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Praia a Mare (Cs): trovata morta ragazza di Lagonegro

Praia a Mare (Cs)- L’hanno trovata con un grosso coltello da cucina conficcato nello stomaco. È accaduto ieri a Praia a Mare, in provincia di Cosenza: la vittima è una ragazza di Lagonegro, Vlady Acchiappati, 22 anni, che si era trasferita nella cittadina tirrenica dal 2008. Qui viveva con il suo compagno, V. P., coetaneo, padre della sua bambina di un anno. A scoprire il cadavere è stata la zia del suo fidanzato, inquilina dello stesso stabile dove abitava Vlady.  Ha sentito un tonfo provenire dall’appartamento vicino e si è precipitata nelle scale per vedere cos’era successo. La povera ragazza a pancia in giù, riversa in una pozza di sangue. Immediato l’allarme con i carabinieri che sono giunti sul posto nel giro di pochi minuti. Ma per Vlady non c’era già più niente da fare. Com’è morta Vlady? Gli investigatori non escludono alcuna pista, anche se, secondo le prime ricostruzioni dell’accaduto, quella più accreditata sembrerebbe essere il suicidio. Un particolare farebbe pendere verso questa tesi: prima di morire la ragazza era da sola in casa con la sua bambina che dormiva nella culla. Dai rilievi non sarebbero emerse tracce riconducibili ad altre presenze. Inoltre la giovane è stata trovata dalla zia sul pianerottolo: la donna ha detto agli inquirenti di aver aperto la porta di casa non appena ha sentito il rumore provenire dall’alloggio del nipote (le abitazioni sono vicine). E non ha visto nessun altro che la povera Vlady. Anche la posizione in cui è stata trovata la ragazza farebbe pensare a un atto autolesionista, a mo’ di «harakiri». Gli investigatori, tuttavia, preferiscono non sbilanciarsi più di tanto e hanno cominciato fin da subito a sentire amici e conoscenti per inquadrare meglio il contesto in cui è accaduta la tragedia. Vlady era una ragazza che in passato aveva avuto problemi con la droga e questo particolare viene accostato a un possibile stato di depressione che l’avrebbe spinta al suicidio. Ma, come dicevamo, al momento non si possono escludere altre piste, a cominciare da quella «satanica»: Vlady amava il rock duro ed era una fan di Marilyn Manson, cantante mefistofelico americano che della trasgressione blasfema ha fatto da sempre il suo cavallo di battaglia, influenzando intere schiere di ragazzi ammaliati dal suo fascino «infernale».

(Massimo Brancati-Pino Perciante/La Gazzetta del Mezzogiorno)

Aggiornamenti del 19/3/2012 ore 19.30:

Lagonegro (Pz)- La tragica fine di Vlady Acchiappati ha gettato nello sconforto l’intera comunità di Lagonegro. C’è un’aria mesta, nessuno ha voglia di parlare. Si respira un’atmosfera surreale. E, soprattutto, nessuno crede all’ipotesi dei riti satanici. È difficile credere che una ragazza di 22 anni, con tutta la vita davanti, abbia potuto decidere di farla finita per sempre. Certo Vlady, nonostante la giovane età, non si può dire abbia avuto una vita facile. «Una brava ragazza», la definiscono in paese. Intanto, oggi sarà effettuata l’autopsia sul suo corpo che si trova nell’obitorio dell’ospedale di Cetraro. Quanti hanno avuto rapporti con lei e la conoscevano sono disperati e a stento riescono a credere all’ipotesi del suicidio, anche se fino ad ora non esistono elementi che possano convalidare altre congetture. Sarà proprio l’autop - sia in programma oggi a stabilire le reali cause della morte della ragazza e cioè se si tratti di un suicidio oppure se sia rimasta vittima di un omicidio. Gli investigatori propendono per l’ipotesi del suicidio. Non si esclude che possa essere stata indotta a commettere l’estremo gesto. Intanto in città la gente commenta la notizia con voce rotta dalla commozione. «Tutto il paese è sconvolto per questo evento. Possiamo solo dire che siamo vicini alla famiglia». Una famiglia quella di Vlady molto conosciuta a Lagonegro, anche se alla prese con varie difficoltà. Un suicidio che ha lasciato tutti a bocca aperta. La ragazza almeno in questo periodo non sembrava avere particolari problemi. Forse, però, visto quello che è successo, qualcosa che non andava c’era, anche se nessuno si sarebbe mai aspettato che potesse arrivare al punto di togliersi la vita. Tra pochi giorni la bimba avuta con il suo compagno con il quale viveva a Praia a Mare compie un anno. Proprio la nascita della figlia poco meno di un anno fa sembrava l’avesse rese un’altra donna. Ma evidentemente non era così. Forse viveva un momento particolare. Forse era depressa per qualcosa. Nessuno riesce a spiegarsi quello che è successo, mentre si aspetta l’esito dell’autopsia per fare luce sul mistero.

(Pino Perciante-La Gazzetta del Mezzogiorno)


Praia a Mare (Cs)- Sulle pagine colorate di un diario scolastico annotava con una penna blu litigi, amori, passioni. Giorni belli e brutti finivano nelle sue brevi cronache piene di ansie e di speranze. Ansie per un lavoro stabile che cercava invano da troppo tempo. Speranze per la sua bimba di un anno, nata dall’amore per Vittorio (22 anni), il suo compagno. Per lui Vlady Acchiappati, 21 anni, di Lagonegro - morta l’altro giorno con un coltello piantato nello stomaco sull’uscio dell’abitazione che a Pria a Mare, in provincia di Cosenza, condivideva con Vittorio e con la bimba – aveva lasciato la famiglia, gli amici, Lagonegro. Qualche pagina di quel diario è stata strappata. Ed è anche per questo motivo che il caso – che i carabinieri si affrettano a chiudere come «suicidio» - non è ancora del tutto chiaro.
Tra i suoi appunti – «spesso su temi molto intimi», riferisce chi ha potuto vederli – potrebbe esserci la chiave per risolvere il giallo. Pare che da qualche settimana Vlady stesse pensando di ritornare dalla sua famiglia. Così risulta agli investigatori. Il sospetto è che manchino proprio le pagine in cui era annotato questo desiderio. Il diario è finito tra i reperti dell’inchiesta ed è stato consegnato al magistrato della Procura di Paola a cui è stato affidato il caso. Il computer e il telefono cellulare di Vlady sono invece già stati esaminati dai carabinieri e - stando ai loro contenuti - non hanno dato alcun contributo alle indagini. Il diario, l’autopsia e l’analisi della scena del crimine forniranno le informazioni che aiuteranno a capire se si tratta davvero di suicidio. Gli investigatori - che al momento non escludono completamente l’omicidio - ipotizzano anche che «potrebbe trattarsi di un’induzione al suicidio». Indotto da chi? Vlady ascoltava la musica di Marilyn Manson. Del «reverendo» Manson, così lo chiamano i fan.
Il verbo del cantante metal è «droga, sesso e suicidio». E i casi di giovani che si sono tolti la vita non sono pochi. Al momento però gli investigatori non se la sentono di dire se il gesto sia legato o meno alla musica satanica. Stabilire con precisione la dinamica dei fatti sarebbe già tanto. Visto che la scena del crimine, stando all’esame degli investigatori, lascia molti dubbi. Vlady è stata trovata da una parente del convivente - Vittorio per l’ora della morte ha un alibi confermato da suo padre (i due pare fossero al lavoro nei campi in c ontrada Fortino, una zona agricola proprio di fronte all’isola di Dino, ma nell’entroterra della costa tirrenica) - riversa in avanti e con il coltellaccio conficcato nel ventre. Era nella piccola stradina privata che serve le sette villette bifamiliari di via Perri. Ma il coltello pare le sia entrato - stando alle macchie di sangue - mentre era ancora sull’uscio di casa. Sul pianerottolo - rialzato poco più di un metro rispetto alla strada - di tracce ematiche non ce n’erano molte. Lei - stando ai primi accertamenti - si sarebbe lanciata da quel pianerottolo e sarebbe caduta, ormai senza vita, sulla strada. Ieri mattina probabilmente il sangue era già stato ripulito. Sul balcone di un’altra villetta ci sono alcuni parenti di Vittorio. All’arrivo dei cronisti mostrano molto nervosismo. Vola qualche parola minacciosa. «Non dovete venire qui a fare domande», urla un anziano, mentre un ragazzo salta un cancelletto e si lancia all’inseguimento dei giornalisti. La famiglia di Vittorio probabilmente vuole che questa storia si chiuda al più presto. Per i carabinieri la ragazza ha fatto «harakiri», metodo usato dagli antichi samurai per togliersi la vita. Letteralmente significa: «Taglio del ventre». È morta così Vlady? Lo dovranno accertare gli investigatori.

(Fabio Amendolara-La Gazzetta del Mezzogiorno)

 

Inserito da Golfonetwork domenica 18 marzo 2012 alle 20:08


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