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Ci sono 3460 News in 346 pagine e voi siete nella pagina numero 336

Anas: dal 20 al 30 aprile 2015 senso unico alternato sulla SS 90 bis

Anas: dal 20 al 30 aprile 2015 senso unico alternato sulla strada statale 90 bis “delle Puglie”,
in provincia di Benevento. L’Anas comunica che, dal 20 al 30 aprile 2015, sarà istituito un senso unico alternato, con impianto semaforico, sul tratto della strada statale 90 "delle Puglie" compreso tra i km 3,100 e 3,250, in provincia di Benevento.Il provvedimento si rende necessario per consentire un intervento di manutenzione ordinaria al muro di contenimento al km 3,200, interessato da un cedimento della scarpata. I veicoli in avvicinamento all'area di cantiere dovranno osservare il limite di velocità di 30 km/h e il divieto di sorpasso.
(Raffaele La Pietra)

Inserito da Golfonetwork sabato 18 aprile 2015 alle 19:23 -

Cittadinanzattiva: Lettera aperta della segreteria regionale sulla scuola

AL PRESIDENTE DELLA REGIONE CAMPANIA NAPOLI
AL PREFETTO DI    NAPOLI
AL PREFETTO DI AVELLINO
AL PREFETTO DI SALERNO
AL PREFETTO DI BENEVENTO
AL PREFETTO DI CASERTA
AL DIRIGENTE DELL'UFFICIO SCOLASTICO REGIONALE  CAMPANIA  NAPOLI

OGGETTO: Appello di Cittadinanzattiva Campania Onlus per la messa in  sicurezza  degli edifici scolastici di ogni ordine e grado compresi impianti     arredi e dotazione funzionali alla salvaguardia della incolumità e della salute della popolazione studentesca e del personale docente e non docente del territorio regionale mediante certificazione dell'indifferibilità degli interventi attraverso una nuova ricognizione,da parte degli Enti interessati, che costituisce "estrema urgenza"  nel senso richiesto dall'art.9 del Decreto Legge 12.09.2014  Nr.133, in vigore dal 13.9.2014, convertito con modifiche l.11.11.2014 n.164.

Ill.me Autorità
l'episodio, riportato dagli organi di stampa nella giornata di ieri, dell'ennesimo crollo di intonaco e calcinacci  che hanno investito due alunni  ed una maestra durante l'attività didattica  nella scuola Pessina di Ostuni, impone a questo movimento civico di chiedere un autorevole intervento delle S.V.  per prevenire, impedire e scongiurare  l'eventualità che analoghi episodi  avvengano o si ripetano   anche nel territorio della  Campania  tenuto conto  dello stato di manutenzione e conservazione  degli edifici scolastici di ogni ordine e grado.
Prescindendo dalle cause e responsabilità del caso specifico, che sono tutte da verificare, a noi preme di stigmatizzare la tolleranza delle Istituzioni che, pur avendo  precise e dirette responsabilità in materia di sicurezza nell'ambito delle scuole, anche in presenza di evidenti e tangibili pericoli  nei plessi scolastici, non si adoperano in modo ancora più risolutivo per impedire possibili incidenti. Si ha la percezione che nella priorità delle scelte  la tutela dell'incolumità della popolazione scolastica sia secondaria  rispetto alla istruzione quando invece entrambe  sono  imprescindibili. "Questo non può e non deve accadere"
Urge  una tangibile risposta alla legittima  richiesta dei genitori che, chiamati ad assolvere all'obbligo e al dovere educativo e formativo dei loro figli,  desiderano e sperano per  questi  una scuola  sicura ed accogliente.
Da qui discende il nostro appello alle S.V., affinché nella loro qualità di alti rappresentanti  dello Stato, preposti a tutelare e garantire le condizioni di  sicurezza, igiene ed accoglienza degli ambienti scolastici   e più in generale della crescita del benessere del cittadino a livello del territorio Regionale e Provinciale,  intervengano  senza ulteriore indugio sui Direttori Generali delle ASL, Presidenti di Provincia, Sindaci, Dirigenti Uffici Tecnici Provincia e Comuni, Dirigenti Scolastici Provinciali, Presidi Scuole secondarie di secondo grado e Dirigenti Istituti Comprensivi. Tanto  al fine di stimolarli a  fornire un ulteriore apporto, nella loro rispettiva  e più diretta responsabilità di funzione, finalizzato  a  porre in essere tutti quei non più rinviabili  provvedimenti contingibili   per  eliminare di fatto ogni concreto e attuale  pericolo  per l'incolumità della popolazione scolastica derivante  dalle criticità di manutenzione e conservazione  oggettivamente riscontrabili sui  plessi scolastici del territorio campano.  
Certi di  un positivo riscontro , che si spera tempestivo, porgiamo cordiali saluti.
Napoli  15 aprile 2015. 
(Cittadinanzattiva -  Il Segretario Regionale Nando Iavarone)


Inserito da Golfonetwork giovedì 16 aprile 2015 alle 16:12 -

Special: telegiornale regionale



Special n.2 del 2015
Conduce Katiuscia Laneri
www.telearcobaleno1.it


Inserito da Golfonetwork lunedì 13 aprile 2015 alle 21:14 -

Napoli: rapporto immigrazione e imprenditoria 2014



Fare clic sull'immagine per ingrandire


Inserito da Golfonetwork lunedì 13 aprile 2015 alle 12:55 -

Fuori Regione: Corigliano Calabro (Cs), convegno sulla filiera ittica
Fare il punto sulle strategie da intraprendere per tutelare e salvaguardare la filiera ittica e l'intero sistema economico proveniente dal mare. Era questo l'obiettivo del convegno dal titolo "La pesca tradizionale nella nuova Programmazione Comunitaria e le nuove opportunità", che ha avuto luogo ieri pomeriggio a Corigliano, in provincia di Cosenza. Manifestazione vissuta sul  confronto attivo con le associazioni di marineria locali, i rappresentanti di forze economiche e sociali e gli esponenti istituzionali per affrontare le problematiche di settore legate ad una ormai nota sfavorevole congiuntura economica e per proporre soluzioni tese a valorizzare il comparto. L'evento, organizzato in collaborazione con il Gruppo Pd della Camera dei Deputati, ha visto come relatori i referenti delle associazioni di settore nazionali e locali (Federcoopesca, Lega Pesca, Agci Pesca) e rappresentati del governo regionale, su impulso del capogruppo Nicodemo Oliverio e della responsabile nazionale del Pd per la pesca e l'acquacoltura, on. Laura Venittelli. Un tema molto sentito e dibattuto nelle oltre tre ore di discussione e confronto, che hanno visto un pubblico numeroso e attento come non mai, sensibile per ragioni sociali, culturali ed economiche sulle tematiche legate alla crisi della pesca, alla difficoltà di adempiere alle restrittive norme comunitarie in materia, alla necessità di far sentire forte la voce della categoria sia a livello nazionale che internazionale. I rappresentanti nazionali e regionali di Federcoopesca, Legapesca e Agci Pesca, e le rappresentanze sindacali della Cisl e della Cgil hanno portato al dibattito le richieste e le esigenze dei pescatori calabresi, costretti a subire le conseguenze della crisi economica e delle tante direttive comunitarie che hanno minato i consumi, e caratterizzate soprattutto le difficoltà di un settore che è attraversato da tensioni fortissime, che ora ha bisogno di risposte e di certezze per il futuro. L'on. Nicodemo Oliverio, capogruppo Pd in Commissione agricoltura della Camera, tra gli organizzatori dell'evento calabrese, ha fortemente chiesto una più forte attenzione delle istituzioni regionali, nazionali e comunitarie, verso un settore strategico per l'economia di una regione fortemente penalizzata qual è la Calabria.
Per Oliverio, i pescatori calabresi hanno bisogno di interlocutori credibili e disponibili, di una forte rappresentanza al livello europeo che sappia garantire le esigenze di quanti vivono da decenni grazie alla pesca. L'impegno di Oliverio è stato quello di monitorare costantemente quanto accade nei diversi livelli di governo del settore, per poi ritrovarsi fra un anno per verificare i risultati. La responsabile nazionale del Pd delle Politiche della pesca e dell'acquacoltura, on. Laura Venittelli, ha affermato come le regole dell'Ue continuino a creare problemi al settore ittico italiano. Non solo, ma che diventa sempre più importante far sentire la voce del Parlamento e del Governo italiano all'interno delle istituzioni comunitarie. Ha inoltre dato la disponibilità sua ad ascoltare le richieste delle categorie interessate, con l'impegno a migliorare i provvedimenti che regolano il settore che in questo momento vive una crisi molto grave. In particolare, ha ribadito l'onorevole Venittelli, è stato chiesto al governo da parte del gruppo Pd in Commissione agricoltura un impegno immediato e concreto a verificare la fattibilità del programma sperimentale,  presentato dall'Alleanza delle cooperative, sulla pesca del Rossetto ed una diversa  distribuzione  delle nuove quote del tonno per consentire,  in questo settore, l'eventuale riconversione delle ferrettare in palangari. Infine, al governo regionale l'impegno  alla costituzione  dell'osservatorio,  cosiddetto tavolo blu. I rappresentati delle istituzioni regionali e nazionali hanno ascoltato la voce e le proposte dei pescatori, che hanno denunciato i gravi ritardi, mentre i pescatori non possono attendere altro tempo senza una soluzione ai gravi problemi del comparto. E' la prima volta che in Calabria si tiene una iniziativa sulla pesca di questo livello, con tanto pubblico, tanta partecipazione al confronto, tanta disponibilità da parte delle istituzioni a garantire ascolto e risposte ai problemi di un settore che ha bisogno  di un profondo cambiamento e di nuove e più certe regole per il suo funzionamento. Momento di assoluto rilievo che si è chiuso con gli interventi dei Consiglieri regionali Mimmo Bevacqua e Mauro D' Acri e con gli impegni assunti dall'assessore regionale al Lavoro e alle Attività produttive Carlo Guccione e dal sottosegretario di stato alla Pesca Giuseppe Castiglione.
Inserito da Golfonetwork sabato 11 aprile 2015 alle 20:43 -

Napoli prima città al Sud con defibrillatori a bordo

L'Associazione Onlus Carmine Speranza formera' il personale
Metro e funicolari cardioprotette. Il capoluogo partenopeo fa da apripista in materia di sicurezza e salute dei passeggeri a bordo. Napoli infatti sarà la prima città del Sud ad avere defibrillatori sui mezzi pubblici.
Il progetto salvavita promosso dall'Assessorato alla Mobilità del Comune di Napoli e curato dall'Anm prevede in una prima fase di dotare di 10 defibrillatori le principali stazioni della linea 1 della metropolitana (Garibaldi, Vanvitelli, Museo, Toledo, Piscinola, Chiaiano), le stazioni superiori della Funicolare Centrale e di Montesanto, il capolinea bus di via Brin e il parcheggio del Centro Direzionale con l'obiettivo finale di coprire l'intero sistema dei trasporti. Il servizio - presentato oggi nella Sala Giunta di Palazzo San Giacomo - partirà tra tre mesi non appena saranno formate 250 unità scelte tra il personale addetto Anm con una sessione di 8 ore di corso.
"In base agli attuali dati scientifici ogni anno a Napoli circa mille persone muoiono di arresto cardiaco" ha affermato il dott. Antonio Lettieri direttore e consulente scientifico dei corsi di formazione. Non pochi i casi registrati sui mezzi pubblici. A Napoli nel 2014 tra bus, metrò, tram e funicolari in totale 3 decessi, 120 malori e 70 chiamate al 118.
"La possibilità di sopravvivenza diminuisce del dieci per cento ogni minuto che passa. Possibilità che invece si eleva fino al quaranta per cento - ha aggiunto Lettieri - se gli astanti intervengono con la combinazione di manovre di rianimazione cardiopolmonare di base e l'uso dei defibrillatori semiautomatici nei primi 4 minuti". Lo sa bene Alfonso Speranza che cinque anni fa a causa di un arresto cardiaco ha perso il figlio Carmine su un campo di calcio che oggi porta il suo nome come l'associazione fondata da suo padre che terrà lezione di supporto di base delle funzioni vitali e defibrillazione precoce agli addetti dell'Anm. "Mio figlio aveva 23 anni e quel giorno maledetto - ha raccontato - nessuno sapeva cosa fare.
L'autoambulanza arrivò dopo 22 minuti e da questo tragico evento abbiamo scelto di diffondere la cultura del pronto soccorso, del massaggio cardiaco e dell'uso del defibrillatore". Ad oggi l'Associazione Carmine Speranza ha formato oltre 3mila persone in Campania che a loro volta hanno salvato sette vite umane. "E' un'iniziativa che vuole migliorare - ha commentato l'amministratore unico dell'Anm, Alberto Ramaglia - la qualità della vita di chi ci dà fiducia scegliendo di muoversi con i mezzi pubblici e che ci porterà ad adeguarci agli standard europei". A Londra infatti i defibrillatori nelle stazioni metro esistono dal 1999.
(Associazione Onlus Carmine Speranza)

Inserito da Golfonetwork sabato 11 aprile 2015 alle 13:26 -

Ance Salerno: Risparmio energetico, Campania in ritardo

Risparmio energetico, Campania in ritardo
L'analisi conferma l'urgenza di interventi migliorativi
La spesa media delle famiglie potrebbe diminuire di circa 1.200 euro annui attraverso interventi di efficientamento degli edifici. Il presidente Lombardi: "Subito un piano di comunicazione per informare gli utenti sui vantaggi derivanti dagli sgravi fiscali previsti per chi ristruttura".
In Campania la spesa media per i consumi energetici su base annua potrebbe decrescere di circa 1.200 euro (1.152,6 €), se i proprietari di appartamenti (superficie considerata 100 m2) attivassero interventi di efficientamento in grado di fare scattare il passaggio dalla classe a maggiore dispersione (G) a quella con più capacità di trattenere il calore prodotto. L'elaborazione del Centro Studi ANCE Salerno prende spunto dai dati Istat ("I consumi energetici delle famiglie - anno 2013") diffusi nel mese di dicembre 2014. In base a questa rilevazione la spesa media per consumi energetici delle famiglie in Campania ammonta a 1.356 €. Se si considera tale parametro - considerando che la maggioranza delle abitazioni presenti sul territorio regionale si trova in classe "G" - e si attuano interventi tali da ridurre i consumi al livello di quelli previsti per la classe "A", si ottiene un risparmio dell'85%. In termini assoluti il passaggio di un appartamento di 100 m2 dalla classe "G" alla classe "A" potrebbe ridurre il consumo di gasolio da 1.356 € a 203.4 € in dodici mesi, con un risparmio di 1.152,6 €. È evidente che, aldilà dell'ipotesi messa a fuoco, anche procedendo in maniera più graduale (traghettando, cioè, gli appartamenti in classe "G" verso le classi immediatamente superiori) si conseguirebbero, in ogni caso, risparmi significativi: dalla classe G alla classe F il 20%; dalla classe F alla classe E il 25%; dalla classe E alla classe D il 25%; dalla classe D alla classe C il 22,2%; dalla classe C alla classe B il 28,6%; dalla classe B alla classe A il 40%.

LA SPESA MEDIA DELLE FAMIGLIE PER CONSUMI ENERGETICI
In Campania se si va a scomporre la percentuale complessiva della spesa per i consumi energetici su base annua, si individua l'energia elettrica (45,9%) come principale fonte di alimentazione, seguita da: metano (33,3%); gasolio (1,3%); GPL (11%); legna o pellet (8,5%). Sul piano della spesa media complessiva delle famiglie va detto che il valore di 1.356 € è nettamente al di sotto della media Italia (1.635 €) anche, naturalmente, in considerazione delle caratteristiche climatiche che connotano la regione. I consumi più alti, infatti, si localizzano in Valle d'Aosta (2.000 €); Emilia Romagna (1.916 €); Veneto (1.898 €); Lombardia (1.823 €); Piemonte (1.822 €); Friuli Venezia Giulia (1.780 €).

LO SCENARIO NAZIONALE
Nel 2013, è scritto nel report Istat, le famiglie hanno complessivamente speso per consumi energetici oltre 42 miliardi di euro, con una spesa media per famiglia pari a 1.635 euro. La spesa per consumi energetici delle famiglie è - come si diceva - più elevata al Nord e più contenuta nel Mezzogiorno, con un differenziale che supera i 400 euro. Bisogna, poi, aggiungere che "la spesa media annua cresce in ragione sia del numero dei componenti della famiglia sia della loro età. Una famiglia monocomponente giovane spende in media circa 650 euro in meno rispetto a una coppia con 3 o più figli".

GLI INVESTIMENTI DELLE FAMIGLIE
Secondo la fotografia scattata dall'Istat gli investimenti dichiarati dalla famiglie per conseguire quote di risparmio energetico negli ultimi cinque anni si sono concentrate soprattutto nell'ambito della riduzione delle spese per l'energia elettrica. Il 21% di questi investimenti è stato destinato al contenimento delle spese di riscaldamento dell'abitazione; il 15% per il riscaldamento dell'acqua ed il 10% per il condizionamento.

L'UTILIZZO DEGLI IMPIANTI
L'Istat sottolinea che l'87% delle famiglie "tiene in funzione quotidianamente gli impianti di riscaldamento dell'abitazione durante la stagione invernale", ma all'interno dell'87% si oscilla dal 98% della provincia di Bolzano al 62% della Sicilia".
Va aggiunto che la frequenza di utilizzo "è direttamente connessa al tipo di impianto: gli impianti centralizzati, regolati a livello condominiale, sono più sistematicamente in funzione tutti i giorni (96,4%), diversamente dagli autonomi (86,9%) e dagli apparecchi singoli (76,8%), la cui accensione viene stabilita direttamente dagli utilizzatori".
 
Il commento del presidente Ance Salerno Antonio Lombardi
"Il quadro che emerge dall'analisi elaborata sulla base del report Istat - dichiara il presidente di ANCE Salerno Antonio Lombardi - evidenzia le potenzialità legate alle dinamiche di efficientamento energetico delle abitazioni in Campania. Si tratta di un'importante opportunità di contenimento della spesa familiare che potrebbe riflettersi in maniera virtuosa sia sul versante del miglioramento della qualità ambientale dei nostri territori, che sul fronte della ripartenza di un settore strategico come quello dell'edilizia e della filiera connessa. Stiamo parlando - continua Lombardi - di risparmi nell'ordine di circa 1.200 euro. Sono cifre in grado di incidere in maniera sostanziale sulla quotidianità dei cittadini campani". "Va, inoltre, aggiunto - conclude Lombardi - che la famiglie possono usufruire di benefici fiscali estremamente importanti. Ma manca ancora il tassello principale: è urgente attivare una campagna di comunicazione pubblica efficace, in grado di spiegare tutti i vantaggi che possono scaturire dalla realizzazione di lavori di efficientamento energetico. ANCE Salerno è pienamente disponibile a collaborare con Enti ed Istituzioni che decideranno di impegnarsi per sollecitare un miglioramento generale del quadro complessivo delle classi di riferimento delle abitazioni".

LA SCHEDA
LA RIQUALIFICAZIONE ENERGETICA
La legge di stabilità 2015 (legge 23 dicembre 2014, n. 190) ha prorogato al 31 dicembre 2015, nella misura del 65%, la detrazione fiscale per gli interventi di riqualificazione energetica degli edifici.
Nella stessa misura è prevista anche la detrazione per gli interventi sulle parti comuni degli edifici condominiali e per quelli che riguardano tutte le unità immobiliari di cui si compone il singolo condominio.
Dal 1° gennaio 2016 l'agevolazione sarà invece sostituita con la detrazione fiscale (del 36%) prevista per le spese relative alle ristrutturazioni edilizie.
La legge di stabilità 2015 ha inoltre:
- aumentato dal 4 all'8% la percentuale della ritenuta d'acconto sui bonifici che banche e Poste hanno l'obbligo di operare all'impresa che effettua i lavori;
- esteso l'agevolazione ad altre tipologie di interventi. In particolare, dal 1° gennaio 2015 al 31 dicembre 2015 si può usufruire della detrazione anche per l'acquisto e la posa in opera di:
  schermature solari, nel limite di 60.000 euro
  impianti di climatizzazione invernale dotati di generatori di calore alimentati da biomasse combustibili, nel limite di 30.000 euro.
Un'altra novità è stata introdotta dall'art. 12 del decreto sulle semplificazioni fiscali (decreto legislativo 21 novembre 2014, n. 175), che ha eliminato l'obbligo di inviare la comunicazione all'Agenzia delle Entrate per i lavori che proseguono per più periodi d'imposta.
Infine, altre importanti disposizioni intervenute negli ultimi anni sono:
- la modifica del numero di rate annuali in cui deve essere ripartita la detrazione (dal 2011 è obbligatorio, infatti, ripartire la detrazione in dieci rate annuali di pari importo);
- l'esonero dall'obbligo di presentazione dell'attestato di certificazione (o qualificazione) energetica per la sostituzione di finestre, per l'installazione dei pannelli solari e per la sostituzione di impianti di climatizzazione invernale;
- l'eliminazione dell'obbligo di indicare separatamente il costo della manodopera nella fattura emessa dall'impresa che esegue i lavori.
(Fonte: Agenzia delle Entrate, Guida alle agevolazioni per il risparmio energetico, gennaio 2015)
Salerno, 11 aprile 2015
(Ance Salerno - L'Ufficio stampa)

Inserito da Golfonetwork sabato 11 aprile 2015 alle 12:57 -

Campania, Anas: limitazioni sulla SS7 “Appia” in provincia di Avellino

L’Anas comunica che nei giorni 8, 9, 10 e 13 aprile 2015, dalle ore 8,00 alle ore 17,00, sarà istituito il senso unico alternato in corrispondenza del km 311,259 della strada statale 7 “Appia”, in provincia di Avellino. Il provvedimento si rende necessario per consentire le attività di manutenzione del viadotto “Candida” e, in particolare, il riposizionamento del cavo Telecom ai margini della carreggiata, in direzione Lioni. Nel tratto stradale sarà in vigore il limite di velocità a 30 km/h e il divieto di sorpasso. L’Anas raccomanda agli automobilisti prudenza nella guida.
(Gioia Gianluca)

Inserito da Golfonetwork mercoledì 8 aprile 2015 alle 16:46 -

Ance Salerno: In Campania per un´opera pubblica occorrono 5 anni

I DATI ELABORATI DALLA SVIMEZ SULLA LENTEZZA DEI PERCORSI AMMINISTRATIVI
IN CAMPANIA PER UN'OPERA PUBBLICA OCCORRONO 5 ANNI
Per la realizzazione delle infrastrutture finanziate dalle politiche di coesione la forbice tra Nord e Sud è pari a 3 anni e 4 mesi. Particolarmente critica per lungaggini e macchinosità si rivela la fase della progettazione preliminare. Il presidente Lombardi: "Situazione insostenibile: anche 14 anni e mezzo per il completamento di un'opera di importo superiore a 100 milioni di euro. Le maggiori penalizzazioni ricadono sulle spalle della filiera delle costruzioni".
In Campania per realizzare un'opera pubblica finanziata dalle politiche di coesione sono necessari mediamente cinque anni (media Italia 4 anni e 5 mesi). La nostra regione si colloca, insieme con la Liguria (5 anni) tra le ultime tre (preceduta da Sicilia, 6,9 anni e Basilicata 5,8) in questa specifica graduatoria estrapolata dalla Svimez dallo studio sul tema: "I tempi di attuazione e di spesa degli interventi infrastrutturali delle politiche di coesione" di Carla Carlucci, Fabio De Angelis e Maria Alessandra Guerrizio, pubblicato sulla "Rivista economica del Mezzogiorno", trimestrale della Svimez edito da Il Mulino e diretto da Riccardo Padovani.
La regione più virtuosa da questo punto di vista è l'Emilia Romagna (3,8 anni), mentre quella più lenta è la Sicilia (7 anni). Ma non mancano alcune sorprese, come la Calabria che, con la media di 4,2 anni, supera il Veneto (4,6) ed il Friuli (4,7). Lo studio ha preso in considerazione la dinamica dei tempi di attuazione e di spesa di circa 35.000 opere pubbliche finanziate con misure che fanno riferimento alla politica di coesione nazionale ed europea nel periodo 1999-2013 per un valore complessivo superiore ai 100 miliardi di euro. E' significativo evidenziare che una percentuale molto consistente di questi finanziamenti si concentra nelle regioni meridionali: Calabria (17,6%); Puglia (12%); Campania (11,6%) e Sicilia (oltre 10%). Sotto il profilo dell'individuazione degli enti attuatori risulta che poco meno della metà (15.621) sono Comuni al di sotto di 50.000 abitanti, mentre 1.829 interventi sono stati gestiti da Comuni con popolazione superiore ai 50.000 abitanti. Le Province hanno promosso 1.889 interventi, le Regioni 1.337 ed i gestori di rete 2.250. In capo ai Ministeri risultano 914 interventi.

LA CAMPANIA
È interessante entrare nel merito dei cosiddetti tempi di attraversamento che a livello nazionale pesano per il 61% sui tempi complessivi di attuazione. Gli autori della ricerca hanno individuato cinque fasi inerenti un'opera pubblica: progettazione preliminare, definitiva, esecutiva, affidamento ed esecuzione dei lavori. Grande attenzione è stata dedicata all'analisi dei ritardi che si accumulano soprattutto nei tempi di "attraversamento": tempi che - è scritto in una nota della Svmez diffusa il 31 marzo scorso - rallentano l'iter dell'opera" impendendole di passare alla fase successiva per i motivi più diversi (attese di finanziamenti o di decisioni da parte di Enti differenti dall'Ente attuatore; pronunce e sentenze dell'Autorità Giudiziaria o altri incidenti di percorso). In Campania le tre fasi relative alla progettazione (preliminare, definitiva ed esecutiva) richiedono 2 anni e 6 mesi di attività. Le procedure di affidamento assorbono 8 mesi, mentre l'esecuzione vera e propria dei lavori si concentra in 1 anno e 6 mesi, per un totale complessivo di 5 anni. Praticamente, in media, 7 mesi in più rispetto all'indicatore che emerge a livello nazionale. Ma i tempi di attesa nelle fasi di progettazione ed affidamento dei lavori al Sud arrivano a pesare - sui tempi complessivi - addirittura per circa il 65%. Il momento più "complesso" è quello della progettazione preliminare dove, nella media nazionale, il peso arriva a sfiorare il 75%. La Svimez segnala, inoltre, che i ritardi sono direttamente proporzionali al costo dell'opera: in quelle di importo superiore a 100 milioni di euro pesano per il 45% del tempo totale, mentre per le opere al di sotto dei 100.000 euro arrivano a pesare per il 72%.
Se, invece, si analizzano i tempi complessivi di attuazione (a livello nazionale), le opere di importo inferiore ai 100.000 euro impiegano in media quasi 3 anni per giungere a compimento, mentre quelle di importo superiore ai 100 milioni di euro superano in media i 14 anni e mezzo.

TEMPI DI ATTUAZIONE NEI SINGOLI SETTORI DI INTERVENTO
A livello settoriale al Sud gli interventi che richiedono tempi di attuazione più dilatati (7,2 anni) riguardano quelli che rientrano nell'ambito della categoria trasporti, seguiti da quelli inerenti le risorse idriche (5,6 anni), le strade (5,1 anni); lo smaltimento reflui e rifiuti (5 anni); cultura e servizi ricreativi (5 anni). Nel segmento critico della difesa del suolo occorrono 4,1 anni per la realizzazione di un'opera, mentre tutti gli interventi che fanno riferimento alla filiera dell'edilizia si compiono in media in 3 anni e mezzo.
 
L'AFFIDAMENTO DEI LAVORI
Tra le criticità più rilevanti per il Sud si configurano quelle legate al percorso di affidamento dei lavori. Rispetto alla media nazionale sforano i tempi abbondantemente Calabria (+15%), Puglia (+21%) e Basilicata (+31%). Ma addirittura quasi raddoppiano rispetto al tempo medio necessario a livello nazionale Sicilia e Campania (+48%). Situazione molto difficile anche per i tempi dell'esecuzione dei lavori: sforano la media nazionale in maniera ampia la Campania (+12,6%), il Lazio (+18%) e l'Abruzzo (+24%). Ma c'è chi fa peggio: nella fase di esecuzione dei lavori raddoppia i tempi la Basilicata (+51%). Sorprende anche in questo caso la Calabria che, invece, accelera (-4,8%).
Per quanto concerne il completamento della spesa la Campania rientra tra le regioni del Mezzogiorno (con Molise e Puglia) che riescono a contenere i tempi in valori inferiori alla media nazionale.
Alla chiusura dei cantieri (per attività amministrative successive alla fine dei lavori) al Sud resta ancora da spendere il 32%, 4 punti percentuali in più rispetto alla media nazionale del 28% del costo totale dell'opera. Al Nord il residuo si attesta al 22%: ben 10 punti percentuali al di sotto della media delle regioni del Mezzogiorno. Va aggiunto che - come segnala sempre la Svimez - "più i progetti sono piccoli più si è lenti a spendere: a livello nazionale nei progetti di importo inferiore ai 100.000 euro a cantieri chiusi resta da spendere ancora il 49% del totale, contro il 14% dei progetti di importo superiore ai 100 milioni di euro". Per quanto riguarda più specificamente l'esecuzione dei lavori nell'edilizia la spesa rimanente si attesta intorno al 25%.

IL COMMENTO DEL PRESIDENTE DI ANCE SALERNO ANTONIO LOMBARDI
"Lo studio della Svimez - dichiara il Presidente di  ANCE Salerno Antonio Lombardi - dimostra con estrema chiarezza l'incapacità degli Enti pubblici di valutare con esattezza i tempi della spesa relativi alla realizzazione di opere pubbliche. La complessità dei percorsi amministrativi si riflette in maniera esponenziale sull'aumento dei costi derivanti dall'allungamento all'infinito dei tempi. In questo modo - continua Lombardi - si generano contenziosi infinitamente lunghi che aumentano i costi delle imprese e dello Stato. E' un cane che si morde la coda: da un lato i soggetti attuatori dilatano i tempi ed aumentano i costi; dall'altro lo Stato deve fare fronte alla crescita delle risorse da reperire per il completamento di opere che restano incompiute per decenni".
"Occorre - conclude Lombardi - procedere in maniera urgente alla semplificazione delle procedure soprattutto nella fase della progettazione e dell'affidamento dei lavori: il 61% della durata complessiva della realizzazione di un'opera si perde proprio per mettere a punto il progetto e l'affidamento. Per non parlare del tempo perso nella progettazione preliminare. Senza mettere mano a nuove procedure più efficaci e più rapide, sarà veramente difficile immettere liquidità nei circuiti economici e produttivi dei singoli territori. Ancora una volta deve essere ribadito che non esiste un problema di risorse, ma soltanto una gravissima criticità della capacità di spesa".
Salerno, 4 aprile 2015
(Ance Salerno - L'Ufficio stampa)

Inserito da Golfonetwork sabato 4 aprile 2015 alle 10:39 -

Trasporti: comunicato Sindacato OR.S.A. Autoferro - TPL Campania
Come ogni anno, alla vigilia delle Festività Pasquali, ed in particolare del Lunedì in Albis, cresce il timore da parte dei lavoratori del Trasporto Pubblico Locale di dover passare l’ennesima giornata campale, perché esposti, sul proprio posto di lavoro (nelle stazioni, sugli autobus, sui treni), alle oramai consuete violenze da parte di quei pseudoviaggiatori che approfittano di questi giorni per sfogare le proprie pulsioni barbare minacciando, aggredendo, vandalizzando o addirittura tenendo in ostaggio centinaia di persone perché bloccano un treno al di fuori delle stazioni, danneggiandolo al punto tale che non può proseguire la corsa e mostrando al mondo intero un’immagine degradata e degradante del nostro paese. Come ogni anno il Sindacato OR.S.A. chiede con forza alle istituzioni, Regione Campania, Prefettura e Questura, il supporto e la protezione delle Forze dell’Ordine per consentire a chi viaggia ed a chi lavora di poterlo fare in tranquillità e soprattutto in sicurezza, perché non si trasformi in tragedia una giornata di festa.
(Segreteria Regionale Sindacato OR.S.A. Autoferro-TPL Campania)
Inserito da Golfonetwork venerdì 3 aprile 2015 alle 22:30 -

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