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La ricorrenza storica: Joe Petrosino e la mano nera
Cresciuto il numero degli immigrati italiani negli Stati dell'Unione, di pari passo, crebbero i misfatti e si aprì, in quel tempo, una stagione delittuosa che diffuse un gran terrore, specialmente nella comunità italiana che già annoverava una significativa quantità di onesti lavoratori. Solo a New York erano più di 200.000, la maggior parte dei quali appartenenti alla classe meno colta. Bombe e incendi dolosi continuavano a far danni e vittime; ve ne furono alcuni che uccisero decine di persone e la stampa non ne fece menzione; per costume e perché, essendo le vittime povera gente, la povertà in America non conta. Ogni attentato era sempre preceduto da lettere di richiesta e minatorie firmate "La Mano Nera". Questa associazione, si sa, era costituita quasi essenzialmente da elementi siciliani e il poliziotto italo-americano Joe Petrosino non tardò a mettersi alle calcagna dei delinquenti, nostri connazionali, diventando il terrore di quella banda di malfattori, purtroppo all'epoca nota in tutto il mondo. Anche se il termine "La Mano Nera" è ormai caduto in disuso, la possiamo immaginare senza sforzo perchè la sua attività persiste, solo il nome è stato sostituito con modi di dire più signorili. Essa non ricorreva sempre alla violenza, metteva (e mette dove esiste) delle vere e proprie imposte con esattori che andavano regolarmente a riscuotere. In alcuni centri minerari, gli operai davano regolarmente una percentuale della loro paga a "La Mano Nera" e pochi osavano ribellarsi alla imposizione poiché troppo spesso i ribelli morivano misteriosamente. Joe Petrosino non ammetteva eccezioni. Nel suo giudizio sommario non escludeva nessuno dei nostri connazionali, secondo lui le vittime della criminalità erano anch'esse colpevoli perché sopportavano e tacevano. Durante le spedizioni notturne Joe Petrosino era sempre il primo all'attacco per sorprendere i malviventi. Spesso andava da solo nei covi più pericolosi. Tante volte fu ferito, ma poi tornava più vigoroso e più audace di prima. Aveva cicatrici in tutto il corpo. Il suo comportamento riuscì ad infondere una specie di timore superstizioso, come se fosse invulnerabile, e non osavano attaccarlo. Fece di tutto per rendere impossibile il soggiorno negli States ai malavitosi. Li perseguitava con un continuo spionaggio, con degli arresti più o meno giustificati, li trattava brutalmente e se offrivano minima resistenza li minacciava di terribili punizioni sino a costringerli al rientro. I suoi superiori, sapendo che quel modo di agire era l'unico mezzo per pulire il Paese da una enorme quantità di ospiti indesiderati, lo lasciavano fare. Dalla prima volta che riuscì ad arrestare un gruppo di affiliati all'associazione criminale si disse che la sua attività lo avrebbe condotto alla morte. Di tutti costoro non ve n'era uno che non desiderasse l'opportunità di ucciderlo, o vederlo morto. Intervistato prima di partire per venire verso la morte disse: "So di andare incontro a gravi rischi, gravi come finora non ne ho mai affrontati; ma ormai sono abituato a rischiare la pelle e poiché mi si manda in Italia ci vado di tutto cuore." Capo di un piccolo corpo di poliziotti, aveva da lottare sia contro la delinquenza che contro la paura degli italiani, e la sua morte rafforzò la crescente domanda di leggi limitative, per quanto possibile, all'arrivo di delinquenti negli Stati Uniti. Non è forse questo, oggi, un problema italiano? (Ferruccio Policicchio)
Fit Cisl:stato di agitazione lavoratori General Entreprise cantiere di Vibonati
La Fit Cisl di Salerno ha nuovamente proclamato lo stato di agitazione dei lavoratori della General Entreprise del cantiere di Vibonati (raccolta rifiuti ed igiene ambientale) ed è pronta allo sciopero. Secondo il segretario provinciale del sindacato, Massimo Stanzione «ad oggi 3 marzo 2023, gli operai non hanno percepito lo stipendio riferito alle prestazioni di gennaio, che doveva essere corrisposto entro il 15 febbraio, né la 13^ mensilità, mentre il Comune di Vibonati sostiene di aver pagato i canoni». (Vito Sansone)
Martedì 7 marzo a Sapri la Prima nazionale di «Grisaglia Blu»
Appuntamento con il monologo di Sergio Velitti alle h.10 all'auditorium "Giuseppe Cesarino" Uno spettacolo da non perdere quello in programma martedì 7 marzo all'auditorium comunale "Giuseppe Cesarino" di Sapri con la messa in scena, in prima nazionale, di "Grisaglia Blu". Si tratta di un monologo concepito da Sergio Velitti ed interpretato da Maria Pia Iannuzzi con le musiche di Marcello Cirillo ed Ivo Parlati, la voce narrante di Massimo Cinque e la regia di Nello Pepe. L'iniziativa è dell'assessorato alla Cultura, Turismo e Spettacolo del Comune di Sapri in collaborazione con l'associazione "Terre del Bussento". «Malvagità, follia o disperazione? Cosa porta una madre a decidere di uccidere i propri figli? Con la foto fatta per la locandina - sottolinea il regista Pepe - ho cercato di attirare l'attenzione dello spettatore per metterlo in palcoscenico di fronte alla donna che viene giudicata. L'occhio della macchina fotografica come metafora della posizione dello spettatore in sala. Con un piano riavvicinato, che non vuol dire necessariamente "ti capisco", ma soprattutto "fammi capire". Vediamo l'accusata sbattuta sulla sedia al centro dell'immagine, colpita forse dalla stanchezza? Dalla rassegnazione? Dalla colpa? Insomma tutto gira intorno a lei. Questa immagine fa sì che lo spettatore sia in grado di mettersi, anche prima dello spettacolo al posto centrale: quello del giudice. Cercando di farsi delle domande che scavano nel profondo dell'anima di questa donna, dei suoi argomenti e delle sue motivazioni». Al termine dello spettacolo si terrà la cerimonia di consegna degli attestati di partecipazione ai progetti di "Terre del Bussento" a "Casa Sanremo" ed alla Bit di Milano. (Vito Sansone)
Alessandro Sorrentino: omaggio a Gabriele D´Annunzio
La sera fiesolana (Gabriele D'Annunzio)
"...e su gli olivi, su i fratelli olivi che fan di santità pallidi i clivi e sorridenti".
"Il verso è tutto" Così D'Annunzio. L' artista, nella sua splendida recitazione, fa sua questa affermazione: é l'intensitá della sua voce a confermarlo, nel tono, ora più fermo e vivace, ora meno, nel porgere a noi tanti particolari che prendono vita, ognuno quella che maggiormente lo caratterizza. Bella la sinestesia con cui si apre il testo, in cui percepiamo il valore che viene dato tanto all'aggettivo, quanto alla protagonista per eccellenza, la Sera, con i misteri che nasconde, con la sua dolcezza, con quel silenzio che permette di scoprire cose che il giorno nascondeva. Tanto che nel pronunciare "sera" la voce si adagia, quasi a voler far durare di più quell'oscurità in cui si vedono tanti colori e la luna, sogno eterno di tanti poeti. Ma questa luna può tenere "in grembo" un desiderio, una voluttà, un amore. Il nostro signo si giace. Il verbo viene espresso con quella intensitá, che possiede. La sera fa bere, -intensa la pronuncia del verbo- quella "sperata pace" che l'esteta sente essenziale. Si prosegue con un ritmo più veloce, annunciato da una seconda sinestesia: "Dolci le mie parole nella sera" e allora sentiamo la pioggia che rinfresca la natura, quasi accarezzandola, come fa con gli olivi, altra parola in cui l'artista indugia, chiamandoli fratelli. Mille profumi, mille segreti saranno svelati, e l'artista ci comunica un sentimento intenso e sereno, quasi gioioso, perché si possa godere ciò che era nascosto e che ha un significato. Le colline, per esempio, sono "consolatrici", parola quasi sillabata. Ma la sera deve terminare, serenamente, senza turbamenti, con quelle prime stelle che palpitano in cielo. L'Artista sa dare vita a questo "palpitare". (Franca Ruggeri)
Pino Lorizio nuovo coach della Rinascita Volley Lagonegro
Sarà Pino Lorizio (nella foto con il DS Tortorella) il tecnico della Cave del Sole per questo finale di stagione. Il tecnico pugliese è arrivato nella serata di ieri e guiderà la formazione lucana nelle ultime cinque determinanti gare. Lorizio, originario di Putignano è tecnico di esperienza: nel 1993/94 vince la Coppa di B e porta Castellana Grotte in Serie A. Nel 2004/05 prima di passare a Gioia allena Molfetta (B1), con cui conquista la promozione. Nel 2008/09 ha firmato la promozione di Massa dalla B1, con cui ha vinto anche la Coppa. Dopo l'esperienza 2013-14 in Bulgaria (raggiunge la Finale Scudetto e vince la Coppa di Bulgaria con il Levski) allena a Motta di Livenza per due stagioni (2014-2016) e conquista la promozione in A2 ma la società rinunciò al titolo. Nel 2016 torna a Castellana, dove conquista la promozione in A2 e l’anno successivo quella in A1. Nelle successive stagioni ha guidato sempre in A2 le panchine di Alessano, Reggio e infine Motta per quattro stagioni. Nel 2020-21 conquista la promozione in A2 proprio con i veneti, che ha allenato fino allo scorso dicembre. Arriva a Lagonegro dove dovrà giocare 5 finali, la prima proprio sabato prossimo contro la sua ex squadra, il Motta di Livenza. “Per me è un grande piacere essere a Lagonegro -dichiara mister Lorizio che da ieri sera è arrivato a Villa D’Agri per guidare la Cave del Sole- conosco la società, il presidente, l’ambiente e mi ha sempre incuriosito poter lavorare qui. Ai ragazzi ho detto che per noi inizia un nuovo campionato che dura un mese e dobbiamo pensare domenica dopo domenica. Se sto qui è perché ci tengo e se ci crediamo tutti insieme possiamo fare il risultato: non è facile -conclude Lorizio- ma la squadra ha tutte le carte in regola per raggiungere l’obiettivo”. (Paola Vaiano)
La ricorrenza storica: Joe Petrosino,un poco di biografia
Al futuro poliziotto italo-americano, com'era all'epoca buona usanza, gli fu dato il nome del nonno, Giuseppe. Nacque a Padula (Sa), secondo il registro dello Stato Civile il 30 agosto 1860 alle ore tre, da Prospero ("sartore" trentenne) e Maria Giuseppa Arato (25 anni). Questo è il documento che sempre fa fede, è stato però rilevato un errore nel registro di leva dove viene riportato nato il 20 agosto 1860. Detto registro ha consentito di sapere che Joe ebbe dalla sorte assegnato il n. 108 dei nati a Padula nel 1860 dovendo essere il suo arruolamento il 31 maggio 1881. Il registro presenta, cassata in modo leggibile, la dicitura "Renitente", e l'aggiunta: "Assegnato per procura alla 3ª categoria art. 84 n. 6". Non vi sono altre notizie quali arte o mestiere, grado d'istruzione o statura perché, "sfuggendo" alla leva, con l'intera famiglia, emigrò tredicenne "alla Merica" dove si dava per scontata la ricchezza e quando partire poteva significare anche morire. E la sua storia si fa simile a tante altre. Lasciarono la Patria il 2 luglio 1873, avendo Michele, ultimo dei fratelli, appena tre mesi. Dopo la morte del padre negli States, la madre, in compagnia dell'ultimo figlio, rientrò a Padula. Joe da subito si diede da fare sottostando ai più umili mestieri per vivere. La sua giovane età, però, gli consentì d'integrarsi nel tessuto sociale che lo ospitava, tanto che mai era rientrato in patria dopo la partenza, se non quando venne a morire. Età, volontà e capacità gli permisero di apprendere l'inglese e di arruolarsi, il 19 ottobre 1883, nel corpo della polizia internazionale, sezione italiana, dove subito diede prova di perspicacia e coraggio. Le continue prove di abilità lo misero in vista e in breve tempo divenne famoso. I giornali statunitensi varie volte pubblicarono il suo ritratto e la sua biografia. Rapidamente fu promosso prima sergente e poi, riconosciuto il più abile poliziotto di New York, ebbe il grado di luogotenente comandante il reparto speciale della polizia italiana. Fu un esempio di incorruttibilità che, fondendo in sé legalità e giustizia, divenne lo spauracchio dei malavitosi e personaggio leggendario. Era un combattente più che un poliziotto; a volte, con invettive feroci, s'infuriava più verso i connazionali vittime che contro i connazionali criminali. Era quello il momento che più si sentiva solo, abbandonato nella lotta smisurata. Purtroppo, come allora, non ci ripugna forse, ancora oggi, quell'elementare dovere che consiste, facendoci apparire vili e disprezzabili agli occhi degli altri, nell'indicare alla giustizia il colpevole di un delitto? La squadra a sua disposizione era composta da 40 elementi, piccola perché mancante di fondi, ma attiva; ottenne molti successi e questi furono la condanna del suo capo. Alla fine del 1907, molto tardi per quei tempi, sposò Adelina Saulino. Dalla loro unione nacque, a novembre del 1908, Adelina che, appena nata, solo per poco tempo poté essere coccolata dal padre. Da Adelina nacque Susanna. Di lui si occupò molto la stampa, la storiografia, la cinematografia e la televisione attribuendogli diversi appellativi quali, solo per citarne alcuni: "L'uomo che per primo sfidò la mafia", "Il leggendario poliziotto che sgominò la mano nera", "Scherlok Holmes d'Italia o Il grande poliziotto italo-americano". In occasione della sua morte i giornali americani diedero tanto spazio all'avvenimento quanto ne diedero, anni prima, all'assassinio del presidente William Mac Kinley (1843-1901). E, guarda caso, fu proprio Joe Petrosino ad avvisare quel presidente, invitandolo a prendere ogni precauzione, quando scoprì che un complotto si stava organizzando ai suoi danni. Insomma: un meridionale che merita l'attenzione e la stima di tutti. La via dove è sita la casa in cui nacque oggi porta il suo nome ed il civico numero 6. La casa è adibita a museo, organizzato da un discendente collaterale, Giovanni Melito, pronipote di Joe (figlio di Gilda, figlia del fratello Michele) di cui sempre, e volentieri, è guida del museo. (Ferruccio Policicchio)
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Particolare del registro di leva (Fare clic sull'immagine per ingrandire)
L'Associazione Culturale Artistica "Voci del Golfo", con sede a Policastro Bussentino, è diventata una bella realtà! E lo ha ampiamente dimostrato con una Master Class di Canto lirico e leggero, svoltasi nell'Auditorium Comunale "Giuseppe Cesarino" di Sapri. I valenti docenti Daniela Ettorre e Sandro Ferri (nella foto) possono essere più che soddisfatti. Questi i nomi dei partecipanti : Giovanni Radice, Arielina Del Duca, Gaetana Paradiso, Klaudia Michna, Giuseppina Baldassarre, Angelo Lamoglie, Raffaele Caruso, Greta Siciliano, Carmen Paladino, Michela Sorrentino, Domenico Basiletti, Nicoletta Buda, Venere Pellegrino, Alice Iudice, Giovanni Crisciullo, Patrizia Mega e Giuseppe Sorrentino! Giuseppe Sorrentino, ha vinto il Premio "Simona Magliano" di San Giovanni a Piro, volata in Cielo lo scorso anno. (Tonino Luppino)
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Sandro Ferri e Daniela Ettorre (Fare clic sull'immagine per ingrandire)
Simona Magliano e Giuseppe Sorrentino (Fare clic sull'immagine per ingrandire)
A Bosco, il "borgo della libertà", è andato in scena, in modo veramente spettacolare, il "Carnevale di una volta". L'intero borgo, suggestiva frazione del Comune di San Giovanni a Piro, ha partecipato al grande Evento! "Una volta, a Bosco, come in tutti i paesi del Cilento - osserva Rosalìa Colicigno - a mascherarsi erano solo gli uomini, che interpretavano anche ruoli femminili. Le mascherate, vicine sia al mondo pagano che religioso, erano un modo per dimenticare i disagi di una vita tutta dedita al lavoro, prendere in giro le autorità e i signorotti locali ed esorcizzare paure ataviche, legate alla vita, alla morte e all'occulto"! Negli storici vicoli di Bosco, hanno sfilato: "Carnuluvaru", "Quarajsima," 'a spusa cu patri", " 'u spusu", "Sua Ccellenza 'u Viscuvu", " 'u Parrucu", "i munacieddi", " 'a morti", "fattucchiari", streghe e stregoni, fantasmi, diavoli e diavolesse, seguiti da un pubblico numeroso, con magici balli, in uno scenario incantevole! A piazza San Rocco, la sfilata si è conclusa e "Quarajsima" ha pianto la morte del marito, tra i canti e le risate delle altre maschere. Poi, fino a notte inoltrata, tanta allegria con le pietanze tradizionali, preparate dalle fantastiche donne boschesi! (Tonino Luppino)