Ai GIORNALI e p.c. Al Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni Alla Soprintendenza di Salerno e Avellino Al Ministero della Cultura al Ministero dell'Ambiente e della sicurezza energetica OGGETTO: Comune di Camerota (SA). Demolizione costone roccioso sulla strada SP 562 tra Marina di Camerota e Palinuro. Di fronte a quanto sta ancora avvenendo sulla vicenda della demolizione del costone della strada tra Palinuro e Marina di Camerota possiamo solo dire che abbiamo perso tutti. I cittadini di Camerota, gli imprenditori turistici, i pendolari, gli studenti, tutti stanno vivendo un prolungato periodo di enormi difficoltà. Dopo le cariche di tritolo fatte brillare i lavori sono stati fermati per evitare e limitare (si spera) ulteriori devastazioni e in attesa di una verifica progettuale sul da farsi. Da diversi mesi la strada è interrotta per i lavori che hanno visto enormi quantitativi di roccia occupare il tracciato. Siamo tutti consapevoli dei problemi creati. Ma sarebbe un grave errore addossare le colpe del disagio alla Soprintendenza ed al Parco che hanno dovuto fermare l'imponente azione distruttiva in quel contesto di particolare valore ambientale e paesaggistico che, ricordiamolo, caratterizza il Cilento, anche e soprattutto, quale perla del turismo internazionale. A loro spesso compete il difficile ruolo di tutelare l'ambiente ed il paesaggio. La miopia di molti (spesso Amministratori) li considerano un ostacolo allo sviluppo anziché i tutori del bene prezioso da conservare. E lì dove l'ambiente dovrebbe essere protetto religiosamente il Sindaco nemmeno aveva informato questi Enti di quanto egli si apprestava a fare. A parere di Italia Nostra (e non solo) è stata condotta un'azione fuori dalle regole e, non ultimo, fuori dalle competenze di un Comune. Dovranno essere gli organi preposti a chiarire se le procedure adottate sono state forzate e male interpretate e perché non è stata evitata questa trasfigurazione ricorrendo ad altre forme di protezione stradale, rispettose dell'ambiente e più sostenibili (disgaggi, reti, strutture paramassi, ecc). Italia Nostra farà di tutto per assicurare la verità dei fatti. Si, perché il rischio per la pubblica incolumità in quel punto era equiparabile, e forse anche inferiore, ad innumerevoli altri posti del territorio. Basti pensare alla strada lungo il fiume Mingardo che corre nelle gole del monte Bulgheria, o alla costiera Cilentana ad Agnone alle pendici del monte Stella, o alla costiera Amalfitana tutta. Eppure lì non è stata mai considerata l'opzione di asportare pezzi di montagna - che tirerebbero giù altra montagna - ma si è operato con interventi passivi, quali reti, chiodature, muri in cemento armato o gallerie artificiali paramassi e soprattutto col monitoraggio e col rispetto della natura. Pochi anni fa la Provincia aveva interdetto quelle aree al parcheggio delle auto dei bagnanti proprio perché sotto il costone che oggi è stato fatto brillare c'era il pericolo di caduta massi. Non vorremmo mai pensare che l'azione intrapresa dal Sindaco mirasse a conquistare altri spazi alla montagna. La natura deve avere il suo spazio. Guai all'uomo se crede di dominarla. A gennaio un video sul web del professore Salvatore Calicchio mostrava le ruspe che si accingevano ad aggredire il costone del Mingardo. Pochi giorni dopo il Professore ci avrebbe lasciato e nel costone esplodeva la dinamite. "In altre parti d'Italia quello scempio non sarebbe successo!" queste le sue parole che anticipavano quanto sarebbe avvenuto di lì a poco. Peccato non averlo compreso per tempo e non essere riusciti a fermare subito quei lavori. Abbiamo perso tutti! Perché la grande distruzione è stata ampiamente compiuta e dobbiamo temere che, dopo il vuoto creato, si dovrà dar corso ad ulteriori demolizioni rocciose per mettere in sicurezza quanto la dinamite ha ulteriormente creato. Grazie Professore, peccato non essere arrivati prima. (Arch. Teresa Rotella, Presidente sezione Cilento-Lucano di Italia Nostra)
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