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Oggetto: segnalazione. Giorni fa, con un gruppo d'amici, ho avuto modo di visitare le Vs. belle città. Abbiamo molto gradito le bellezze naturali, il patrimonio storico e la proverbiale ospitalità dei siciliani (fatta eccezione per un parroco incontrato nei pressi del Pantheon), ma siamo rimasti delusi da alcune circostanze che illustrerò di seguito. Secondo il nostro modesto avviso, bene hanno fatto a inserire l'isolotto di Ortigia tra i siti dell'Unesco: un vero e proprio caleidoscopio di paesaggio marino e storia antica che esalta la bellezza del nostro meraviglioso Paese. Delude e indigna ciò che lo circonda. Tradisce le aspettative una buona parte del vecchio abitato, che dal mercatino porta al Castello, per lo stato di quasi abbandono. Amareggiano le condizioni in cui versano le strade e le piazze che dall'isolotto di Ortigia portano alla Borgata, compresa la Piazza Santa Lucia, il Porto Piccolo e tutte le altre vie che vanno verso il Pantheon e il resto della città: luoghi distanti a poche centinaia di metri dal mare (in pieno centro cittadino) che abbondano di cartacce, lattine, bottigliette di plastica, erbacce e persino escrementi di animali (presumibilmente cacca di cani). Uno spettacolo indecoroso, che non trova alcuna giustificazione e che non fa onore al nome della città di Siracusa, dove, peraltro, abbiamo sostato nei giorni di domenica e lunedì (8 e 9 luglio) apprezzando la buona ospitalità offerta dal Bed & e Brekfast (in via Torino) e l'ottima cucina. Martedì (10 luglio) abbiamo fatto sosta a Catania e anche questa città ci ha pienamente accontentati per le testimonianze storiche, la buona ospitalità ricevuta in un albergo situato dinnanzi alla Questura e per l'ottima cucina. La qualità e l'adeguato costo della cena (proposta dalla trattoria Il mare, nei pressi di piazza Manganelli) giustificano, in parte, il pagamento di 1,50 a persona quale tassa di soggiorno. Non si spiega, altrimenti, il motivo per cui un turista debba versare l'obolo in una città che presenta: buche (causate da mattonelle dissestate) nella Piazza Teatro Massimo, erbacce carte e quant'altro nelle aiuole della Villa Bellini; che nega la possibilità di bere un caffè e di acquistare un giornale nella stazione ferroviarie, dove i locali adibiti a tale scopo restano inspiegabilmente chiusi. La tassa di soggiorno (di antipatia pari al vecchio dazio di stampo medievale) troverebbe giustificazione dai servizi offerti che, in tali circostanze, non ci sono sembrate proprio di livello, se non superiore, quantomeno accettabile. Cordialmente Mario Fortunato Sapri, 14 luglio 2012
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