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Lettera aperta di Carlo Faraco al Presidente del Consiglio dei Ministri

Al sig. presidente del Consiglio dei Ministri
prof. Mario Monti
Palazzo Chigi
00188 Roma

Sig.Presidente,
nell'augurare un buon lavoro a lei ed a tutto il suo governo, nel contempo esprimo preoccupazione per lo stato di malessere che registro ovunque dalla popolazione, in particolare per la paventata reintroduzione dell'Ici sulla prima casa, fatta dopo dure fatiche di tutti gli italiani.
Credo che bisogna intervenire laddove esistano sprechi da decenni. Mi scuso se ho arrecato disturbo ma da italiano, esponente dell'Adc di Pionati, ho avvertito il dovere di segnalarle la mia opinione personale e di quanti hanno espresso preoccupazione per il futuro, in particolare i  nostri giovani, patrimonio inestimabile.
F.to
Carlo Faraco


Carlo Faraco e Francesco Pionati

Inserito da Golfonetwork domenica 27 novembre 2011 alle 12:43


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Commento di: Utente non registrato - Ip: 151.75.106xxx - da: Italia. Scritto martedì 29 novembre 2011 alle 20:33
Carlo, questo governo era necessario, ma come fanno gli italiani ad applaudire prima che Monti apra bocca? Da anni dico di sciogliere il parlamento, abolire il governo e «annettere l’Italia la Vaticano». Avremmo il papa re d’Italia come ai bei tempi e molti vantaggi: saremo clericali evidenti e non sottobanco. Leggi e decreti verranno stilate direttamente in latino preconciliare, come la Messa concessa ai lefebvriani. In tutti i luoghi pubblici, oltre al crocifisso, sarà obbligatorio avere il quadro del Sacro Cuore di Maria, la statua di Padre Pio e quella di Wojtyła. Tre volte al giorno in tutti gli uffici e luoghi pubblici e parapubblici (chiese, oratori, conventi, casa di Vespa, sede della Cei, ecc.) bisognerà cantare l’Alleluja in gregoriano. I funzionari pubblici maschi avranno il titolo di «Monsignore», le funzionarie donne si chiameranno «Madonna mia bella». 1. Il Vaticano è una ipoteca eterna sull’Italia. Non ce ne libereremo mai. Ciò premesso: 2. Risparmieremmo alla grande, sapendo che mangerebbero solo i preti e i laici clericali. 3. Avremmo il vantaggio di sapere dove siamo e con chi avremmo da fare. 4. In caso di necessità, un’assoluzione e via! Il governo Monti nasce non targato Vaticano, ma in Vaticano: tutta l’impostazione ministeriale sembra pensata al di là del Tevere. La prima uscita, infatti, è stata quella del segretario di Stato Bertone Tarcisio. Dichiara: «E’ un bel governo!» che tradotto in dal liturgico al popolare significa: vi abbiamo fregato tutti. Con questa benedizione, Monti e colline andranno «per pascoli erbosi e acque tranquille» perché Berlusconi potrà fare il gradasso ma non è stupido e non si metterà di traverso contro il Vaticano. Abbiamo dovuto aspettare più di mezzo secolo dalla fine della guerra di Liberazione, per vedere i fascisti al governo e ora il ritorno del Vaticano al governo. A questo punto spero che cambino anche l’inno nazionale e ripeschino l’antico inno dell’Azione Cattolica: «Bianco Padre che da Roma ci sei mèta, duce e guida; su noi tutti tu confida un esercito a marciar». L’82% degli Italiani appoggiano il neo governatore Monti, senza nemmeno aspettare i provvedimenti che prenderà. Gli Italiani sono sempre «preventivi»: lo sono stati con Mussolini, con la guerra, con il Tappo di Arcore e ora con Monti. Santo Iddio, aspettate almeno che cominci a belare, non dategli credito in bianco perché in bianco resteranno le vostre facce terrorizzate. Sono allibito dal vedere passare da un governo all’altro senza nemmeno una pausa di dubbio, di assestamento. Anche i terremoti si assestano per almeno un anno, noi no. Passiamo da Berlusconi a Monti senza soluzione di continuità. Da Berlusconisti a Montiani, con la stessa passione, la stessa stupidità. Nulla fare, noi siamo fatti così. Ora aspettiamo che il papa faccia la visita pastorale in tutti gli otto mila e passa Comuni per rafforzare i fedeli nella «religione Monti». Speravo di morire in una Italia laica, dovrò forse rassegnarmi a sopravvivere in un Paese, colonia perenne del Vaticano. Ciò che non si vuole capire è che la crisi non è la conseguenza di speculazioni (è anche questo), non è frutto della globalizzazione (è anche questo), non è il risultato dell’incapacità dei governi di fare scelte «sapienti» (è anche questo), non è per l’Italia la condanna per la goffaggine di un governo corrotto figlio di un macigno di conflitti d’interessi (e ci mancherebbe altro che non fosse anche questo), ma è la crisi «interiore» di un sistema, del sistema capitalistico che, a 22 anni esatti dalla caduta del muro di Berlino, si sta schiantando su se stesso perché non può più reggere, essendo immorale nell’anima, se mai ne ha avuta una. Il capitalismo di stampo americano ha potuto reggersi in piedi perché, paradossalmente, dall’altra parte c’era il comunismo becero dell’Unione Sovietica che non ha mai conosciuto né Marx né la filosofia del comunismo ideale, ma si è assestata su un capitalismo di Stato/partito finendo per essere il fondamento dello sviluppo del capitalismo oligarchico dell’Occidente. Solo i superficiali hanno potuto cantare vittoria alla caduta del Muro, emblema del fallimento del comunismo come storicamente si è realizzato nei Soviet. «Simul stabunt, simul cadent!» dice il proverbio latino: «Insieme stanno e insieme cadranno». Così è. Caduto il comunismo di stampo sovietico, in Italia crolla da DC e il sistema dei partiti scomparsi sotto le macerie di Tangentopoli, rimpiazzati da un piazzista magliaro e corrotto che ha ereditato il peggio di prima a cui ha aggiunto il peggio di dopo, mettendo in piedi una colossale schifezza che si presenta con una maschera facciale e trapianti di plastica. Berlusconi è la plastica riciclata del craxismo e della peggiore Dc, non a caso nelle sue stalle sono confluiti tutti gli animali della prima repubblica, compresi i fascisti. Il capitalismo è peggiore del comunismo sovietico, perché questo garantiva la miseria abbastanza uguale per tutti, quello invece crea la miseria delle masse per garantire la ricchezza ad un gruppo ristretto di debosciati oligarchi che fanno quello che vogliono. La conseguenza tragica è il «mercato», parola magica che serve per giustificare tutte le ignobili scelte in qualsiasi campo e settore. Il dio che tutto muove è il «mercato» che è il sistema attraverso cui i ricchi schiacciano i poveri e li costringono a pagare il costo della loro esistenza di rapina. Il mercato dovrebbe essere emulazione, concorrenza, confronto, con condizioni uguali per tutti, ma quando è corrotto da chi lo annuncia e lo esige, quando è manipolato da chi se ne fa scudo, quando è deviato da conflitti di interessi micidiali, allora il capitalismo è una bolgia infernale che uccide i deboli e ingrassa i forti e violenti e degenera i ladri. Se si vuole uscire dalla crisi che è «crisi di sistema», bisogna porsi su un altro piano: ridistribuzione equa delle ricchezze. Sì, lo ripeto, questo governo era necessario, ma non mi piace lo stesso e voglio dirlo perché non dovendo rendere conto ai cittadini farà scelte e imporrà pesi che pagheranno sempre e comunque i soliti noti. Certo che farà «equità», cioè darà un contentino riducendo di qualche punto l’irpef o concedendo qualche detrazione tisi cuccia e malferma in salute e lo farà per tappare la bocca «a chicchessia». Come può esserci «equità» tra diseguali? Quelli che dovrebbero diventare «equi» da che mondo è mondo non hanno mai pagato un cent e ora anche se li obbligassero (la vedo dura!) a pagare di più, sarebbero sempre noccioline che avanzano dal superfluo. Vorrei indignarmi di me stesso, con chi legge, con gli Italiani che accettiamo tutto quello che passa il convento, senza colpo ferire, senza batter ciglio, ma lasciandoci battere e lasciando infilzare come tordi. Questo al mio paese si chiama «masochismo». Né di più né di meno. Non faremo sconti, ma vigileremo con occhio di lince, sebbene cecata. F/to Giuseppe Ruocco

Commento di: Utente non registrato - Ip: 151.75.106xxx - da: Italia. Scritto martedì 29 novembre 2011 alle 20:23
Carlo, questo governo era necessario, ma come fanno gli italiani ad applaudire prima che Monti apra bocca?

Commento di: Utente non registrato - Ip: 151.75.106xxx - da: Italia. Scritto martedì 29 novembre 2011 alle 19:00
Carlo scusami, sono Giuseppe Ruocco e leggendo il tuo appello e la replica del Prof. Pisani ho voluto scrivere anche il mio pensiero, scusa dell'intromissione, sai come la penso. Ciao un affettuoso saluto.

Commento di: Utente non registrato - Ip: 151.75.106xxx - da: Italia. Scritto martedì 29 novembre 2011 alle 18:50
C'è una emergenza insieme a tante altre, si chiama evasione fiscale, da sempre e in modo particolare dei professionisti, dei medici e degli specialisti. Nulla giustifica il mancato rilascio della ricevuta fiscale, ormai è diventata una litania: senza fattura 150 euro (mediamente ) con la fattura 200 euro. Medici che devono curare la salute, dottori che devono intervenire chirurgicamente, in ospedale si trova posto in un tempo ragionevole solo se si passa per la visita privata presso lo studio del professionista. La devastante crisi economica, la mancanza di lavoro, la chiusura di molte fabbriche, l'impoverimento del ceto medio, le persone che una volta venivano definite agiate, oggi sono entrate nella povertà. I pensionati, i giovani sono disperati. Non è possibile in una situazione così compromessa, vedere persone che si arricchiscono sul dolore, sulle malattie e sapere di parcelle che lasciano impietriti. Sono anni che ci battiamo per un Paese più giusto, con meno privilegi. Gli avvocati è l'altra categoria ad alto tasso di evasione, provate a chiedere la fattura, ti guardano dall' alto in basso come per dire: devo difendere la tua causa, far rispettare i tuoi diritti e devo pagare pure le tasse. Non pagarle, farle pagare ai ceti più deboli, alla platea delle buste paga è un diritto acquisito per tutte quelle categorie che prestano servizi. Tutti i professionisti mandano i figli all' Università, le tasse si pagano sul reddito dichiarato, i redditi da lavoro dipendente contribuiscono in modo sostanzioso a pagare le tasse dei figli dei professionisti, trovate una ingiustizia maggiore di chi, tra mille sacrifici, ha scelto di far studiare i propri figli accollandosi in parte le spese dei figli dei benestanti. La Chiesa cosa ha fatto in questi ultimi dieci anni? I più terribili, ha contestualizzato le ingiustizie, ne ha approfittato usufruendo di finanziamenti smodati alla scuola privata, l'assunzione senza logica di un esercito di insegnanti di religione, ha accorpato Istituti e classi deprimendo la qualità dell' insegnamento. I ceti più deboli sono stati lasciati soli a piangere se stessi, umiliati e derisi. Eppure l’art. 53 della Costituzione parla chiaro: “tutti i cittadini devono concorrere alle spese pubbliche secondo le loro capacità contributive” o secondo le loro capacità truffaldine?

Commento di: Utente non registrato - Ip: 79.30.118.xxx - da: Sapri. Scritto domenica 27 novembre 2011 alle 23:18
L' I.C.I !?
Sulla prima casa, fatta con fatica, non
si pagherà l'I.C.I.
Il nuovo tributo comunale, che dovrebbe assorbire l'ICI, sarà rapportato ai redditi del soggetto passivo.
E' giusto, allora, che i benestanti la
paghino.
L'autonomia impositiva dei Comuni, conseguente al federalismo fiscale,
è una necessità inderogabile.
I tagli dei trasferimenti hanno compromesso i bilanci degli Enti locali, con evidenti cancellazioni di servizi alla gente.
Un appello, allora, andrebbe rivolto agli evasori e agli organi di
controllo e non al Presidente del
Consiglio dei Ministri.
D'altra parte, la Costituzione, al suo art. 53, parla chiaro: "tutti i cittadini devono concorrere alle spese pubbliche secondo le loro capacità contributive".
Il precetto, purtoppo, trova concreta applicazione solo per i lavoratori dipendenti e per i pensionati, che
subiscono le ritenute alla fonte.
L'assurdo sta nel fatto che i ceti
meno abbienti diano credito, col loro voto, a quelli ricchi.
Trova, così, puntuale conferma un antico detto popolare, che recita
testualmente: "il cane lecca sempre
le ferite del padrone che lo bastona".
Al punto dove siamo, bisogna rassegnarsi e mettere le mani in tasca.
Una patrimoniale, sul modello dei
paesi più avanzati, arriverà, per
evitare il peggio.
Cordialità.
prof. Nicola Pisani


Commento di: Utente non registrato - Ip: 88.35.233.xxx - da: Torraca. Scritto domenica 27 novembre 2011 alle 15:19
Mi auguro che il Sig. Presidente del Consiglio dei Ministri ascolti l'accorato appello rivoltogli da Carlo Faraco, da sempre attento alle esigenze del territorio e, in questo particolare momento storico, delle preoccupazioni di tutti. Antonio Pompeo Abbadessa



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