Lettera aperta a Giulio Cammarosano, neo Assessore alle Politiche di Sviluppo e del Lavoro del Comune di Sapri.
Caro Giulio, lascia che mi complimenti con te per questa tua nuova nomina ad amministratore saprese, che ti vede impegnato – stavolta – nel difficilissimo ruolo di stratega. Sì, perché è di strategie di sviluppo del territorio ciò di cui ti occuperai; ovvero, delle soluzioni che dovranno essere adottate per tirar fuori dalle secche la nave Sapri. I miei complimenti (da grande estimatore dell’uomo) si combinano con l’augurio di buon lavoro che mi sento di farti a titolo personale e come componente del Direttivo del Gruppo Sapri Cantiere Aperto (già competitore elettorale in ragione dell’apparentamento con Insieme per Sapri). Al di là delle cause e delle responsabilità oggettive (la congiuntura planetaria) e di quelle personali dei vari amministratori che si sono succeduti (recenti, passati e remoti) che – sono convinto – andranno a foraggiare ancora a lungo le contrapposizioni sui vari blog, l’aspetto che mi preme sottolineare e - in qualche modo – sollecitare ai fini di una utile discussione è quello che investe la scelta del modello di sviluppo possibile per Sapri; un modello, la cui strutturazione non potrà e non dovrà essere sottratta (in questa fase) ad una accurata e profonda analisi, oltre all’attento ascolto dell’intero universo cittadino. Tutti partecipi, ciascuno con la propria visione e la propria sensibilità. A te, Giulio, il compito di fare sintesi e, dunque, proposta. La grave crisi che viviamo è un fardello assai pesante che grava da tempo ormai sulle spalle già deboli di questa comunità, con tutte le conseguenze che quotidianamente ci vedono testimoni preoccupati. Tuttavia, essa è anche una importante opportunità per rilanciare l’economia di Sapri e del Golfo di Policastro a patto che si riesca a proporre nuovi modelli di sviluppo che sappiano orientare investimenti, produzioni e consumi in una direzione completamente diversa da quella sin qui seguita. Sarebbe miope, ancorchè deleterio, pensare di fronteggiare questa profonda crisi con le stesse “ricette” che hanno portato il paziente sull’orlo del baratro. L’imperativo è cambiare!!! Cambiare scegliendo, con coraggio e determinazione, strade nuove da intraprendere, con l’impegno a ricercare e ad applicare modelli di sviluppo basati su: sostenibilità ambientale (che non significa, come da qualcuno ipotizza, l’azzeramento di opere edilizie pubbliche e private); qualità delle politiche sociali; salvaguardia dei diritti, soprattutto dei più deboli (bambini, donne, disadattati, portatori di handicap); lotta decisa all’evasione e all’elusione fiscale; un nuovo modo di produrre (Turismo, nel nostro caso) e di consumare (con le buone pratiche di orientamento, ma anche di contrasto agli sprechi). L’aspetto sul quale voglio, brevemente, incentrare questa mia breve missiva è quello che riguarda la “produzione di turismo” a Sapri; e lo faccio volendo seppellire (e spero di trovare molta condivisione tra i lettori) una volta per tutte il vecchio modello che ha propinato per una vita intera <sole, mare e spiaggia…spiaggia, mare, sole. Il tutto inframmezzato da chilometriche vasche, su e giù per la prima e la seconda passeggiata>. E’ così da oltre mezzo secolo, tutto maledettamente uguale a sé stesso; un turismo “decrepito” che non ha mai saputo rigenerare le proprie cellule, fino allo stato comatoso in cui versa oggi. Ripensare al turismo a Sapri vuol dire edificare ex-novo un modello economico e sociale che sappia creare “valore”, che sappia spostare il fulcro dei consumi dai prodotti alle esperienze; dalla cosiddetta gratificazione materiale a quella emotiva, di relazioni…culturale. La CULTURA, il più immateriale dei beni immateriali, potrebbe (dovrà) essere il principale alimento con cui Sapri sceglierà di nutrire – per gli anni a venire - i turisti, e anche i suoi figli; il sole, il mare, la spiaggia dovranno essere il piatto di contorno di un pasto che saprà saziare i palati più esigenti. La cultura, con i suoi mille volti e i suoi splendidi abiti potrà rappresentare la nostra Naomi Campbell, che faremo sfilare con orgoglio sulle più importanti passerelle d’Italia e del mondo. Operare attraverso la cultura per generare sviluppo (benessere, progresso, crescita armonica del territorio e dei suoi attori) implica una precisa assunzione di responsabilità politica dell’uomo-amministratore Giulio, che sarà “costretto” a selezionare (grazie a Dio) ciò che è cultura da ciò che cultura non è (ovvero che non porta testimonianza di civiltà). L’impegno nella cultura richiede grande applicazione e rigore, oltre ad una massiccia dose di flessibilità che spinge l’uomo verso orizzonti e ambiti di conoscenza sempre nuovi e a volte inesplorati. Impegnarsi nella cultura significa anche, e soprattutto, essere pervasi dallo spirito della ricerca, pronti comunque a farsi trasportare (travolgere) dalle tante dimensioni del sapere. Giulio, se tu dovessi scegliere (me lo auguro di cuore) di farti guidare dalla cultura (la stessa di cui ti pregni) nella definizione di questo nuovo modello di sviluppo turistico, avrai contribuito a gettare le basi per la costruzione di sistema virtuoso che saprà in poco tempo contagiare tutte le altre realtà del Golfo di Policastro; al quale sapranno guardare con attenzione ed interesse una parte di quei molti milioni di persone nel mondo che scelgono di viaggiare (fortunatamente non tutti a Luglio o Agosto) e di visitare l’Italia per soddisfare la loro fame di cultura. Caro Giulio, è vero che la sfida è ardua ma è anche straordinariamente affascinante da cogliere e rilanciare. Buon lavoro a te, al Sindaco Giuseppe Del Medico e a tutta la squadra di governo. Rocco Cantisani (Portavoce di Sapri Cantiere Aperto)
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