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Anche il treno si è fermato a Eboli

Con l’entrata in vigore dell’orario invernale (novembre-giugno 2012), sono stati soppressi i treni a lunga percorrenza dal Nord al Meridione d’Italia e viceversa. Il provvedimento attuato da Trenitalia, presumibilmente, per ragioni economiche ha di fatto diviso il Paese in due tronconi ferroviari: la zona A comprendente il settentrione, il centro e una buona parte della Campania fino alla città di Salerno che offre servizi eccellenti, sia a livello di quantità che di qualità; la zona B con il Cilento, la Basilicata , la Calabria e la Sicilia dove non viene garantito neanche il minimo vitale a livello di sevizi ferroviari. In pratica, da Milano a Salerno e viceversa, il viaggiatore ha a disposizione una serie di soluzioni offerte dall’orario ferroviario, con treni di diverse categorie (espressi, rapidi, intercity, eurostar, AV) per tutte le destinazioni più importanti del centro e del nord: Roma, Firenze, Bologna, Milano, Torino, Venezia, Bolzano, Genova, eccetera. Diversa la situazione per chi vorrà servirsi del treno nella tratta da Salerno-Villa San Giovanni-Sicilia: qualche rapido Roma-Sicilia (Palermo-Siracusa), pochi eurostar (di scarsa qualità) solo fino a Reggio Calabria; pochissimi espressi Roma-Reggio Calabria (notturni con materiale fatiscente); nessun collegamento a lunga percorrenza (Nord-Sud e viceversa), sia diurno che notturno.
Cosicché, il viaggiatore che da Palermo voglia raggiungere Firenze, Bologna, Milano, Torino o qualsiasi altra località del Nord è costretto a cambiare treno nelle stazioni di Salerno, Napoli e Roma. Ai disagi dovuti al “cambio treno” si aggiungeranno le difficoltà dovute al rispetto delle coincidenze, che sulla linea Tirrenica meridionale diventano una vera e propria chimera per effetto dei ritardi, e al fatto che in alcune stazioni (come Napoli) non vengono garantite neanche le sale d’attesa. Scandaloso è anche il costo dei treni Frecciarossa, inaccessibili a chi vive del proprio lavoro, alle famiglie, agli studenti eccetera. Enormi disagi per i passeggeri che dalla Sicilia, dalla Calabria, dalla Basilicata e dal Cilento vogliono andare al Nord. E abbiamo appena conclusi i festeggiamenti per l’Unità d’Italia!! Buona parte di questi viaggiatori (migliaia di persone che quotidianamente si spostano dal Meridione al Nord Italia), non potendo godere di collegamenti ferroviari diretti, preferisce utilizzare gli aerei, i pullman che la fanno da padrona e i mezzi privati, che più delle volte sono anche più economici. Una dimostrazione viene data proprio dai pullman che, a partire dal giorno dopo la soppressione dei treni a lunga percorrenza, hanno moltiplicato le corse prevedendo partenze quasi  “porta a porta” per le più importanti destinazioni. Esempio: da qualche mese, dalla stazione di Sapri è possibile fruire di pullman diretti a Milano pagando  circa 50 euro e impiegando meno di 10 ore. Utilizzando il treno (regionale per salerno ed eurostar per Milano) si impiegano mediamente più di 8 ore  e si spendono quasi 100 euro. E’ evidente la cattiva politica dei servizi attuata, non solo negli ultimi anni, a favore delle lobby private (soprattutto trasporto su gomma) che hanno costretto ad allontanare i viaggiatori dal treno considerato da sempre il principale e più sicuro mezzo di trasporto pubblico:  per la comodità e il costo. Pertanto, considerato che le Ferrovie sono tuttora di proprietà dello Stato (quantomeno il 51%), crediamo sia giusto che continuino a svolgere una funzione sociale per tutto il Paese. Si rammenti che il meridione d’Italia sconta un’assenza totale di infrastrutture stradali, cosa che al centro nord non si avverte. Non ci pare corretto (anche in rispetto ai principi costituzionali) che in alcune zone (le più ricche) si portino avanti progetti e finanziamenti per migliorare il trasporto ferroviario e in altre (Sud) non si riesce neanche a progettare seriamente la prosecuzione dell’Alta Velocità e a garantire qualche treno a lunga percorrenza, almeno per venire incontro alle categorie meno abbienti, cioè alle persone che vivendo con una pensione che supera di poco i 500 euro non potranno certamente servirsi dell’aereo o del mezzo proprio. Quante volte le popolazioni meridionali devono pagare per gli abbandoni istituzionali di queste terre? Quanti sono i giovani meridionali che, per l’assenza totale di sbocchi occupazionali, sono costretti al pendolarismo settimanale? E’ onesto far pesare soltanto ai meridionali le cattive gestioni delle risorse nazionali?
Per questi, e per tantissimi altri motivi, ci pare legittimo chiedere l’immediato ripristino (già a partire dal prossimo orario estivo) di almeno tre coppie di treni a lunga percorrenza dal Sud al Nord Italia: due dalla Sicilia con destinazione Milano-Torino e viceversa e uno dalla Calabria.  Tali treni, finanziati al 50% dallo Stato (in qualità di treni “sociali” come vengono sovvenzionate le linee e i treni del Nord), recupererebbero tranquillamente i restanti costi con la vendita dei biglietti. Basterebbe prevedere tempi di percorrenza veloci, fermate adeguate (solo nei grandi bacini di traffico) e prezzi concorrenziali. Esempio: i treni Sud-Nord (alcune vetture di 1^  2^ classe, più vagoni letto e cuccette) dovrebbero effettuare il carico dei viaggiatori solo nelle stazioni meridionali più importanti (individuati come “grandi bacini di traffico”) e proseguire la corsa facendo tappa soltanto a Firenze e Bologna, per velocizzare il viaggio. La sinergia tra regioni, province e comuni potrebbe garantire una sorta di “metropolitana integrata” (gomma-ferro) con minibus e treni leggeri (massimo due vetture) per raccogliere i viaggiatori su tutto il territorio, facendoli affluire con i pulmini nelle piccole stazioni e attraverso “le littorine” nelle località ferroviarie individuate come grandi bacini di traffico (linea Tirrenica meridionale: Villa San Giovanni, Gioia Tauro, Vibo Pizzo, Lamezia Terme, Paola, Sapri); stazioni che hanno da sempre svolto un ruolo di primaria importanza nel traffico ferroviario e classificate fra le più importanti d’Italia già dalla vecchia Azienda ferroviaria. Diverrebbero treni appetibili, veloci, convenienti che sottrarrebbero, così, tanti clienti ai pullman con benefici enormi per l’ambiente e la sicurezza stradale. Per incentivare ulteriormente l’utilizzo del treno, si dovrebbero prevedere, sempre in collaborazione con le regioni interessate: bonus per i meridionali che lavorano al centro e al nord (esempio: biglietto e cuccetta al prezzo di 50 euro andata e ritorno), solo per i treni cospetti “sociali” e fino a esaurimento dei posti a disposizione; sconti per “viaggi vacanze o viaggi mare” come è già previsto per le località di Rimini e Riccione e biglietti per la “metropolitana integrata” (minibus e treni leggeri) al prezzo di 1,50 euro come è previsto per tutti gli altri cittadini italiani che utilizzano treno e metrò.
Il ripristino di alcuni treni a lunga percorrenza (per Milano/Torino e viceversa circolano attualmente quattro treni a lunga percorrenza, che sono stati cancellati solo da Salerno in giù!) costituirebbe solo un minimo risarcimento di soldi che in termini di servizi pubblici spettano solo alle popolazioni meridionali. Non si tende, quindi, la mano per chiedere l’obolo, ma il riconoscimento di un diritto sancito dalla nostra Costituzione. Ai politici e agli amministratori locali il compito di recuperare parte di questi diritti e la dignità dei cittadini continuamente ignorata.
Cittadinanzattiva  -  Regione Campania
Comitato 1987 Assemblea Territoriale  “Golfo di Policastro”  a difesa del trasporto ferroviario e Il coordinatore a tutela del diritto alla mobilità    
Corrado Limongi                                                                                       
Mario Fortunato


Inserito da Golfonetwork lunedì 23 aprile 2012 alle 11:28


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Commento di: Utente non registrato - Ip: 77.43.89.xxx - da: Italia. Scritto giovedì 26 aprile 2012 alle 16:03
"un popolo di pecore è governato dai lupi"... ed è vero! ci tassano e tartassano ed in cambio rendono solo disservizi!Cristo si è fermato a Salerno ma le gabelle arrivano a lampedusa; ed i nostri referenti politici? si abbuffano ed ululano alla luna (alla faccia del nuovo che avanza)si stava molto meglio quando pensavamo di stare peggio....

Commento di: Utente non registrato - Ip: 2.196.65.2xxx - da: Sapri. Scritto lunedì 23 aprile 2012 alle 21:42
ma il nostro cons. regionale oltre ai proclami cosa fa?

Commento di: Utente non registrato - Ip: 2.196.80.2xxx - da: Vibonati. Scritto lunedì 23 aprile 2012 alle 19:36
Tutti come lui! Addirittura!!

Commento di: Utente non registrato - Ip: 82.60.28.xxx - da: Italia. Scritto lunedì 23 aprile 2012 alle 18:12
e dire che quando c'era il Regno delle Due Sicilie è stata costruita la prima tratta ferroviaria italiana: Napoli-Portici. Non siamo stati liberati dai piemontesi ma invasi e sfruttati! Ma quale unità d'Italia. I borbonici non hanno nulla da festeggiare e molti libri di storia dovrebbero essere scritti rispettando la realtà dei fatti.

Commento di: Utente non registrato - Ip: 79.22.127xxx - da: Vibonati. Scritto lunedì 23 aprile 2012 alle 15:34
Come sempre il prof Limongi dimostra di essere una persona sensibile alle problematiche del nostro territorio. Magari fossero tutti come lui.



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