Tra i tanti che nell'avello si rivoltano certamente c'è Giovanni Nicotera, uomo che ebbe la sua vita divise in due fasi, la fase patriottica e quella politica. La prima ebbe inizio con i rivolgimenti del 1848 e si concluse con l'Unità dell'Italia, passando anche da Sapri con Pisacane. La seconda ebbe inizio dal febbraio 1861, quando fu sempre eletto in parlamento, anche in più collegi, per 11 legislature consecutive. L'ultima non la portò a termine perché morì l'anno prima che concludesse il mandato, il 13 giugno 1894. I primi anni furono d'opposizione. Ma a partire dal 1874, diede vita ad un'attività governativa vivace ed effervescente portando avanti una politica per la ridistribuzione delle risorse nazionali tra le diverse aree geografiche del paese. Fu meridionalista e si prodigò affinchè il Mezzogiorno non fosse considerato un'appendice del nuovo Regno. Sosteneva che fosse necessario, per salvaguardare l'Unità, faticosamente conquistata, che perdite e soprattutto i benefici fossero equamente ripartiti tra le regioni del nord e quelle del sud. Questa sua intraprendenza politica di voler portare il sud alla ribalta nazionale è stata, in definitiva, un limite alla sua azione in quanto, come uomo di governo, non poteva fare di questo problema la ragione della sua attività politica. Fu per lui come una ossessione che gli venne rimproverata anche dal mondo politico del suo tempo. La ferrovia Eboli - Reggio Calabria è stata un'opera da lui voluta e concepita come l'inizio di una nuova politica per il Mezzogiorno che doveva suonare come un'arma potente nei confronti dell'elettorato e delle amministrazioni locali interessate al passaggio dell'opera. Durante la 12ª legislatura, dal 1874 al 1876, fu proprio Nicotera a contribuire alla costruzione dei buoni rapporti tra la Sinistra storica ed il Re adoperandosi anche al superamento della diffidenza da parte della diplomazia e del mondo finanziario; fu ministro dell'Interno e, con tenacia portò avanti la realizzazione della ferrovia Eboli-Reggio Calabria. In un preconsiglio dei Ministri, dal bresciano Giuseppe Zanardelli, ministro dei LL.PP., ebbe assicurata la realizzazione dell'opera. Ma quando si tenne il consiglio dei Ministri Zanardelli espose che la prevista copertura economica per l'opera non poteva essere garantita. In quella circostanza, Nicotera, mostrando ancora una volta il suo carattere focoso, impulsivo e irruento, si alzò e aggredì, con pugni, il ministro Zanardelli. Dopo quell'aggressione fisica, la presenza di entrambi non poteva più coesistere nell'esecutivo. A giugno del 1876, Zanardelli rese noto alla Camera - pur riconoscendo importanza alla ferrovia - che non sarebbe stato possibile formulare un compiuto progetto di legge perché periti e tecnici erano in disaccordo sul tracciato e sulla spesa. A novembre dello stesso anno, Zanardelli si dimise da ministro per motivi sempre legati alla ferrovia: non volle firmare la legge sulle convenzioni ferroviarie ritardando, così, l'esecuzione dell'opera. Ed è qui il caso di dire: "chi non conosce la storia è condannato a ripeterla" e quelli che la conoscono sono condannati a vedere come la storia si ripete per colpa di quelli che non la conoscono. (Ferruccio Policicchio) Giovanni Nicotera (1828-1894)
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