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Ci sono 3688 News in 369 pagine e voi siete nella pagina numero 20

Le Città dell´Olio della Campania ripartono con una nuova squadra

Le Città dell’Olio della Campania ripartono con una nuova squadra all’insegna di nuove progettualità.
L’assemblea dei 20 soci campani ha eletto all’unanimità i suoi rappresentanti.
Renato Josca Sindaco del Comune di Albanella è il nuovo Coordinatore regionale. Eletti anche i Coordinatori Provinciali: per la provincia di Avellino Noè Grasso, per la provincia di Benevento Renzo Mazzeo, per la provincia di Caserta Stefano Giaquinto, per la provincia di Napoli Manuela Schiano e per la provincia di Salerno Stefano Pisani
Le Città dell’Olio della Campania sempre più protagoniste all’interno dell’Associazione nazionale presieduta da Michele Sonnessa che riunisce oltre 500 città italiane a vocazione olivicola.
Una ripartenza che avviene nel segno di una rinnovata partecipazione e fiducia nel futuro da parte dei 20 Comuni soci con l’elezione del nuovo Coordinamento regionale. Una nuova squadra alla guida della quale c’è il nuovo Coordinatore regionale Renato Josca Sindaco del Comune di Albanella. Eletti anche i Coordinatori Provinciali: per la provincia di Avellino Noè Grasso Consigliere del Comune di Flumeri, per la provincia di Benevento Renzo Mazzeo Consigliere del Comune di Paduli, per la provincia di Caserta Stefano Giaquinto Sindaco del Comune di Caiazzo, per la provincia di Napoli Manuela Schiano Assessore del Comune di Anacapri e per la provincia di Salerno Stefano Pisani Sindaco del Comune di Pollica.
L’assemblea di soci campani ha scelto il proprio Consigliere nazionale nella persona di Carmine Pignata Sindaco del Comune di Oliveto Citra, la cui nomina verrà ufficializzata durante l’Assemblea nazionale delle Città dell’Olio prevista il prossimo 29 marzo.
Oltre all’elezione delle nuove cariche, l’assemblea dei soci campani si è confrontata sulle iniziative da realizzare entro la fine dell’anno per promuovere la nascita di vere e proprie Comunità dell’Olio: la Camminata tra gli Olivi, La Merenda nell’Oliveta, il Concorso nazionale Turismo dell’Olio e il programma educativo per le scuole Olio in Cattedra. Ma il confronto ha riguardato anche i progetti a lungo termine legati al contrasto dell’abbandono dei terreni olivicoli, alla Carta degli Oli e al Club di prodotto.
“Auguri sinceri di buon lavoro a Renato Josca e alla sua nuova squadra da parte di tutti noi. Sono certo che con la sua azione puntuale farà crescere il protagonismo delle Città dell’Olio campan all’interno della nostra grande rete. Oggi più che mai, è necessario unire le forze, progettare in rete per ottenere risultati importanti nella diffusione della cultura dell’olio, nella valorizzazione del paesaggio olivicolo e nella costruzione di un’offerta turistica mirata alla conoscenza del prodotto e del territorio” ha dichiarato Michele Sonnessa Presidente dell’Associazione Città dell’Olio.
“Ringrazio il Presidente Sonnessa e i colleghi per la fiducia. Questa nomina è una grande responsabilità che intendo onorare perseguendo con costanza e determinazione gli obiettivi che ci siamo dati. Al mio fianco ci saranno i neoeletti coordinatori provinciali Grasso, Mazzeo, Giaquinto, Schiano e Pisani e il Consigliere nazionale Pignata che hanno dimostrato un grande senso di attaccamento alla nostra Associazione e la volontà di mettersi in gioco. Contiamo su di loro perché tante nuove sfide ci attendono per valorizzare l’olio extravergine d’oliva e il paesaggio olivicolo del nostro territorio dando nuovo impulso all’oleoturismo. Insieme, sono certa, faremo un ottimo lavoro al servizio delle Città dell’Olio della Campania” ha dichiarato il Coordinatore regionale Renato Josca.
(Associazione nazionale Città dell'Olio)



Inserito da Golfonetwork giovedì 13 marzo 2025 alle 18:25 -

Terremoto Campi Flegrei a Napoli, comunicato Anas

Anas: ultimati i controlli sulla rete stradale in seguito alla scossa di terremoto di questa notte nell'area dei Campi Flegrei a Napoli
Napoli, 13 marzo 2025
In seguito alla forte scossa di terremoto registrata nel corso della notte e che ha interessato l’area dei Campi Flegrei e l’intera città di Napoli, Anas ha attivato i protocolli e le procedure previste per le verifiche delle strutture stradali e autostradali in gestione.
In particolare, i tecnici Anas, specializzati nelle ispezioni di ponti e viadotti hanno svolto specifici controlli sulle opere d’arte e sulla viabilità.
Nell’area flegrea sono state monitorate la statale 7 Quater Via Domitiana, la statale 686 di Quarto, la statale 162dir e la statale 162nc, tra i comuni di Pozzuoli, Quarto, Napoli e Giugliano in Campania.
Controlli anche sulla statale 268 Del Vesuvio, sulla statale 7bis di Terra di Lavoro, sulla statale 265var e sulla statale 700 della Reggia di Caserta, tra le provincie di Napoli e Caserta.
Le attività di monitoraggio hanno riguardato anche la statale 145 Sorrentina nei territori comunali di Sorrento, Vico Equense e Pompei.
Le verifiche Anas si sono concluse nelle prime ore del mattino e non hanno evidenziato anomalie o danni strutturali.
La circolazione è al momento regolare su tutte le arterie.
Anas, società del Gruppo Fs italiane, ricorda che quando guidi, Guida e Basta! No distrazioni, no alcol, no droga per la tua sicurezza e quella degli altri
(Anas)



Inserito da Golfonetwork giovedì 13 marzo 2025 alle 11:33 -

Iannone (FdI):De Luca continua a pagarsi la propaganda con soldi pubblici

Campania, Iannone (FdI) “De Luca continua a pagarsi la propaganda con soldi pubblici".
“Vanno in giro a dire che non hanno soldi per la sanita' perché il Governo non li fa uscire dal Piano di rientro e poi buttano soldi pubblici per la propaganda personale. Non si tratta di una spesa, ma di uno spreco inutile visto che De Luca non sarà neanche candidato. Una vergogna che fara' vincere a De Luca solo il premio di piu' condannato dalla Corte dei Conti.” Lo dichiara il Senatore di Fratelli d’italia, Antonio Iannone, Commissario Regionale del Partito in Campania.
(Fratelli d'Italia)


Antonio Iannone

Inserito da Golfonetwork mercoledì 12 marzo 2025 alle 18:34 -

Campania, Vietri (FdI): De Luca re degli sprechi

Vietri (FdI): “De Luca re degli sprechi, altri 500 mila euro per propaganda elettorale"
“De Luca continua ad essere il re degli sprechi. Nelle ultime ore, infatti, ha deciso di spendere circa 500 mila euro di risorse pubbliche, per pagarsi la campagna elettorale in vista delle Regionali, pur sapendo che la sua ricandidatura per un terzo mandato non è affatto scontata”. Lo dichiara, in una nota, il deputato campano di Fratelli d’Italia Imma Vietri. “Si tratta - come si apprende da organi di stampa - dell’ennesima campagna di comunicazione con cui la Regione Campania vuole pubblicizzare quanto sarebbe stato realizzato nel corso dell’ultimo quinquennio attraverso stampe, volantini, pieghevoli, brochure, opuscoli ma anche cartelloni pubblicitari. Il tutto coperto con fondi del bilancio dell’Ente regionale. Prepariamoci, dunque, a nuovi spot elettorali che racconteranno la ‘Campania delle meraviglie’ di De Luca che non esiste, perche’ quella reale la descrivono da anni tutti gli indicatori sociali ed economici nazionali, che vedono la nostra regione agli ultimi posti, ad esempio, per qualità della vita, sanità e trasporti. Insomma, De Luca non trova mai le risorse necessarie per risolvere i problemi della Campania, mentre per alimentare la sua propaganda elettorale invece si. Sono certa - conclude Vietri - che gli organi di controllo amministrativi e contabili, coinvolgendo tutte le Autorità preposte, faranno luce su questo ennesimo sperpero di risorse pubbliche da parte della Regione Campania” conclude Vietri.
(Imma Vietri)


Imma Vietri

Inserito da Golfonetwork mercoledì 12 marzo 2025 alle 18:25 -

Regione Campania: approvata all´unanimità la legge sulle bande musicali

Approvata all´unanimità la legge sulle bande musicali proposta da Corrado Matera: "Un grande riconoscimento per un patrimonio identitario della Campania"
Il Consiglio Regionale della Campania ha approvato all’unanimità la proposta di legge “Tutela, valorizzazione e promozione del patrimonio bandistico della Regione Campania e dei Corpi delle Majorettes”, presentata dal consigliere regionale Corrado Matera. Si tratta di un risultato importante, che rappresenta un riconoscimento concreto per una tradizione culturale profondamente radicata nel tessuto sociale delle comunità campane. Attualmente in Campania sono state censite circa 150 bande musicali, con oltre 6.000 persone coinvolte attivamente, ma le stime informali parlano di numeri che superano le 10.000 unità. “Questa legge -ha sottolineato Corrado Matera nell’intervento che ha preceduto l’approvazione- rappresenta un atto doveroso verso i tanti musicisti, maestri, appassionati e volontari che, con impegno e passione, tengono viva una delle espressioni culturali più autentiche dei nostri territori. La banda musicale è molto più di una manifestazione artistica: è identità, è aggregazione, è formazione, è trasmissione di valori tra generazioni”.
La proposta di legge nasce da un lavoro di ascolto e confronto che il consigliere Matera ha avviato a partire da giugno 2023. Da allora, numerosi sono stati gli incontri, le audizioni e i contributi arrivati dal territorio per costruire un provvedimento condiviso e partecipato.
“Ho avuto modo di constatare personalmente -ha aggiunto Matera- quanto sia viva e radicata la cultura bandistica in Campania, anche grazie all’impegno di tantissime realtà locali. In alcuni comuni del salernitano, anche quelli più piccoli come ad esempio Salvitelle, quasi ogni casa custodisce uno strumento musicale. In altri comuni sono presenti addirittura tre bande musicali, e in diversi territori sono nati spontaneamente musei dedicati a questa tradizione”.

Tra i punti qualificanti della legge:
-L’istituzione dell’Albo Regionale delle Bande Musicali e dei Corpi delle Majorettes, presso la Direzione Generale dell’Assessorato alla Cultura e al Turismo;
-la creazione della Giornata regionale delle Bande Musicali, che sarà celebrata ogni anno nell’ultimo sabato di maggio, con eventi, dibattiti, convegni e mostre;
-l’erogazione di contributi annuali a favore dei gruppi iscritti all’Albo, destinati all’acquisto e alla manutenzione di strumenti musicali, all’organizzazione di eventi, concorsi bandistici e progetti di ricerca;
-un sistema di monitoraggio e valutazione degli effetti della legge, che ha una dotazione finanziaria di 300mila euro annui.

“Con questa legge -ha evidenziato Corrado Matera- la Regione Campania riafferma il valore culturale, sociale e educativo della musica in una società che rischia sempre più spesso l’isolamento e la frammentazione. Le bande musicali rappresentano un presidio di comunità, un luogo di crescita condivisa e un’opportunità per i giovani. Ringrazio il Presidente del Consiglio Regionale Gennaro Oliviero, la presidente Fiola, i colleghi consiglieri e tutte le persone che hanno contribuito a rendere possibile questo risultato. Un particolare ringraziamento voglio inoltre rivolgerlo all'avvocato Michele Toriello e ai maestri che mi hanno incoraggiato e accompagnato nella redazione di questa proposta di legge. Auspico -ha concluso il consigliere regionale originario del Vallo di Diano- che la Giornata delle Bande Musicali possa diventare anche un evento di richiamo nazionale, magari con la partecipazione di personalità  autorevoli come il Maestro Riccardo Muti”.
(Corrado Matera Gruppo Misto CRC)


Corrado Matera

Inserito da Golfonetwork martedì 11 marzo 2025 alle 10:38 -

Consiglio regionale Campania approva Giornata celebrativa del ragù napoletano

Consiglio regionale della Campania approva la Giornata celebrativa del ragù napoletano. Pellegrino (IV): “Simbolo di identità territoriale e modello culturale da tramandare alle giovani generazioni”.
Il Consiglio regionale della Campania approva la proposta di legge presentata dal Capogruppo di Italia Viva, Tommaso Pellegrino, per l’istituzione della ‘Giornata celebrativa del ragù napoletano’ che cadrà nella seconda domenica di novembre di ogni anno.
“L’obiettivo della celebrazione della Giornata del ragù napoletano è quello di preservare una delle più popolari tradizioni partenopee e campane, che rappresenta il simbolo dell’identità territoriale e testimonia un modello culturale il cui cardine è la famiglia. Il ragù non è semplicemente una ricetta ma l’espressione di un’identità storica e culturale della nostra terra che ha unito le famiglie di diverse generazioni. Abbiamo il dovere di consolidare questi valori passando il testimone alle future generazioni”. Lo ha dichiarato Tommaso Pellegrino, capogruppo di Italia Viva in Consiglio regionale, primo firmatario della proposta di legge che mira a riconoscere il giusto tributo al piatto tradizionale campano.
“Voglio ringraziare tutti i colleghi che hanno votato la mia proposta – ha aggiunto Pellegrino -  quelli che hanno lavorato in Commissione per renderla concreta insieme a coloro che hanno partecipato alle audizioni offrendo un contributo prezioso per ricostruirne la storia e il valore culturale e gastronomico. Un ringraziamento particolare va sicuramente ai ragazzi del collettivo digitale Casa Surace che sono stati i principali promotori dell’iniziativa, raccogliendo anche oltre 5000 firme con una petizione immancabilmente associata a una persona altrettanto simbolica: nonna Rosetta, figura cara e ascoltata in particolare dai giovani, che ha usato il ragù per trasmettere affetto e cura per i suoi cari”.
“Ci vediamo tutti il prossimo 9 novembre per celebrare insieme il ragù napoletano in memoria di Nonna Rosetta e di tutte le nonne, custodi del bagaglio valoriale della nostra regione – ha concluso Tommaso Pellegrino”.
(Ufficio stampa Tommaso Pellegrino)


Tommaso Pellegrino

Inserito da Golfonetwork lunedì 10 marzo 2025 alle 18:47 -

Donne con disabilità vittime di discriminazioni multiple

Donne con disabilità vittime di discriminazioni multiple: mai perdere la consapevolezza dei propri diritti come persone.
Essere donna, ancora oggi, può significare affrontare discriminazioni. Se a questo si aggiunge una disabilità, il rischio di essere vittime di ingiustizie si moltiplica. Le donne con disabilità vivono quotidianamente una discriminazione multipla spesso non riconosciuta come tale e di cui si parla troppo poco. La mancanza di dati disaggregati su genere e disabilità rende difficile quantificare la portata del problema, lasciando molte vittime senza strumenti di tutela adeguati. Secondo i dati ISTAT (2022), il Barometro AISM (2023) e la ricerca FISH Onlus (2020):
- 2.033 donne con disabilità si sono rivolte ai centri antiviolenza nel 2022 (11,2% del totale). (ISTAT 2022)
- Il 10% delle donne con disabilità subisce stupri o tentati stupri, più del doppio rispetto alle donne senza disabilità (4,7%). (FISH Onlus 2020)
- Il 31,4% delle donne con limitazioni funzionali ha subito violenza psicologica dal partner, rispetto al 25% delle donne senza disabilità. (ISTAT 2022)
- Il 64% delle donne con disabilità non ha autonomia economica in famiglia. (ISTAT 2022)
- Il 62,3% ha subito almeno una forma di violenza, con una predominanza di violenza psicologica (51,4%), sessuale (34,6%), fisica (14,4%) ed economica (7,2%). (FISH Onlus 2020)
- Nell'87% dei casi, la violenza è stata inflitta da una persona nota alla vittima: nel 40% dei casi un operatore sanitario, nel 60% il compagno o caregiver. (FISH Onlus 2020).
Eppure, molte donne con disabilità non denunciano. Vergogna, paura, isolamento e dipendenza economica impediscono loro di ribellarsi a una condizione di abuso. Inoltre, spesso non riconoscono nemmeno la violenza che subiscono come tale, aggravando il fenomeno (Relazione della Commissione Parlamentare sul Femminicidio e la Violenza di Genere).
Il Garante dei diritti delle persone con disabilità della Regione Campania l'avv. Paolo Colombo dichiara: "Occorre celebrare le donne con disabilità ogni giorno e non solo l'8 marzo. Soprattutto bisogna evidenziare che le donne con disabilità subiscono discriminazioni multiple e che non devono mai perdere la consapevolezza dei propri diritti come persone".
(Il Garante dei disabili Avv. Paolo Colombo)



Inserito da Golfonetwork lunedì 10 marzo 2025 alle 12:56 -

Napoli, solidarietà del Sappe dopo aggressione infermiere in carcere

Napoli, solidarietà del Sappe dopo l'aggressione di un infermiere nel carcere di Secondigliano: "A discapito anche dei poliziotti aggrediti, finalmente c'è chi si rende conto del fallimento della scelta di chiudere gli OPG"

La notizia dell’aggressione, nel Centro penitenziario di Secondigliano, a Napoli, di un infermerie colpito da due detenuti psichiatrici, lo scorso 4 marzo, fa scattare l’immediata solidarietà del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, che però punta il dito su chi, fino ad oggi, non ha fatto nulla per trovare “una soluzione alle scelta folle e sconsiderata di chiudere gli Ospedali Psichiatrici Giudiziari”, sollecitata anni dal SAPPE anche alla luce delle numerose aggressioni subìte dai Baschi Azzurri.
Donato Capece, segretario generale del Sindacato, ricorda che “il SAPPE denuncia da tempo che le carceri sono diventate un colabrodo per le precise responsabilità di ha creduto, nel passato, che allargare a dismisura le maglie del trattamento a discapito della sicurezza interna ed in danno delle donne e degli uomini della Polizia Penitenziaria. Sono decenni che chiediamo l’espulsione dei detenuti stranieri, un terzo degli attuali presenti in Italia, per fare scontare loro, nelle loro carceri, le pene come anche prevedere la riapertura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari dove mettere i detenuti con problemi psichiatrici, sempre più numerosi, oggi presenti nel circuito detentivo ordinari. Sembra che qualcuno scopra oggi il problema, testimoniando – giustamente! – solidarietà all’infermiere aggredito ma restando in silenzio quando ad essere contusi e feriti da detenuti psichiatrici sono gli Agenti: evidentemente, tutele e garanzie ci sono per alcuni ma non per tutti…”.
Il sindacalista torna a sollecitare più tecnologia e più investimenti per il sistema carcere: “la situazione resta allarmante, anche se gli uomini e le donne della Polizia Penitenziaria garantiscono ordine e sicurezza pur a fronte di condizioni di lavoro particolarmente stressanti e gravose. I decreti svuota-carceri, che più di qualcuno continua ad invocare ad ogni piè sospinto, da soli non servono: serve una riforma strutturale dell’esecuzione, serve il taser per potersi difendere dai detenuti violenti e la dotazione di body-cam”. E a chi oggi (e solo oggi…) chiede un’Unità operativa semplice Dipartimento di Salute Mentale, Capece chiede perché non ha raccolto l’appello che fece il SAPPE anni fa: “Il disagio mentale, dopo la chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari, è stato riversato nelle carceri, dove non ci sono persone preparate per gestire queste problematiche, mancano strutture adeguate e protocolli operativi. La Polizia Penitenziaria non ce la fa più a gestire questa situazione e nei prossimi giorni valuterà se indire lo stato di agitazione. L’effetto che produce la presenza di soggetti psichiatrici è causa di una serie di eventi critici che inficiano la sicurezza dell’istituto oltre all’incolumità del poliziotto penitenziario. Queste sono anche le conseguenze di una politica miope ed improvvisata, che ha chiuso gli ospedali psichiatrici giudiziari senza trovare una valida soluzione su dove mettere chi li affollava. Gli OPG devono riaprire, meglio strutturati e meglio organizzati, ma devono di nuovo essere operativi per contenere questa fascia particolare di detenuti”.
“Quel che servono sono fatti concreti”, conclude il leader del SAPPE: “delle dichiarazioni di intenti i poliziotti penitenziari, che in carcere lavorano nella prima linea delle sezioni detentive h24, non sanno che farsene”.
(Dott. Donato CAPECE – segretario generale SAPPE)



Inserito da Golfonetwork lunedì 10 marzo 2025 alle 11:15 -

Airola: autolesionismo,droga,smartphone - un trinomio che sconvolge l´IPM

L'IPM di Airola è fuori controllo. La grave denuncia arriva dal Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, per voce di Sabatino De Rosa e Miriana Fraenza, sindacalisti della Campania per il settore minorile. “Alcuni giorni fa, un detenuto di origini marocchine ha messo in atto gesti autolesionistici risolti per fortuna grazie alla presenza del medico dell'istituto; la motivazione a suo dire è stata la volontà di essere trasferito in altro istituto in quanto nell'attuale non si è trovato bene”, spiegano i sindacalisti. “Inoltre, nella giornata del 6 marzo 2025, è stata sequestrata sostanza stupefacente di tipo hashish in due celle di detenuti che già da tempo dovevano essere allontanati per motivi di ordine e sicurezza ma che purtroppo continuano a permanere ad Airola. Come ultimo ma non meno importante, ieri notte è stato sequestrato uno smartphone di grandi dimensioni in una camera detentiva e solo grazie al personale della Polizia Penitenziaria che ha attentamente vigilato tutta la notte si è riusciti a rinvenire lo smartphone”. Per i dirigenti del SAPPE, “si tratta di un risultato che non solo garantisce la sicurezza del carcere, ma conferma ancora una volta l'alto senso del dovere e la dedizione del personale in servizio che ha agito con professionalità e prontezza”. Netta la denuncia del primo Sindacato dei Baschi Azzurri, il SAPPE: “Oramai, nell'Istituto di Airola le unità cinofile sono un'utopia, non vengono chiamate da tempo e non vi è alcuna strumentazione tecnologica idonea ad intercettare cellulari. Il Sappe ha segnalato già da tempo queste enormi disfunzioni sia per la sicurezza sia per la gestione dei detenuti affinché i competenti uffici possano intervenire nel più breve tempo possibile. Tuttavia, è fondamentale che l'amministrazione riconosca concretamente i meriti al personale della Polizia Penitenziaria presente e che vengano adottati interventi risolutivi per migliorare le condizioni in cui i nostri agenti operano quotidianamente. Chiediamo, inoltre, la presenza di un comandante in pianta stabile in quanto il precedente era in distacco ed è stato riassegnato alla sede di appartenenza; l’Ipm di Airola ha bisogno di un comandante del ruolo dei commissari o dirigenti e non del ruolo degli ispettori”.
Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, sollecita urgenti e rapidi interventi a favore del personale in servizio nell’Istituto penale per minorenni di Airola. E tuona: “Nel triennio 2022/2024 sono stati sequestrati dalla Polizia Penitenziaria, nelle carceri italiane, circa 5.000 telefonini (4.931, per la precisione). Certo non c’è bisogno di qualche trasmissione scandalista in tv per scoprire che in carcere girano troppi telefoni: lo denunciamo da anni, ma tutti se ne fregano, compreso chi oggi si stupisce. Per questo, il SAPPE torna a sollecitare un intervento immediato da parte dell’Amministrazione della Giustizia minorile e di comunità e di quella penitenziaria di Napoli presso i competenti uffici del Ministero della Giustizia affinché vengano adottate misure straordinarie per garantire la sicurezza delle carceri campane, per adulti e minori, sensibilizzandoli con la richiesta di schermare tutte le carceri e di dotare i Reparti del Corpo di Polizia Penitenziaria di opportuni sistemi per rendere inattivi i sorvoli sulle strutture. Non possiamo più permetterci che episodi di questo tipo diventino la norma. La sicurezza degli operatori, dei detenuti e dell’intera comunità è a rischio", conclude il leader nazionale del SAPPE.
(Dott. Donato CAPECE – segretario generale SAPPE)


Inserito da Golfonetwork sabato 8 marzo 2025 alle 19:22 -

Per le persone con disabilità lo smart working è un diritto

Una sentenza destinata a fare scuola nel campo della tutela dei lavoratori con disabilità: la Corte di Cassazione, infatti, ha ribadito nella sua sentenza n. 605/2025 il diritto di un dipendente ipovedente di svolgere le proprie mansioni in modalità smart working, rigettando il ricorso dell'azienda. La decisione ha creato un importante precedente in materia di discriminazioni sul posto di lavoro. Il lavoratore in questione, dipendente di una grande azienda dal 1997 e occupato in attività di customer care, era stato assegnato alla sede di Napoli. Tutto questo nonostante risiedesse a Pomigliano d'Arco, nonostante la presenza di una sede aziendale proprio nella cittadina dell'hinterland e nonostante le difficoltà a raggiungere il posto di lavoro a causa della propria condizione di "invalidità civile con gravi problemi visivi". L'azienda aveva motivato questa scelta precisando che la sede fosse destinata solo a tecnici, escludendo quindi la possibilità di un trasferimento e, di conseguenza, di usufruire della possibilità di lavorare in smart working. Basandosi su una presunta discriminazione, il lavoratore si era quindi rivolto alla giustizia, ottenendo dalla Corte d'Appello di Napoli una sentenza favorevole. Accogliendo l'istanza del lavoratore, la Corte d'Appello ha stabilito la sua assegnazione alla sede più vicina, dov'era residente, per svolgere da remoto le stesse mansioni svolte presso la sede di Napoli. L'azienda ha quindi impugnato la sentenza attraverso un ricorso alla Corte di Cassazione, negando la discriminazione invocata dalla persona disabile e sostenendo che la sua assegnazione alla sede più vicina alla sua abitazione (e l'eventuale smart working) avrebbe dovuto essere prevista da un contratto specifico (come stabilito dalla legge 81/2017). La Cassazione, confermando quanto deciso dalla Corte d'Appello di Napoli, ha infine rigettato il ricorso dell'azienda ravvisando una violazione del decreto legislativo 216/2003, che impone l'adozione di "ragionevoli accomodamenti" per garantire ai lavoratori con disabilità condizioni di lavoro eque e non discriminatorie. La Corte ha osservato che l'azienda non aveva valutato adeguatamente soluzioni alternative, come il lavoro agile, soluzione già sperimentata durante la pandemia. Secondo i giudici, la possibilità di operare da remoto con le stesse mansioni risulta quindi essere un accomodamento ragionevole senza costi eccessivi per la società, che avrebbe dovuto fornire adeguati strumenti e un'opportuna formazione; la Corte ha specificato inoltre come lo smart working possa essere "imposto" direttamente dal giudice anche senza un contratto specifico. La sentenza si basa su una solida cornice normativa internazionale e comunitaria, tra cui la direttiva 2000/78/CE sulla parità di trattamento nel lavoro (recepita dal D.Lgs. 216/2003), la Carta dei Diritti Fondamentali dell'UE e la Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità. La Corte ha ribadito che il rifiuto di adottare accomodamenti ragionevoli configura una discriminazione diretta e che l'onere della prova in questi casi per il lavoratore è "attenuato". Quest'ultimo deve dimostrare i fattori di rischio e il trattamento sfavorevole ricevuto, mentre al datore di lavoro spetta invece escludere la natura discriminatoria della sua condotta. Questa decisione rappresenta un passo avanti nella tutela dei diritti dei lavoratori con disabilità in Italia, rafforzando il principio che il lavoro deve essere accessibile a tutti senza discriminazioni, e riconosce il diritto di beneficiare di misure che garantiscono autonomia, inserimento sociale e professionale e partecipazione alla vita di comunità. L'obbligo per le aziende di trovare soluzioni ragionevoli per i dipendenti con esigenze specifiche è ormai una realtà giuridica consolidata, destinata a influenzare futuri contenziosi e politiche aziendali sul lavoro inclusivo.
Il Garante dei diritti delle persone con disabilità della Regione Campania l'avv. Paolo Colombo dichiara: "La Cassazione ha affermato che ai lavoratori con disabilità va garantito un ambiente di lavoro compatibile con le loro condizioni, stabilendo che lo smart working va considerato accomodamento ragionevole".
(Il Garante dei disabili Avv. Paolo Colombo)

Inserito da Golfonetwork venerdì 7 marzo 2025 alle 18:33 -

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