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La dieta mediterranea: umile ma preziosa
Oggi più che mai si sente parlare di dieta mediterranea..se ne parla un pò ovunque, in tv, su giornali o riviste di vario tipo. Chi di noi, poi, non si è trovato ad una cena tra amici in cui ad un certo punto dell’allegro convivio vien fuori quasi all’improvviso l’argomento (per alcuni problematico) dieta? Ad un’alzata di mano, più della metà degli ospiti avrà quasi certamente vissuto l’esperienza della dieta: chi ha provato l’ultima del momento, magari quella importata da qualche guru americano della nutrizione, chi ha fatto da sè o chi ha seguito quella proposta dal nutrizionista di turno. Inizia allora un frenetico scambio di numeri di telefono del dietologo più gettonato e, quasi simultaneamente all’argomento dieta, si sente citare la dieta mediterranea eletta come quella più salutare. Ma cos’è veramente la dieta mediterranea? Cominciamo col definire il termine dieta. Nel linguaggio comune significa sostanzialmente “astinenza dal cibo per motivi di salute” o “dieta dimagrante” ad indicare un indirizzo ben preciso che si può semplificare con la raccomandazione generica di mettersi a dieta. In realtà queste convinzioni, spesso largamente diffuse, sono errate o superficiali. Il termine dieta deriva, infatti, dall’acronimo greco “stile di vita” e si riferisce non solo alla pratica alimentare, alla modalità di cottura e di preparazione dei cibi, ma anche all’attività fisica, alla gestione dello stress e, più in generale, a comportamenti salutistici. Dal punto di vista strettamente alimentare, il concetto di dieta mediterranea riflette un modello dietetico caratterizzato da un insieme di alimenti tipico dei paesi dell’area mediterranea (Grecia, Italia del Sud, Spagna ed altre aree geografiche), di circa 50 anni fa, prototipo esemplare di dieta sana e, costituita cioè da frutta e verdura in abbondanza, cereali, legumi, noci, olio extravergine di oliva, yogurt e formaggio in quantità moderata, uova (non più di quattro a settimana), pesce e pollame (piccole quantità), carne rossa (piccole quantità, non frequentemente), vino al pasto in bassa quantità.
Dal punto di vista storico, l‘espressione dieta mediterranea nasce verso la fine degli anni ’50 per merito non di un italiano ma di un americano, Ancel Keys, professore di Igiene ed Epidemiologia dell’Università del Minnesota a Minneapolis. Arruolatosi nell’esercito americano come medico, alla fine del secondo conflitto mondiale sbarcò a Salerno con le truppe alleate. Seppure in un contesto così drammatico per la storia dell’umanità, ebbe modo di conoscere le terre a sud di Salerno ed in particolare di visitare l’area cilentana. Questi luoghi lo interessarono così tanto che dopo la guerra vi ritornò più volte e negli ’50 si trovava a Pollica, nel Cilento, quando si accorse che in quel luogo il rischio di morte per evento cardiaco era significativamente più basso. Laddove, in particolare, il consumo di cibi di origine vegetale prevaleva su quello di alimenti di derivazione animale e, quindi, l’assunzione di grassi insaturi prevaleva su quella di grassi saturi (tipici di carne rossa, burro, formaggi), si registrava un’incidenza di mortalità cardiovascolare minima. Moderno presocratico (l’antica Velia non è lontana da questi luoghi) unì l’interesse scientifico all’amore per una natura a tratti incontaminata tanto da costruirsi una casa nel piccolo borgo marino di Pioppi e dedicarsi, oltre che alle fasi cruciali della sua ricerca, anche alla cura di un orto, di una vigna e di un uliveto, aiutato nel suo lavoro dalla cuoca Delia e dal contadino Angelo, umili pioppesi che, forse più di tante altre considerazioni, incarnano appieno lo spirito della dieta mediterranea, umile ma al contempo preziosa. Fu così che nacque un cenacolo scientifico di grande valore. Altri ricercatori costruirono, infatti, nuove abitazioni per proseguire i loro studi tutt’oggi attivi emulando la longevità del professor Keys, scomparso centenario nel 2004. A voler essere pignoli, riferimenti all’importanza nutrizionale di verdure, ortaggi e frutta, pilastri della dieta mediterranea, sono antecedenti agli studi di Keys, potendosi ritrovare nel ben più antico Regimen Sanitatis Salernitanum in cui i medici della Scuola Medica Salernitana, la più antica scuola medica conosciuta, facevano ampi riferimenti alla stagionalità dei prodotti alimentari e ad una alimentazione equilibrata ricca di ortaggi e frutta implementando la regola ippocratica “il cibo sia la tua medicina”. Negli ultimi anni, diversi lavori di ricerca, pubblicati su riviste internazionali molto prestigiose, hanno confermato la solidità scientifica della Dieta Mediterranea quale stile alimentare per la prevenzione delle malattie metaboliche, cardiovascolari e tumorali. In particolare, la caratterizzazione della dieta mediterranea come modello di sana alimentazione si basa sulle seguenti evidenze scientifiche storicamente acquisite, razionalmente documentate e tuttora ritenute valide:
1. L’aspettativa di vita per le popolazioni dell’area mediterranea negli anni ’50 (periodo di massima diffusione di questo stile di vita alimentare) era tra le più alte nel mondo così come l’incidenza per molte malattie croniche, per la malattia coronarica e per certi tipi di tumori era nettamente inferiore rispetto alla maggioranza degli altri paesi.
2. I modelli alimentari delle regioni che si affacciano sul Mediterraneo avevano le stesse caratteristiche.
3. I modelli alimentari delle diverse regioni mediterranee con queste comuni caratteristiche sono stati correlati con una bassa incidenza di malattie croniche e con un’alta aspettativa di vita.
Ad evidenza delle sue benefiche peculiarità, dal 2010 la Dieta Mediterranea è riconosciuta dall’UNESCO “Bene Immateriale dell’Umanità”: si tratta di un prestigioso riconoscimento che indubbiamente identifica questo tipo di alimentazione anche come espressione e prodotto di una cultura, quella Mediterranea, che certamente ha segnato il progresso dell’umanità. Ma come realizzare in pratica la Dieta Mediterranea? Va certamente considerata, in base alle sue tradizionali caratteristiche, come una dieta ricca in legumi, frutta, verdure, pesce, olio extravergine di oliva, capace, nel suo complesso, di esercitare un benefico effetto anche sui comportamenti alimentari: migliorando sia la sazietà immediata dopo il pasto che il senso di fame che precede il pasto successivo. Il tempo di masticazione si allunga, così come il tempo di svuotamento gastrico e quindi si modula la secrezione di tutti gli ormoni gastroenterici con svariate funzioni regolatorie. La Dieta Mediterranea ha anche una bassa densità energetica ed un basso “carico glicemico” (ottenuto utilizzando alimenti a basso indice glicemico) ed un intrinseco elevato contenuto in acqua. La quota lipidica della dieta è, poi, per la gran parte rappresentata da olio extravergine di oliva che è un grasso da condimento, quindi non assunto ad alte dosi, oltre agli indubbi vantaggi derivanti dalla sua composizione chimica, dall’alto profilo nutrizionale, dalla sua intrinseca gradevolezza e dall’essere vettore di molte sostanze antiossidanti che contrastano l’azione dei radicali liberi. Da non dimenticare poi il motto dei medici della Scuola Medica Salernitana che, al fine di mantenere un buono stato di salute, prescrivevano oltre ad una moderata diaeta, requies e, cioè, riposo che oggi potremmo tradurre come basso impatto da stress e mens laeta ossia una mente priva di inutili preoccupazioni. Qual migliore elogio di una vita lenta e longeva?
Personalmente ritengo che la recente individuazione negli alimenti cardine della cosiddetta dieta mediterranea di elevate quantità di sostanze naturali ad attività antiossidante e protettiva nei confronti di svariate malattie croniche e degenerative, rappresenti la migliore ricetta per vivere sani e più a lungo.
(Dott. Luca Mattiocco - Biologo Nutrizionista)
www.nutrizionedietetica.it

Inserito da Golfonetwork martedì 28 agosto 2012 alle 20:40


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