Anche quest’anno per la ventiquattresima volta, si è tenuta a Capitello, località Torre Normanna, la festa organizzata dagli avvocati Wilma Fezza e Mario Valiante. L’evento si ripete in occasione dei Santi Monica e Agostino e perciò a cavallo del 27 e 28 agosto. Per la seconda volta ho avuto il piacere di partecipare a questo evento e, dopo la “sorpresa”, la meraviglia, lo stupore della prima volta, quest’anno mi sono interrogato sul segreto di quest’avvenimento che coinvolge tutti i partecipanti. Avevo battezzato l’anno scorso l’evento “Una festa esagerata” mutuando questa definizione dal titolo dell’omonimo film di Vincenzo Salemme; quest’anno la mia definizione attinge da un altro film: “La grande bellezza” di Paolo Sorrentino. Devo però precisare che qui si tratta di una grande bellezza pura e diversa da quella che fornisce Paolo Sorrentino. Lì si è rappresentato un ambiente intellettuale disastrato, nel quale pare essere crollato ogni valore, si è mostrata un’atmosfera priva di sacralità, dove tutto è ricondotto a un semplice trucco. Qui invece la festa è sorretta da ricordi e affetti familiari, dalla voglia di continuare un’analoga iniziativa che il padre di Mario, l’indimenticabile Aldo Valiante, faceva il 15 di agosto di ogni anno quando, a invito aperto come il suo, festeggiava il ferragosto con gli amici; qui c’è onestà, sincerità e verità. La prima volta mi avevano colpito i vari tavoli sistemati nel giardino e intorno alla piscina, con varie postazioni con ogni ben di Dio: agnello alla brace, salsicce, pizze, prosciutto, salumi vari, parmigiana di melanzane, porchetta, zeppole, vino e birra e altro ancora; di qui il termine “esagerato” che mi era richiamato. E poi i fuochi d’artificio finali erano stati davvero bellissimi. Questa volta, invece, “preparato” al menù, e allo spettacolo pirotecnico che si è svolto accompagnato dalle musiche di “nessun dorma” interpretata da Bocelli, la mia attenzione si è rivolta a capire il segreto di questa felicità che pervade tutti quelli che raggiungono casa Valiante dai più svariati posti. La risposta è semplice, ha uno, anzi due nomi e cognomi: Wilma Fezza e Mario Valiante! Mario mi è sembrato proprio quel Jep Gambardella che nel film di Sorrentino diceva: “io non volevo essere semplicemente un mondano. Volevo diventare il re dei mondani. Io non volevo solo partecipare alle feste. Volevo avere il potere di farle”. E Mario è un vero Re, ma non dei mondani, ma dei festaioli che sono cosa diversa e migliore dei semplici mondani; sono dei mondani di ogni estrazione sociale, sono democratici. Egli continua per tutta la festa a invitare gli ospiti a danzare proprio come quel personaggio del Don Giovanni di Lord Byron: “Avanti con la danza! lasciate che la gioia sia sconfinata, non dormite fino al mattino, quando la Giovinezza e il Piacere si incontrano per inseguire con i piedi danzanti le ore colme di eccitazione. Su con la danza!”. Wilma sorride, si diverte e coinvolge nella sua generosità ed elegante semplicità. Ed ecco allora la soluzione: la festa di Wilma e Mario riesce perché sono due persone con buone vibrazioni. Loro vivono nel presente, sorridono sempre, si prendono cura di sé, sono ottimisti, non affogano nei problemi, sono circondati da persone positive, seguono l’istinto. In una parola SANNO AMARE PROFONDAMENTE! Wilma e Mario sono persone con buone vibrazioni hanno fiducia nelle loro capacità e conoscono i loro difetti; non si concentrano su ciò che fanno gli altri, non li criticano e non li giudicano. Il loro interesse principale è migliorare la loro vita giorno per giorno e migliorarla a chi li circonda. Sono persone che vi danno buona energia, non vi deridono ma ridono con voi, non stanno a guardare cosa vi manca, ma vi danno idee su come aggiungere abbondanza. E, cosa importantissima, vi fanno ridere. E di gusto. Wilma e Mario trovano il lato positivo di ogni aspetto e sono pronte a mostrarvi i risvolti positivi di qualsiasi evento accada. Non si lamentano ma hanno uno spirito proattivo e forte, riconoscono le preoccupazioni inutili e le individuano in fretta, togliendole di mezzo. Il comportamento di base di questa coppia le rende umili in senso autentico. Parlano poco degli altri, non spendono e sprecano troppo tempo a parlare dei fatti degli altri. Infine ti toccano e abbracciano al momento giusto; sanno quando arriva il momento di far sentire una vicinanza fisica far esperire un tocco, come parte fondamentale di una comunicazione profonda. Wilma e Mario sanno che la vita rappresenta un dono e la onorano giorno dopo giorno. Grazie di tutto e non vedo l’ora di rincontrarvi il prossimo anno per la venticinquesima edizione, quella delle nozze d’argento con la felicità e l’amicizia. (Giovanni Falci)
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