio Varriale, il difensore di fiducia, Avv. Giovanni Siniscalchi, precisa quanto segue: “prendiamo atto di una misura cautelare che interviene a distanza di diciotto mesi da un sequestro preventivo, che ha dato impulso ad interrogatori, produzione documentale e costante collaborazione con tutti gli Organi inquirenti. Non sfugge tuttavia che la predetta misura si fonda anche sulla dichiarata volontà di interrompere il ruolo di editorialista nella trasmissione televisiva Vostro Onore, poiché si sostiene nella citata ordinanza che «ad avvalorare ulteriormente l’esigenza cautelare” vi è l’attività quotidiana dell’avvocato Lucio Varriale che si concretizza in «attacchi quotidiani nei confronti del Corpo della Guardia di Finanza coordinata dalla Procura della Repubblica di Napoli». Il comunicato di lavoratori e collaboratori della Julie In merito alle misure cautelari (sequestri ed arresti domiciliari) eseguite questa mattina dalla Guardia di Finanza a carico di responsabili e consulenti di Julie Italia con l’ipotesi di presunta truffa e frode fiscale, lavoratori e i collaboratori dell’emittente lanciano l’allarme per l’ennesimo provvedimento che mette pesantemente a rischio il loro lavoro e la vita stessa di una tv privata, nota per essere da vent’anni sempre in prima fila col suo giornalismo d’inchiesta nelle denunce sulla corruzione e sulle attività illecite della malavita organizzata. Pur nel pieno rispetto dei provvedimenti della magistratura, ci si domanda in primo luogo come sia possibile che, almeno a giudicare dai documenti ufficiali notificati stamane alla redazione di via Brin, le ipotesi accusatorie alla base delle misure cautelari adottate oggi dalla Procura siano del tutto simili a quelle dei sequestri eseguiti nel maggio 2017. Ipotesi sulle quali era stata già esibita ampia documentazione giustificativa dai difensori ai pm procedenti. Certi della totale estraneità ai fatti contestati di amministratori e consulenti della tv, ed in attesa di comprendere i motivi alla base di quella per ora che appare come una “anomalia” rispetto al principio del “ne bis in idem”, lavoratori e collaboratori di Julie annunciano che continueranno – almeno fino a quando sarà loro consentito in applicazione dei principi sulla libertà di stampa – a portare avanti quel giornalismo d’inchiesta contro la camorra e contro tutte le mafie per le quali l’emittente tutta ed i suoi consulenti hanno già pagato prezzi altissimi. (La redazione di Julie Italia)  Avv. Lucio Varriale


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