Carmen Consoli

Torna alla home page





Ricordo un film che ho visto qualche tempo fa del quale ricordo ben poco, quasi nulla: era la storia di un ragazzo che amava intagliare il legno, era la sua unica passione e le dedicava quasi tutto il suo tempo. Non aveva appreso quest’arte da nessuno, era una sua    dote innata e riusciva a ricavare da semplici pezzi di legno delle piccole forme di una perfezione impressionante. Tra le tante statue spiccava uno splendido cavallo in legno e tutti si chiedevano come egli avesse potuto partorire una tale "opera d’arte". Per lui era normale, era naturale e spiegò che con cura aveva cercato il pezzo di legno adatto e, appena trovato, in quel pezzo di legno vide imprigionato un cavallo; lui non aveva fatto nient’altro che liberarlo.

La parola è un mezzo di comunicazione relativamente nuovo, abbiamo imparato ad usarlo abbastanza bene. Riusciamo facilmente a descrivere un albero, un tramonto, una strada. E per tutto il resto? Ci sono delle sensazioni, degli stati d’animo tanto intensi quanto difficili da spiegare, qualcuno li riesce a tradurre in parole e musica e a quel qualcuno affidiamo ciò che nell’inconscio già conosciamo di noi:

 

Rileggendo i miei diari nella vecchia cucina vuota posso essere felice. Questa notte una lucciola illumina la mia finestra e dentro un vecchio barattolo la conserverei; ora che il tempo si è fermato io sto aspettando, sto aspettando. E’ così limpido il mare che ci avrebbe ascoltato. Vorrei tentare, vorrei offrirti le mie mani, avrei voluto difendere qualche momento. Non sei per nulla obbligata a comprendermi, quasi non sento il bisogno di insistere. Ricordo che io sono quello che non c’è quando tu piangi, io sono quello che non sa quando vaghi nel buio. Ma come posso dare l’anima e riuscire a credere che tutto sia più o meno facile quando è impossibile; volevo essere più forte di ogni tua perplessità ma io non posso accontentarmi. Tu sei quel fuoco che stenta ad accendersi, non hai più scuse eppure sai confondermi. Dov’è la certezza se la tua mano adesso non è più la stessa, dov’è la certezza se un giorno dovrò dire "ho sbagliato". Forse non riuscirò a darti il meglio,  più volte hai trovato i miei sforzi inutili, più volte hai trovato i miei gesti ridicoli; come se non bastasse l’aver rinunciato a me stesso. E non ho fatto altro che sentirmi sbagliato ed ho cambiato tutto di me perché non ero abbastanza ed ho capito soltanto adesso che avevi paura. Forse non riuscirò a darti il meglio ma ho fatto i miei conti e ho scoperto che non possiedo di più. Ora hai bisogno di ridere tanto ed io di nascondermi e non cercarti. Ed ora più che mai vorrei sentire il calore delle tue mani, farti trovare il coraggio di fidarti delle mie carezze. Come mai non ho più voglia di parlare e tu non riesci a starmi accanto; sei davvero tanto brava a confondermi con le tue certezze. Come mai non riusciamo ad avere pazienza, vorrei rimediare a tutto e subito, difendermi con ritagli di frasi fatte. Forse anch’io sto pensando che siamo troppo diversi, vorrei parlare con la tua bocca, vorrei riuscire a guardare con i tuoi occhi. Già troppe volte ti ho vista fuggire così timorosa delle tue debolezze. Vorrei farti guidare da me, restarti accanto.Troppo presto, non avevamo ancora finito, ma cosa importa se il tempo è stato ingiusto; ed io studiavo il modo migliore per dire le cose in equilibrio sul filo delle mie stesse parole. Ora che non ho niente da spiegare non è rimasto molto da nascondere, ora che il  giorno invecchia tra le mani non è rimasta un’ombra da  inseguire. Troppo presto, non avevo ancora capito che  rinunciare a volte può servire, ed inventavo il modo per avere comunque ragione e non sentivo il peso delle mie stesse parole. Ed ora ho paura di restare solo, di restare uguale a ieri.
Fortunatamente ho sempre il difetto di prendermi poco sul serio!

 

CONCLUSIONE: Perché essere felici per una vita intera sarebbe quasi insopportabile, meglio dondolarsi tra l’estasi e la noia cercando le risposte più plausibili. In cerca di un: "Su, vieni e riabbracciami, se ci siamo persi è stato solo per un attimo."

 

Vai avanti

Webmaster: Alessandro Polito

E-mail dell'autore: