Roma- Questa sera si riunisce il coordinamento romano del Popolo della Famiglia. Ho appreso la notizia dal blog e, dopo il “caloroso” invito di Mario Adinolfi a non partecipare, prendo atto della fine dell’esperienza nel movimento. Sin dalla prima (e unica) riunione successiva alla tornata elettorale avevo manifestato alcune perplessità, condivise anche da altri amici, sul metodo per realizzare le alte finalità che il partito si propone: riportare al centro della politica la famiglia.
L’esperienza sul territorio mi ha portato ad elaborare un metodo politico, descritto in modo semplice e con qualche allegoria nel libro RICETTEXROMA, fondato su tre parole: fiducia, condivisione e partecipazione.
Purtroppo devo prendere atto dell’indisponibilità alla condivisione delle scelte per una evidente questione di fiducia, nonostante la mia rinuncia a proseguire un percorso autonomo con il Movimento Romaniperbene per confluire nel Popolo della Famiglia al quale abbiamo messo a disposizione numerosi candidati nei municipi di Roma. Certo mi è stata data l’opportunità di rappresentare sui media il movimento, ma la politica non è solo apparenza. Avrei preferito essere coinvolto nell’elaborazione di un programma che, spaziando oltre i temi cari agli amici che provengono dal Comitato Difendiamo i Nostri Figli, trovasse maggiore consenso nelle elezioni amministrative. Non ho aderito al movimento soltanto per ricevere istruzioni sui tesseramenti e per attuare iniziative decise da altri.
Il partito patriarcale non fa per me e se il PDF davvero aspira a crescere a livello nazionale, non può basarsi esclusivamente sulle spalle (per quanto larghe) di Mario Adinolfi. Preferisco il partito comunità in cui si discute, anche con divergenze di opinioni, per poi elaborare assieme indirizzi e iniziative. Altrimenti si corre il rischio di cause in Tribunale come dimostra l’esperienza del movimento di Grillo e Casaleggio. Insomma mi aspettavo un altro film magari lavorando assieme alla sceneggiatura.
Ringrazio comunque Mario Adinolfi perché non ha mai nascosto la sua leadership tanto autorevole quanto autoritaria. In tanti avrebbero fatto promesse di una gestione condivisa solo per usare le persone. Lui è diverso. Lo ha fatto capire da subito e, dopo quattro mesi, ne prendo atto e saluto gli amici conosciuti attraverso quest’esperienza ai quali auguro di realizzare, indipendentemente dal metodo, gli obiettivi comuni per il bene della famiglia.
Negli affari quando si lascia un progetto si ha sempre qualcos’altro di pronto. Ma per me la politica è passione non è un lavoro e, quindi, per ora mi dedicherò alle priorità familiari che gli amici più stretti sanno essere assai rilevanti.
Grazie infine a coloro che mi hanno mostrato stima in questi anni sostenendo fino ad ora le mie scelte. Non so in quanti siano interessati a questa ricerca di una politica fatta con onestà, competenza e responsabilità in cui si valorizzi il merito con metodo democratico.
(Avv. Daniele Ricciardi - Capocameraman TeleArcobaleno 1) |