Il 28 luglio 1976, una sentenza della Corte Costituzionale sanciva la legittimità delle trasmissioni radiofoniche private . Cominciava l'era della libertà d'antenna. Finito il monopolio della radio di Stato, l'etere era libero. Erano i ragazzi della porta accanto che divenivano famosi, tra cui Tonino Luppino, con le sole armi dell'entusiasmo e delle idee. Cominciava, finalmente, a soffiare un vento nuovo. La Radio libera è stata il primo vero progetto di libertà, democratica e realmente interattiva, nata e gestita dal "basso" mettendo tutti sullo stesso piano e con la stessa possibilità di comunicare, sviluppatasi per una reale esigenza di comunicazione tra persone. I ragazzi di radio Sapri, improvvisandosi D.J., conduttori, giornalisti, tecnici, hanno pagato questa libertà con la loro passione , passando mesi, addirittura anni, in queste piccole strutture, a volte locate in scantinati o in microappartamenti, con i contenitori delle uova attaccate alle pareti per creare una insonorizzazione. Radio Sapri era anche questo, una piena, totale, appagante libertà, di dire, di fare, di essere quel che si voleva dire, fare ed essere. Sembra una favola per chi non ha vissuto quel periodo, ma posso assicuravi che è la realtà, non solo perché l'ho vissuta, ma perché mi ha formato, mi ha educato ad una visone della gente che mi è intorno meno superficiale, una realtà che mi ha fatto capire quanto forte sia in noi il bisogno di comunicare, di sentici gli altri vicino. Noi giovani dell'epoca eravamo spinti dall'entusiasmo tipico della nostra età e soprattutto dalla voglia di comunicare e stare insieme, applicando un principio che allora non conoscevamo ma che faceva parte di noi stessi e solo dopo si scoprì essere contenuto nell'art. 21 della Costituzione del nostro Paese: "tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione-". I ragazzi di radio Sapri hanno creato tutto questo, che è rimasto e rimarrà nella storia d'Italia , ed a Sapri hanno "fatto la Radio": non sono stati i migliori, neppure i peggiori, ma ci sono stati! Possiamo dire lo stesso dei ragazzi di oggi ? (Giovanni Pascale)
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