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»Messaggio pubblicato sabato 8 ottobre 2005 alle 11:24 |
Nome: maria
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murcia
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spagna
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Bio ci sei?
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»Messaggio pubblicato venerdì 7 ottobre 2005 alle 15:47 |
Nome: biochip
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Treni sporchi, guerra dei pendolari
MARIO FORTUNATO Sapri. Un esempio: l’interregionale 2431 che parte da Sapri alle 8,55 ed è diretto a Napoli presenta 4 bagni «murati», 2 con scritte «guasto», 2 con le maniglie delle porte rotte e, quindi, inutilizzabili; tre porte salita/discesa dei viaggiatori bloccale. Identica situazione su altri treni regionali e interregionali. I pendolari dichiarano guerra a Trenitalia. E’ guerra aperta sul fronte trasporti. Ancora disagi, carrozze scarsamente pulite, toilette inutilizzabili. Disagi segnalati soprattutto sui treni del trasporto regionale della linea tirrenica sud da Napoli a Cosenza. Il capo della rivolta dei pendolari è il professore saprese Elio Lo Monte che da quindici anni utilizza il treno almeno quattro volte la settimana per recarsi a Salerno, dove insegna presso l’università di Fisciano. Da tre anni conduce una battaglia civile contro i disservizi delle ferrovie sfociata in una serie di esposti, inviati tra gli altri, alla Procura della Repubblica, all’Asl e ai Nas. L’ultima iniziativa, una lunga lettera inviata ai parlamentari cilentani Leo Borea, Franco Brusco, Ettore Liguori e Antonio Oricchio. Con un invito: «Scendete dagli Intercity o dagli Eurostar e venite a viaggiare con noi sui treni regionali o interregionali. Conoscerete la realtà del disagio». E poi rincara la dose: «Provate a farvi spiegare da Trenitalia per quale ragione sulla tratta Roma-Reggio Calabria debbano circolare solo treni vecchi e logori». Ma il vero problema, secondo Lo Monte, è rappresentato dalla gestione del «Consorzio Unico Campania» per il trasporto regionale e interregionale. «In questo caso, il servizio è del tutto deficitario. Sulla tratta Napoli-Cosenza circolano treni privi di ogni parametro di sicurezza e di igiene». E giù con una puntuale elencazione dei disagi: il treno interregionale n. 2437, in transito da Salerno alle 20.42 e in arrivo a Sapri alle 22.27 del 14 luglio c.m. si connota per la poco invidiabile situazione di avere dieci toilettes di cui cinque definitivamente chiuse; una inutilizzabile in quanto la porta di accesso non si riesce a chiudere dall’interno perché guasto il meccanismo di sicurezza; le restanti quattro indecenti, con copri-water rotti, tubi di scarico dell’acqua difettosi, spesso prive di carta igienica e con il solito imperante lerciume. Lo stesso può dirsi per il treno IR 2431, in partenza da Napoli alle 16.50 e in arrivo a Sapri alle 19.28 dell’8 c.m. che viaggia con sei toilettes ‘murate’; una porta di salita/discesa passeggeri bloccata; senza neppure un solo rivestimento per poggiatesta e quindi sedili sporchi fino all’inverosimile e, più in generale in uno stato di degrado davvero indescrivibile, con tutte le maniglie del freno emergenza prive di pomello con connesso rischio di rendere l’azionamento del freno ancora più problematico; lo stesso vale per il meccanismo di apertura delle porte salita/discesa in caso di emergenza. Non diversamente per il treno IR del 20 c.m., n. 2428, delle 8.55 in transito da Sapri per Napoli che, oltre al solito degrado, presenta quattro toilettes ‘murate’, due con scritte ‘guasto’ e due con maniglie delle porte di ingresso rotte e, quindi, inutilizzabili; tre porte salita/discesa viaggiatori bloccate. E poi il treno IR, del 20 c.m., n. 2435 in transito da Salerno alle 19.40, con destinazione Cosenza. Anche questo convoglio - oltre alla imperante sporcizia dei sedili - delle originarie dieci toilettes ne presenta cinque ‘murate’, una con la scritta ‘guasto’, una inutilizzabile con tubi di scarico rotto e allagamento del pavimento: in sostanza tre sole toilettes per tutti i viaggiatori».
Ripeto la proposta: smettiamola di pagare il biglietto, è lunico modo per affermare il proprio diritto a delle condizioni di viaggio UMANE! |
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»Messaggio pubblicato venerdì 7 ottobre 2005 alle 15:29 |
Nome: biochip
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Rivolta dei passeggeri delllEurocity night 369 Nizza-Napoli Treno infestato da insetti bloccato a Genova I viaggiatori sono scesi dicendo di aver visto decine di animaletti sui proprio vestiti. Il vagone è stato staccato dal convoglio STRUMENTIVERSIONE STAMPABILEI PIU LETTIINVIA QUESTO ARTICOLO GENOVA - Un treno è stato bloccato dagli insetti a Genova. I viaggiatori inferociti hanno fermato lEurocity night 369 Nizza-Napoli nella stazione di Genova Principe. Poi cè stato lintervento della Polfer che ha preso un campione di animaletti per farli analizzare dalla Asl e ha fatto staccare la carrozza dal resto del convoglio. LA RIVOLTA DEI PASSEGGERI - Il trambusto è cominciato poco prima delluna di notte, allarrivo nella stazione di Genova dell Eurocity night Nizza-Napoli. Tre passeggeri di uno scompartimento sono scesi protestando vivacemente dopo aver scoperto sui loro vestiti passeggiare decine di insetti. Mentre intervenivano agenti della Polfer e ferrovieri, anche altri viaggiatori di vagoni vicini hanno detto di aver visto animaletti a spasso sui sedili e lungo i corridoi. STACCATO IL VAGONE INFESTATO - La protesta è così montata, mentre la Polfer faceva staccare il vagone infestato (lunico sul quale gli agenti hanno accertato la presenza degli insetti) e raccoglieva campioni dei microscopici esseri da far identificare dal servizio di igiene della Asl. Per precauzione anche altre tre vetture sono state chiuse ed i passeggeri trasferiti su altri vagoni. Circa 15 viaggiatori, impauriti, si sono però rifiutati di risalire sul treno e sono stati fatti proseguire con il primo Eurostar per Roma in partenza alle 6 del mattino. DOVEVA ESSERE PULITO A NIZZA - Secondo i primi accertamenti di Trenitalia, nessuna presenza di insetti era stata segnalata sul convoglio partito dallItalia. Giunto a Nizza, il treno è stato messo in deposito ed avrebbe dovuto essere pulito. Lorigine dellinfestazione, quindi, secondo le ferrovie, sarebbe in Francia. La Polfer attende ora il responso della Asl sulla specie degli insetti, mentre le ferrovie hanno disposto la disinfestazione del vagone staccato a Genova. E se si cominciasse a non pagare il biglietto in massa? Forse i vertici di trenitalia (o meglio, zeccaitalia) comincerebbero a porsi qualche problemino... |
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»Messaggio pubblicato venerdì 7 ottobre 2005 alle 14:53 |
Nome: M
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Sono senza ombra di dubbio con te, ma ho voluto solo fare una precisazione sui termini usati e sulle cose dette. Sarà anche vero che in tv certe cose non si devono/non si possono dire, ma è anche vero che spesso il giornalista "cartaceo" travisa, modifica, inventa. Che non sono a norma, o che non vengono seguite le norme, è un dato di fatto che nessuno riesce a cambiare per mancanza di voglia/tempo/dedizione o per paura. |
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»Messaggio pubblicato venerdì 7 ottobre 2005 alle 14:49 |
Nome: biochip
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Se leggi ledizione integrale pubblicata sullespresso vedrai che è tutto vero. Purtroppo certe cose in TV non possono essere dette mentre sui giornali cè un po più di apertura. E comunque tutto ciò conferma ciò che si dice sui CPT e cioè che sono solo dei lager legalizzati. Piuttosto ci sarebbe molto da dire sugli aguzzini e sui loro metodi che, a quanto pare, sono i medesimi in tutto il mondo. E comunque, VERGOGNA! |
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»Messaggio pubblicato venerdì 7 ottobre 2005 alle 14:29 |
Nome: M
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Città:
M
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Italia
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Non voglio giustificare niente e nessuno, ma ieri ho sentito lntervista in tv (che è ben diverso dal leggere cose scritte da un giornalista che ha intervistato). Vergogna si, certo, ma non ha parlato di film porno e cose così degenerative. Ha parlato di essersi dovuto sedere su rigagnoli di pipì appena sbarcato al centro, che alcuni sono stati schiaffeggiati perchè non capivano litaliano e linglese, ma non ha parlato di pugni! Ripeto, non giustifico niente e nessuno, ma ogni volta che leggete un articolo non dovete ritenere tutto vero, io ci lavoro con i giornalisti e metà delle cose che dicono sono inventate o gonfiate! |
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»Messaggio pubblicato venerdì 7 ottobre 2005 alle 14:15 |
Nome: biochip
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Il racconto di un giornalista dellEspresso: si è fatto ripescare in mare ed è stato rinchiuso nel Cpt
Nellinferno di Lampedusa lodissea di un falso clandestino La storia di una serie interminabile di violazioni: dalle botte ai bagni invivibili, la realtà che lItalia cerca di nascondere
ROMA - Otto giorni da prigioniero nellinferno di Lampedusa. Otto giorni per raccontare cosa vuol dire arrivare in Italia da clandestino, essere ripescato in mare e rinchiuso con altre centinaia di disperati in un centro di permanenza temporanea. In condizioni disumane. Picchiati e umiliati dalle forze dellordine, costretti a sopravvivere tra escrementi e violenze, offesi nel pudore e nella dignità. "Io clandestino a Lampedusa" è lo straordinario reportage di un giornalista dellEspresso, Fabrizio Gatti, che nel numero in edicola oggi racconta la sua esperienza di disperato del mare in cerca di un futuro migliore, ma che trova "umiliazioni, abusi, violenze, tutto quanto lItalia ha sempre nascosto alle ispezioni del Parlamento europeo".
Con il nome di Bilal Ibrahim el Habib, nato il 9 settembre del 1970 nel villaggio immaginario di Assalah, distretto di Aqrah, Kurdistan iracheno, Fabrizio Gatti, dopo essere stato ripescato in mare, portato al Pronto Soccorso, fermato dai carabinieri, rinchiuso nel centro di accoglienza temporanea, viene rilasciato con un foglio di via che gli intima di lasciare lItalia entro cinque giorni; in realtà viene lasciato libero di andarsene come clandestino in qualunque città dEuropa.
Nel lungo racconto Gatti-Bilal descrive il supplizio degli interrogatori e dei riconoscimenti, con gli immigrati che appena sbarcati vengono fatti sfilare nudi tra i carabinieri che li schiaffeggiano, dei musulmani obbligati dai militari a guardare film pornografici, e per chi rifiuta, insulti e botte. Un reportage crudo, in cui si scopre che nel famoso "Cpt" di Lampedusa, definito dal leghista Mario Borghezio "un hotel a cinque stelle", i gabinetti "sono unesperienza indimenticabile".
"Il prefabbricato che li ospita - scrive Gatti - è diviso in due settori. In uno, otto docce con gli scarichi intasati, quaranta lavandini. Laltro settore ha cinque water, di cui due senza sciacquone, cinque docce e otto lavandini. Dai rubinetti esce acqua salata. Non ci sono porte, non cè elettricità, non cè privacy. Si fa tutto davanti a tutti. Qualcuno si ripara come può con lasciugamano. E non cè nemmeno la carta igienica: bisogna usare le mani".
Ecco, in altro passaggio del reportage di Gatti, la descrizione della perquisizione di un gruppo di poveracci appena sbarcati. ""Spogliati nudo" dice il carabiniere ad un ragazzo in canottiera che sta tremando per il freddo e la paura. Lui non capisce. Resta immobile un minuto intero. "What is the problem", urla il carabiniere e gli tira uno schiaffo sulla testa. Limmigrato, pallido e magro come uno scheletro, trema. Altro schiaffo. Tutte le persone in quel momento nude davanti ai carabinieri vengono prese a schiaffi...". Poco dopo lo stesso immigrato riceverà un pugno sullo sterno, mentre a fine serata, schedati gli ultimi sei clandestini, i carabinieri festeggiano con una grigliata nel cortile.
"In sette giorni di reclusione nel centro per immigrati di Lampedusa - scrive Gatti - la detenzione di Bilal Ibrahim el Habib non è stata convalidata da nessun giudice, nonostante nessun cittadino possa essere privato della libertà senza il giudizio di un magistrato entro un tempo massimo di 48 ore. Il Viminale ha anche assicurato alla Ue che per ogni straniero detenuto a Lampedusa avviene unudienza di convalida davanti al giudice di pace. Nei casi di Bilal Ibrahim el Habib e degli stranieri detenuti tra il 24 e il 30 settembre nella gabbia del centro per immigrati sullisola, questa notizia è falsa".
Io mi vergogno di essere italiano!
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»Messaggio pubblicato venerdì 7 ottobre 2005 alle 13:22 |
Nome: M
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Città:
M
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Nazione:
Italia
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Sito web:
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Oggi mi hanno messo a lavorare...ma per fortuna ho già finito!
Che sonno...sto tempo mi ammazza! |
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»Messaggio pubblicato venerdì 7 ottobre 2005 alle 11:36 |
Nome: teladoiolamerica
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Città:
brazeville
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Nazione:
teocratica?
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e dai HOOT... |
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